Il calcio dei grandi
Adzic, bivio Juve: jolly o prestito? Comolli deve decidere tra due strade
La gestione di Adzic è un rebus da risolvere nella Juve. Tra la Next Gen e la voglia di fare un salto: il futuro del montenegrino

Nella Torino bianconera c’è un talento che scalpita, ma che continua a restare nell’ombra. Si chiama Vasilije Adzic, ha classe da vendere, visione, piedi educati e quella naturale eleganza nei movimenti che riconosci solo nei giocatori destinati a qualcosa di più. Eppure, da quando è stato aggregato alla prima squadra, il ragazzo montenegrino si è ritrovato più a guardare che a giocare, in una sorta di limbo tecnico che rischia di rallentarne la crescita.
Adzic, la gestione Tudor e la Next Gen
Con Igor Tudor, arrivato nella parte finale della scorsa stagione, Adzic non ha praticamente mai trovato spazio. Il tecnico croato, subentrato in un momento delicato, ha scelto la via della solidità, della gestione di emergenza, lasciando poco margine alla sperimentazione o all’inserimento graduale di giovani promesse. Una decisione comprensibile per l’equilibrio della squadra, ma penalizzante per chi, come il montenegrino, ha bisogno di campo per crescere, sbagliare e migliorare.
E pensare che solo pochi mesi fa, con la Next Gen, il classe 2006 stava incantando. Nella seconda parte di stagione in Serie C, Adzic è stato uno dei protagonisti più brillanti, con giocate decisive, un’intelligenza tattica fuori dal comune per la sua età, e una naturale propensione a prendersi responsabilità nella trequarti. Non è solo talento grezzo: è un giocatore già formato in molti aspetti, che chiede solo continuità e fiducia per sbocciare del tutto.

Adzic Juventus
Jolly o pedina da valorizzare altrove?
Ora la Juventus si trova davanti a un bivio. La strategia è da decidere in fretta, anche perché il mercato non aspetta. Tenere Adzic in prima squadra per usarlo come possibile jolly sulla trequarti, magari come alternativa a Kenan Yildiz, sarebbe una scelta affascinante ma rischiosa. Dall’altra parte, la via del prestito — magari in Serie B o in una squadra di medio-bassa Serie A — potrebbe rappresentare il terreno fertile per fargli compiere il salto di qualità, quello che solo il calcio dei “grandi” sa insegnare. La Juve, in questo caso, dovrebbe però scegliere bene la destinazione: non basta “mandarlo a giocare”, serve un contesto tecnico e tattico che punti su di lui, non che lo parcheggi in panchina.
Un capitale tecnico da non disperdere
In un calcio che brucia talenti e li dimentica in fretta, la gestione di un profilo come Adzic non può permettersi leggerezze. La Juve ha già dimostrato di saper lavorare bene sui giovani, ma ogni talento ha tempi e percorsi diversi. Il montenegrino ha un ottimo potenziale. Trattarlo come tale è un dovere. Citando Il Gladiatore: “Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità”. Ecco, per Adzic, il tempo di fare qualcosa è adesso. E per la Vecchia Signora, è il momento di decidere se crederci davvero, o rimandare ancora.
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