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Bedin, la Serie B e il ruolo con i giovani: “Una strada voluto e in parte obbligata”
Paolo Bedin, presidente della Lega Serie B, ha parlato di giovani e di riforme durante la presentazione del calendario della prossima stagione.

Bedin, presidente della Lega Serie B, ha parlato di giovani e di riforme
La presentazione del calendario della Serie B 2025/26 non è stata solo una cerimonia di rito per dare il via alla nuova stagione. È stata anche l’occasione per un’analisi più profonda sul ruolo della cadetteria nel panorama calcistico italiano. A intervenire con chiarezza e visione è stato Paolo Bedin, presidente della Lega B, che ha toccato due temi fondamentali per il futuro del calcio italiano: la valorizzazione dei giovani e la necessità di riforme strutturali.
Giovani e sostenibilità: due facce della stessa medaglia
“La Serie B deve svolgere questa funzione di crescita e valorizzazione dei giovani”, ha dichiarato Bedin, sottolineando la missione “naturale” del campionato cadetto. Ma il presidente è andato oltre, mettendo in luce come questa non sia solo una scelta strategica, ma anche una necessità economica: “È una strada non solo voluta, ma anche obbligata”.
In un contesto in cui i bilanci dei club devono fare i conti con la realtà, puntare sui giovani diventa un doppio investimento: da un lato si abbassano i costi gestionali, dall’altro si costruisce un patrimonio tecnico ed economico. L’identità della Serie B, dunque, si lega sempre più a quella di laboratorio per il calcio italiano, una “fucina” che prepara il terreno per la Serie A e la Nazionale.
Le riforme: una finestra politica da non sprecare
Interpellato sul tema delle riforme, rilanciato anche dal presidente FIGC Gabriele Gravina, Bedin ha aperto a una visione ottimistica: “È un movimento che necessita di trovare una strada che permetta la continuità aziendale per i club e la competitività dei tre campionati”.
Dietro queste parole si intravede l’urgenza di mettere mano a un sistema che fatica a reggere il passo delle esigenze moderne, sia in termini economici che sportivi.
Tuttavia, Bedin non si limita alla diagnosi e riconosce un momento favorevole: “C’è un momento politico molto importante e positivo di dialogo tra le leghe e all’interno della Federazione”. Un clima collaborativo che, se sfruttato con lucidità, può rappresentare un’opportunità concreta per una riforma organica del sistema.
Un campionato ponte tra formazione e competitività
La Serie B si candida, ancora una volta, a essere molto più di un torneo di “transizione”. In essa convivono identità territoriali, aspirazioni di crescita e responsabilità strutturali. Le parole di Bedin fotografano un equilibrio da trovare: fare della B un campionato competitivo e, al tempo stesso, un passaggio fondamentale nella crescita dei talenti italiani. Con il calendario 2025/26 ormai svelato, la nuova stagione si apre all’insegna di questa visione: uno sguardo rivolto al futuro, dove i giovani saranno protagonisti e le riforme, si spera, finalmente concrete.
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