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Jacomuzzi (AIOC): “Caso Bagni? L’evento è legato alla mancanza di sorveglianza dei preposti. Succede a tutti i livelli”
Ai nostri microfoni, il presidente dell’AIOC Jacomuzzi ha parlato del sistema calcio dopo il caso Bagni: “Serve rigore, manca meritocrazia”

Ai nostri microfoni, il presidente dell’AIOC Jacomuzzi ha parlato del sistema calcio dopo il caso Bagni: “Serve rigore, manca meritocrazia”
Continua a far rumore l’inchiesta delle Iene sul caso Salvatore Bagni. Una vicenda gravissima, che mette alla luce una violazione dei principi etici su cui si fonda il calcio. Episodi che evidenziano come in certe realtà per giocare un giovane debba pagare, con la meritocrazia che invece passa in secondo piano. Come dichiarato ai nostri microfoni da Luca Sgarbi, l’impressione è che l’ex calciatore non sia l’unico colpevole e che questo caso rappresenti solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che va debellato.
Quali sono i provvedimenti che il calcio italiano e le istituzioni devono prendere per eliminare questo lato oscuro che esiste nel pallone? Come mettere di nuovo al primo posto il talento e le qualità di un giovane? MondoPrimavera ha intervistato in esclusiva Carlo Jacomuzzi, presidente dell’Associazione Italiana Osservatori Calcistici, il quale ha parlato della vicenda che ha coinvolto l’ex calciatore e non solo.

AIOC (Associazione italiana Osservatori Calcistici)
Jacomuzzi, Bagni e i possibili sviluppi
Un suo punto di vista sul caso Bagni? Negli ultimi giorni ci sono state tante polemiche anche legate al sistema calcio in generale…
“Questo evento è legato alla mancanza di sorveglianza da parte dei preposti. Perché se si concede a procuratori, società private e a chiunque vi rientri di fare corsi di qualsiasi tipo, le conseguenze sono queste. Nel mondo del calcio ormai ci sono troppi osservatori, che per guadagnare devono portare nuovi giocatori alle società ed è proprio per colmare questa necessità che poi si generano queste operazioni. Adesso serve maggiore rigore e serietà nel concedere le abilitazioni e gli attestati. Le parlo da presidente dell’Associazione Italiana Osservatori Calcio, che non effettua corsi e che vuole difendere i diritti e le richieste dell’osservatore, ma a questo punto diventa difficile…”
Secondo lei che cosa succederà adesso?
“C’è sempre più diffidenza: siamo arrivati al limite. Nel calcio si può tutto e si deve fare tutto, ci sono mille strade per arrivare ad un obiettivo. Non c’è più meritocrazia e la bravura non viene più premiata. Questo succede a tutti i livelli: nell’inchiesta delle Iene si parla del mondo della Serie C, ma sono coinvolte tutte le categorie. La situazione peggiora sempre di più e di questi scandali ce ne sono sempre di più. Questo è preoccupante: le autorità competenti devono porre fine a ciò che sta accadendo”.
I talenti italiani e come bloccare il sistema
Il rischio è che questo non possa essere un caso isolato . Quali provvedimenti andrebbero presi?
“Sicuramente andrebbero fatti dei controlli e delle indagini più approfondite, senza guardare in faccia a nessuno. Auspico maggiore attenzione da parte della Figc e del Coni, perche ci sono persone serie che possono stroncare questo fenomeno. Se non si agisce adesso, poi diventerà difficile fermare l’onda che si sta creando”.
Intanto in Italia molti giovani fanno fatica ad emergere…
“Purtroppo questa è una situazione che intacca anche la nazionale, viste le difficoltà oggettive nelle convocazioni. In particolar modo, è preoccupante anche l’arrivo dei tanti stranieri nel nostro campionato. Tutti gli osservatori e i procuratori puntano su calciatori che provengono dall’estero. Nonostante tutto, i settori giovanili italiani sono vincenti e considerati tra i migliori al mondo. Come mai gli stranieri vengono preferiti ai nostri talenti? Secondo me anche questa è una vicenda da verificare…”
Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa ai nostri microfoni, il giornalista delle Iene Luca Sgarbi ha affermato: “il fenomeno è talmente esteso e radicato da decenni che, anche dirigenti o procuratori che non sono avvezzi a questi comportamenti, possono farsi ingolosire dal sistema”. Come si può bloccare tutto ciò?
“Tante volte, sbagliando, anche io ho messo la testa sotto la sabbia. Queste sono situazioni bruttissime e che dovevano essere affrontate tempo fa. Bagni non è il solo colpevole: il calcio è pervaso da queste vicende. Non è stato l’errore di un singolo, ma di tanti, incluso il mio. Anche le stesse società, a volte, sono responsabili di questi casi. Dobbiamo rimettere in sesto il nostro calcio giovanile”.
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