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Adzic, l’uomo del Derby d’Italia tra sogno e realtà: il piano di Tudor per il classe 2006
Vasilije Adzic decide il Derby d’Italia con una conclusione dai trenta metri. Cos’ha in servo per lui Tudor?

Adzic, l’uomo del destino nel Derby d’Italia
Presentata come una partita spartiacque, Juventus-Inter non ha tradito le attese e si è trasformata in un rollercoaster di emozioni. Tra continui rovesci e contro-rimonte, è stato un classe 2006 ad elevarsi a uomo del destino. Vasilije Adzic ha infatti indossato il mantello da Supereroe e ha incastrato all’incrocio il pallone del 4-3, che manda i bianconeri momentaneamente in testa alla classifica a punteggio pieno, mentre ridimensiona ulteriormente l’inizio di stagione dei nerazzurri, particolarmente stentato.
Da Vucinic ad Adzic: Montenegro nuovamente decisivo contro l’Inter
Un passaggio di consegne che ha atteso circa 14 anni per concretizzarsi: l’ultimo gol di un montenegrino nel Derby d’Italia lo ha segnato Mirko Vucinic il 29 ottobre 2011, nel blitz esterno per 1-2 dei bianconeri a San Siro. Una rete che sta per raggiungere la maggiore età, e che da ieri ha abdicato al trono per consegnare il testimone ad un talento che può ritagliarsi uno spazio consistente nella Juventus di oggi e di domani. Adzic, in quel 29 ottobre di quattordici anni fa si trovava probabilmente nella sua Niksic, magari dava i suoi primi calci ad un pallone. Il 12 settembre 2025 invece, a 19 anni e 124 giorni diventa il marcatore più giovane nella storia del Derby d’Italia.
12 maggio 2006: una data scolpita nella memoria collettiva bianconera
Da ieri, quel giorno ha un retrogusto più dolce. Eppure, nell’immaginario collettivo del tifo bianconero, il 12 maggio 2006 rimane una pietra tombale su un tipo di Juventus che non c’è più. Questa data infatti, intreccia inesorabilmente il presente e il passato: a Niksic nasceva Vasilije Adzic, che diventerà 19 anni più tardi l’eroe di un Derby d’Italia.
1280 km più a ovest invece, cominciava l’incubo di Calciopoli, con la macchina della Procura che si metteva in moto con i primi avvisi di garanzia. Una pagina buia del nostro calcio, in particolare di quello a tinte bianconere, che da ieri però ha un protagonista in più. Quando il destino si diverte a muovere i fili, sa anche abbattere barriere e creare ponti tra “ieri” e “domani”.
Il piano di Tudor per il talento montenegrino
Gli occhi del mondo addosso e la consapevolezza di aver fatto ormai breccia nel cuore dei tifosi. Adzic dovrà convivere ormai con l’ingombrante (ma anche esaltante) peso degli Juventini sulle spalle. E non potrebbe essere altrimenti, in particolare dopo un super gol come quello che ha steso l’Inter al 91′ del Derby d’Italia. Inoltre, nel post partita è Tudor a rincarare la dose, ammettendo di aver messo gli occhi sul talento montenegrino ormai da 5-6 mesi.
Un percorso graduale di avvicinamento alla prima squadra, in cui il 19enne ha avuto le sue chance di respirare la Serie A e di continuare il suo processo di crescita. L’attestato di stima del tecnico croato, che ha sottolineato la facilità di calcio del montenegrino e il suo tono atletico, ci fa pensare ad un futuro da protagonista. E se l’impatto sarà sempre questo, la Juventus avrà effettivamente pescato un altro jolly dal mazzo.
Nel suo periodo di apprendistato con la prima squadra, Adzic ha dimostrato di saper abbinare perfettamente estro e presenza fisica. Due caratteristiche che forse ha assorbito a piccole dosi dai suoi due idoli dichiarati, Lionel Messi e Zinedine Zidane. Al di là di ogni comparazione, che sarebbe sicuramente fuori contesto e deleteria, effettivamente la creatività è il sale del suo gioco, ma è la potenza e la frequenza di passo che lo completano per farne un ibrido interessantissimo.
Al momento, sappiamo più quello che non è: non è una mezz’ala pura, sa travestirsi all’occorrenza da fantasista, e soprattutto non è un equivoco tattico. Galleggiando continuamente tra il centrocampo e l’attacco, è abile nel trovare gli spazi da aggredire e nel leggere le dinamiche offensive. Il resto lo fa il suo piede destro: range di tiro molto vasto (citofonare in casa Inter per chiedere conferma), giocate risolutive e qualità nelle scelte.
Luca Ottaviano
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