Youth League
Youth League, verdetti amari per le italiane: ok solo l’Inter, le altre escono con le ossa rotte
Soltanto l’Inter passa indenne il primo checkpoint: Atalanta, Napoli e Juventus salutano la Youth League ai gironi.
Youth League, l’ultima giornata emette tre sentenze di condanna per le italiane
Juventus, Atalanta e Napoli: poteva essere la settimana dei miracoli, ma il destino ha voltato le spalle alle italiane in Youth League. Condanna senza possibilità di appello, con l’arringa finale che non ha convinto perché scarica nei contenuti e nella forma. A sorridere è soltanto l’Inter, che stacca il pass per i sedicesimi con una dimostrazione di forza. Ecco il riassunto di un girone unico dal retrogusto amaro per le esponenti del nostro calcio.
La Youth League miete tre vittime già ai gironi
Napoli, il percorso può dare nuove consapevolezze
I partenopei si presentavano ai blocchi di partenza come una delle vittime sacrificali della competizione. Eppure, in una dimensione da pura outsider, i ragazzi di Rocco sono andati a tanto così da un passaggio del turno che avrebbe ridefinito i confini di un sogno. E infatti, dopo aver attraversato sei tappe di un viaggio molto intenso, il Napoli può guardarsi alle spalle con un po’ di rimpianti per l’epilogo finale. Gli azzurri hanno perso 2 volte, contro Manchester City e Benfica che a conti fatti rappresentano due realtà molto ambiziose.
Paradossalmente, a stonare sono i 3 pareggi consecutivi contro Sporting, Psv e Eintracht: nell’economia della classifica finale, risultano determinanti in negativo, nonostante delle prestazioni eroiche, di resilienza pura contro avversarie più attrezzate. Ottima la prova di forza col Qarabag, mentre contro il Benfica i partenopei durano solo un tempo, sgretolandosi dalle fondamenta in una ripresa a senso unico. Rimane però la consapevolezza di aver assaggiato un palcoscenico importante, e l’energia e le vibrazioni positive della Youth League andranno riversate in campionato, per alimentare la corsa salvezza.
Inter, un soprannome… calzante
Quando la chiamano “Pazza Inter”, non hanno tutti i torti: e il Dna, si sa, è ereditario e si trasmette anche alle categorie più basse. La Primavera nerazzurra parte scordandosi di immettere la prima e con il freno ancora azionato. Due pareggi singhiozzati con Ajax e Slavia Praga costringono i ragazzi di Carbone ad alzare i giri del motore: arrivano due sgasate immediate e in un certo senso obbligate dalla classifica, con le vittorie contro Union SG e Kairat Almaty. Sulla coda, una brusca frenata contro l’Atletico Madrid, ma è un’inversione di tendenza che serve come monito verso l’ultimo impegno.
La “manita” rifilata in pieno volto al Liverpool ne è la controprova: l’Inter ha una potenza di fuoco capace di fiammate improvvise e detonanti, a prescindere dalla caratura dell’avversaria. Ai playoff dunque, Mosconi e compagni sono pronti a recitare il ruolo di underdog di lusso; una mina vagante pronta a sprigionare tutto il suo potenziale offensivo.
Atalanta, la Dea scende all’inferno
Sembrerà brusco affermarlo con questi toni diretti: l’Atalanta, in questa annata di Youth League, ha iniziato perdendo subito i giri del motore e non ha mai dato l’impressione di poter riprendere a marciare. Col motore in panne già dalla prima uscita (un 5-1 rifilato dal Psg che sapeva di lezione di calcio), i bergamaschi perdono in casa anche contro il Bruges. Il 2-0 allo Slavia Praga ridà un po’ di inerzia, ma il pareggio a Marsiglia è un’anticipazione di un finale in flessione negativa.
Sei gol presi tra Francoforte e Chelsea sono la condanna definitiva in cassazione. 13 le reti subìte in 6 gare, una media di 2,17 per partita che è in netta controtendenza rispetto al Primavera 1, dove è l’undicesima miglior difesa ma incassa “solo” 1,28 gol ogni gara. Per concludere, da segnalare anche la sterzata netta nella produzione offensiva, che passa da 1,85 centri a match nel Primavera 1 ad esattamente 1 timbro a partita in Youth League. Cronache di un disastro evitabile.
Juventus colpita dal braccino del tennista
Avere il match point in casa propria, contro un’avversaria che non ha più nulla da chiedere al torneo, ed eclissarsi comunque sul più bello. Quella della Juventus è la caduta più rovinosa nelle tre che hanno coinvolto le italiane oggi. La doppietta di Pagio stava per concretizzare un clamoroso ribaltone, ma nella mezz’ora finale i bianconeri escono dall’orbita della partita, si fanno rimontare sul 2-2 dal Pafos e dicono addio ai sedicesimi a portata di mano fino a qualche istante prima.
Vanificato dunque uno sprint finale che aveva raddrizzato parzialmente il timone, dopo che i ragazzi di Padoin avevano imbarcato acqua nelle prime 3 uscite. 5 spallate tra Borussia Dortmund, Villareal e Real Madrid, soltanto 2 restituite (inutilmente, ai fini del risultato finale). Il pari con lo Sporting e il 2-6 al Bodo Glimt avevano ridato speranza, ma l’ultima follia di questo pomeriggio emette comunque una sentenza incontrovertibile.
Luca Ottaviano
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