Cittadella
Ceccarelli, il gioiellino del Cittadella: l’idolo Baggio, gli scudetti con la Roma e il primo gol in Primavera 2
Alla scoperta di Andrea Ceccarelli, l’ala sinistra del Cittadella Primavera: gol da favola e futuro da protagonista in maglia granata

Un tocco da campione: Ceccarelli si prende la scena al primo colpo
“Alcuni nascono per brillare, anche quando il cielo è coperto”. E Andrea Ceccarelli sembra essere uno di questi. In un momento di transizione delicato per tutto l’ambiente granata, il Cittadella Primavera si sta rivelando una delle note più liete. Costruita con attenzione, passione e una visione chiara, rappresenta oggi una delle scommesse più affascinanti del club, deciso a puntare con forza sulla crescita dei propri giovani. Dopo la retrocessione dalla Serie B, l’avvio della Prima Squadra in Serie C è stato tutt’altro che semplice, con tre sconfitte consecutive a pesare sul morale.
Ma è proprio dal settore giovanile che arrivano segnali incoraggianti, e tra i protagonisti di questa nuova “energia” c’è senza dubbio Andrea Ceccarelli. Giovanissimo, ma già capace di prendersi la scena, Ceccarelli incarna perfettamente lo spirito del nuovo Cittadella: determinazione, talento e voglia di soprendere. Nei primi due turni del campionato Primavera 2A, la squadra ha raccolto due pareggi, il primo dei quali, contro l’Udinese, arrivato dopo una super rimonta. Ed è proprio in quel contesto che Ceccarelli ha lasciato il segno, non solo con un gesto tecnico importante, ma con una presenza capace di accendere il gruppo e ridare fiato alla speranza. Un ragazzo su cui si può, e si deve, scommettere.
Quel bacio al polso: il gol, l’urlo, l’amore che non se ne va
Succede tutto in pochi minuti. L’Udinese segna due volte tra il 26′ e il 32′, il Cittadella sembra sul punto di crollare. Ma non Andrea Ceccarelli. Lui no. Lui si carica il peso della squadra addosso, come se quel momento non lo spaventasse, ma lo chiamasse. Al 42′, prende palla, guarda la porta e spara un tiro che non lascia scampo a Pirro: potente, preciso, rabbioso. Un gol bellissimo, ma non è solo il pallone in rete a fare rumore.
Lo è anche l’esultanza. Lo è soprattutto quel gesto, che dice tutto senza bisogno di parole. Ceccarelli corre verso la telecamera, si bacia il polso e poi lo rivolge dritto all’obiettivo. Su quel polso c’è inciso qualcosa che va oltre il calcio. C’è la sua mamma, volata via troppo presto, due anni fa. Un tatuaggio che è ferita, ma anche forza. Che è dolore, ma anche gioia. Un piccolo segno sulla pelle che urla al mondo intero un amore che non finirà mai.
Quel bacio, quel momento, è più di un’esultanza. È un abbraccio lanciato in cielo. È un modo per dire: “Ti sento ancora accanto a me, anche adesso, anche qui.” E in quel gesto c’è tutto Andrea. Il numero 10 che gioca col cuore. Il ragazzo che non dimentica, che ama, che combatte. E ora, dopo quel gol e quella luce che si è accesa negli occhi di chi lo guarda, viene naturale pensare che Manuel Iori non potrà non tenerlo d’occhio. Perchè uno come Andrea non passa inosservato. Nè in campo, nè nella vita.
Ceccarelli: un 10 nato per illuminare
Andrea Ceccarelli è il classico numero 10 che ogni allenatore sogna di avere. Fantasia, tecnica e intelligenza calcistica si fondono in un profilo capace di ricoprire con naturalezza tutti i ruoli dietro, e accanto, alla punta centrale. Non è solo un rifinitore: è un giocatore dotato di un’ottima visione di gioco, che sa accendere la manovra, scegliere il tempo giusto, leggere gli spazi e soprattutto sentire la partita. Ha qualità nei piedi, bravissimo nelle punizioni e quella calma elegante che in pochi hanno alla sua età.
Nato a Roma il 22 Gennaio 2006, Ceccarelli è cresciuto calcisticamente nella capitale, facendo tutta la trafila delle giovanili nella Roma. Lì ha messo in bacheca due scudetti nelle categorie giovanili. Un palmares che dice tanto sul suo valore e sul contesto in cui si è formato. Quest’estate ha scelto una nuova sfida: trasferirsi a titolo definitivo al Cittadella, in un progetto che punta forte sui giovani.
Il suo esordio in maglia granata con la Primavera, con gol contro l’Udinese, è stato solo l’inizio. In una squadra che vuole costruire futuro e identità, Andrea ha già cominciato a lasciare il segno. E chissà che, continuando su questa squadra, non arrivi presto anche la chiamata di Manuel Iori per il salto tra i grandi.
A ispirarlo ogni giorno c’è il mito di Cristiano Ronaldo, per la fame, il sacrificio e la determinazione che lo hanno reso quel simbolo che è ora. Ma in campo, Andrea porta nel cuore l’eleganza e la magia di un altro fuoriclasse: Roberto Baggio. Due icone diverse, ma unite da un filo comune che racconta bene anche lui: chi ha il fuoco dentro, lascia sempre una traccia.
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