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Javorcic, chi è il consigliere silenzioso: la scommessa Adzic che ha deciso Juve-Inter

Ivan Javorcic, vice di Tudor alla Juve, ha suggerito l’ingresso di Adzic contro l’Inter: chi è, il suo ruolo, il legame con Igor e i segreti del suo successo

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Un’intuizione silenziosa, una fiducia non urlata. Nella notte rovente dell’Allianz Stadium, quando la Juve aveva bisogno di un colpo imprevisto per spezzare l’equilibrio contro l’Inter, è arrivata la scelta che nessuno si aspettava. Ma qualcuno l’aveva vista prima. E quel qualcuno si chiama Ivan Javorcic, il vice di Tudor, l’uomo delle retrovie, che ha suggerito al tecnico croato di inserire Adzic. Pochi minuti dopo, il gol. La Juve vince. E la scelta si trasforma in genio. Come in “Moneyball”, dove la visione dei dettagli premia chi osa: “È incredibile quanto non si vede se si guarda soltanto con gli occhi”. Javorcic non si è accontentato. Ha creduto, ha consigliato. Tudor ha ascoltato. E il giovane 2006 ha segnato.

Chi è Javorcic, il vice allenatore della Juve che ha consigliato Adzic

Ivan Javorcic è uno di quegli allenatori che il grande calcio lo conosce da dentro, ma ci è arrivato seguendo strade laterali, fatte di lavoro sporco e relazioni umane profonde. Dopo una carriera da centrocampista operaio (anche a Brescia), ha cominciato il suo viaggio in panchina proprio nelle giovanili del Brescia, dove ha imparato l’arte di comunicare coi giovani. “Con i ragazzi non basta parlare. Devi ascoltarli, capirli, e quando serve, guidarli”, raccontava in un’intervista ai tempi della Primavera.

Adzic Juve

Adzic Juve

Poi l’inizio della scalata tra i professionisti: il Mantova in Serie C, ma soprattutto la Pro Patria, che ha portato dalla Serie D alla Serie C con una solidità invidiabile. E lì ha incontrato anche Gatti. La consacrazione arriva con il SudTirol, portato dalla C alla B, valorizzando una rosa costruita con equilibrio e idee. Il suo calcio è funzionale. Pragmatico e anche coraggioso, proprio come la scelta di Adzic.

Il legame con Tudor: stima, visione e un’intesa nata lontano dai riflettori

Nel 2024, Javorcic ha risolto il contratto con il Venezia, per seguire il connazionale Igor Tudor alla Lazio. Un gesto che racconta molto più di quanto sembri: scelta di cuore, e di progetto, non solo di carriera. E ora il croato lo ha seguito anche alla Juve. Tra i due c’è un legame profondo, costruito su rispetto e valori condivisi. E quella connessione è emersa in modo limpido nel match contro l’Inter: Tudor ha ascoltato il consiglio del suo vice e ha scelto di mandare in campo Adzic proprio nel momento più delicato. Una mossa controcorrente, perché lasciare in panchina giocatori più esperti per dare spazio a un diciannovenne può pesare.

Un aiuto nello spogliatoio: il “normalizzatore” che riporta calma e metodo

Chi lavora a contatto con la squadra lo dice senza esitazioni: Javorcic è molto più di un vice. È un uomo di equilibrio, un tattico meticoloso, ma soprattutto un “normalizzatore”, come lo chiamano negli ambienti bianconeri. Il suo stile? Poche parole, tante soluzioni. Nessuna ricerca di protagonismo, ma una costante opera di ascolto e ricostruzione. In uno spogliatoio scosso dai cambi in panchina e da tensioni interne, il suo ruolo è diventato fondamentale.

Aiuta Tudor a leggere i momenti, ma aiuta anche i giocatori a ritrovarsi. E con i giovani, come Adzic, è il ponte ideale tra la pressione e l’opportunità. Il ragazzo montenegrino ha segnato, sì. Ma dietro quel gol c’era molto di più: c’erano due uomini che gli hanno dato fiducia. Tudor ha messo la firma. Javorcic, silenziosamente, aveva scritto il copione.

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