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Verona, Sammarco: “Primavera formativa, i risultati contano. Cissè? Vidi subito che era superiore”
L’allenatore dell’Hellas Verona Primavera, Paolo Sammarco, racconta la crescita dei giovani, il valore del campionato e il suo approccio da tecnico.

Sammarco a 360°: il suo ruolo nella Primavera del Verona, i talenti e la crescita dei giovani
Prosegue con entusiasmo e grande senso di responsabilità l’avventura di Paolo Sammarco alla guida della Primavera dell’Hellas Verona. L’ex centrocampista, sulla panchina gialloblù dopo una lunga carriera da professionista tra Serie A e B, sta plasmando un gruppo giovane ma ambizioso, impegnato nel campionato Primavera 1.
Intervistato da Telenuovo, Sammarco ha analizzato diversi temi legati alla crescita dei giovani calciatori: dal livello tecnico e agonistico del campionato, alla gestione del gruppo e del rapporto umano con i ragazzi, passando anche per le prospettive future della propria carriera in panchina.
Il tecnico ha poi dedicato un pensiero speciale a Alphadio Cissè, uno dei talenti più interessanti passati dalle sue mani, ricordando come già ai tempi della sua prima esperienza con la Primavera avesse intravisto in lui qualità fuori dal comune.
Nel suo intervento, Sammarco ha trasmesso una visione chiara: quella di un allenatore che crede profondamente nel valore educativo e competitivo del settore giovanile, ma anche nella necessità di responsabilizzare i ragazzi, preparando ciascuno di loro al salto nel calcio dei “grandi”.
Le parole di Paolo Sammarco
Sul campionato Primavera 1: “È altamente competitivo. È un campionato in cui i valori sono abbastanza allineati, non ci sono squadre facili o impossibili da battere. È formante, troviamo squadre ben allenate e penso che sarà sempre più livellato verso l’alto. Forma giocatori pronti per giocare nelle prime squadre. Qui all’Hellas abbiamo a disposizione impianti e staff importanti, quindi indubbiamente i giocatori sono ‘coccolati’. Ma in campo c’è competizione e voglia di risultato. Quando giocavo io nella Primavera non c’erano retrocessioni e playoff, come adesso, e i ragazzi devono capire che si deve giocare per fare punti. Nel calcio dei grandi conta questo, quindi la Primavera è il primo step per capire questo aspetto”.
Sul futuro come allenatore: “Credo che siano esempi, come De Rossi alla Roma, di rimanere sempre nel settore giovanile. Dipende dall’ambizione di ognuno di noi. Io vivo nel presente e sono concentratissimo sulla Primavera, il futuro lo scopriremo”.
Sul rapporto con i giocatori: “Dipende anche dalle caratteristiche personali. Mi sento una persona equilibrata che ama il dialogo con i ragazzi. Attraversano un periodo importante della loro vita e devo avere un occhio di riguardo, ma è anche frutto della mia cultura”.
Su Alphadio Cissè: “Sono molto legato alla prima squadra che ho avuto, quella dei 2003 e 2004, in cui c’erano Calabrese, Bragantini, Florio… e c’era già Cissè. Ha grandissimo talento, ricordo che dopo il primo allenamento parlai col direttore e gli dissi che con me avrebbe sempre giocato, era superiore agli altri. È un ragazzo spensierato con grandi qualità. Nel calcio ci sono tante vie, ma sono convinto che la sua strada sarà buona. Il suo ruolo? Con me ha fatto la seconda punta e la mezz’ala. Sta bene sulla trequarti e gli piace fare gol, quindi non lo metterei troppo lontano dalla porta”.
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