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Genoa, tra storia e futuro: la Badia di Sant’Andrea diventa la casa dei talenti rossoblù. Le parole di Blazquez
Il Genoa inaugura la nuova casa dei giovani rossoblù alla Badia di Sant’Andrea: formazione, identità e futuro del vivaio.

Genoa, il fututo si costruisce dalle fondamenta
Il futuro si costruisce partendo dalle fondamenta – e il Genoa, il club più antico d’Italia, ha deciso di farlo nel modo più simbolico possibile. Sulla collina degli Erzelli, a Genova, la storica Badia di Sant’Andrea – un edificio che affonda le sue origini nel lontano 1100 – è rinata sotto una nuova veste: quella di convitto per i giovani calciatori rossoblù. Una casa vera, antica e moderna allo stesso tempo, che oggi diventa il cuore pulsante del progetto giovanile del Grifone. Un luogo dove storia e futuro si incontrano, dove la pietra medioevale si intreccia con il sogno di chi rincorre un pallone e un obiettivo.
Una cornice europea per i talenti di domani
Non poteva esserci scenario più suggestivo per un evento di respiro internazionale. Proprio tra le mura della Badia sono stati annunciati i 25 candidati al Golden Boy e le 10 finaliste del Golden Girl, i riconoscimenti che premiano i migliori talenti d’Europa. A fare gli onori di casa, il CEO del Genoa Andres Blazquez, affiancato dall’allenatore Patrick Vieira e da Marta Carissimi, responsabile del settore femminile rossoblù.
Una giornata che ha celebrato la nuova generazione di calciatori e calciatrici europee, ma che ha anche messo in luce la direzione che il Genoa vuole intraprendere: quella di un club che investe nella crescita, nella formazione e nell’identità dei propri giovani.
“Ora possiamo crescerli davvero”
Per Blazquez, la nuova struttura rappresenta una piccola rivoluzione culturale e organizzativa. “Quando siamo arrivati, i ragazzi vivevano in un albergo. Ora possiamo seguirli da vicino, curare la loro alimentazione, la loro formazione e la loro crescita umana. Devono solo pensare a studiare e a giocare” ha spiegato con orgoglio il dirigente.
La Badia non è soltanto un dormitorio, ma un vero centro educativo, dove lo sport si intreccia con la scuola e con i valori della vita quotidiana. Tutto è pensato per far sentire i ragazzi a casa: spazi comuni per studiare, cucine moderne, aree ricreative e un ambiente sereno che stimola senso di appartenenza e responsabilità.
Il contributo dei tifosi e il legame con la città
La rinascita della Badia di Sant’Andrea è stata possibile anche grazie alla partecipazione attiva dei tifosi. Un bond dedicato ha permesso di finanziare parte del progetto, rendendo il nuovo convitto un simbolo di comunità e orgoglio genovese.
“Da padre mi sento un po’ il papà di tutti loro” ha confessato Blazquez con un sorriso. “Stiamo costruendo non solo calciatori, ma persone. E vedere ragazzi come Honest Ahanor, oggi all’Atalanta, è la prova che questo percorso funziona”. L’obiettivo è chiaro: creare un modello sostenibile in cui i giovani crescano dentro e fuori dal campo, portando avanti il nome del club con serietà e passione.
Un modello che guarda all’Europa
Il sogno rossoblù, però, non si ferma qui. All’orizzonte ci sono nuovi campi di allenamento, realizzati in collaborazione con il Comune e la Regione. Un progetto che guarda alle grandi accademie europee come la Masia del Barcellona, pur restando fedele alla propria identità. “Una Masia genovese non è replicabile, ma siamo soddisfatti: il 3% dei nostri giovani ha già esordito tra i professionisti. E ora vogliamo alzare ancora l’asticella” ha sottolineato Blazquez.
Sport, educazione e identità
Un messaggio raccolto anche dalle istituzioni. L’assessore ligure allo Sport Simona Ferro, presente all’evento, ha ribadito il valore sociale dell’iniziativa: “Qui non c’è solo sport, ma educazione. Lo sport insegna a essere cittadini migliori.”
E i risultati iniziano già a vedersi. Giovani come Ekhator, Fini — autore di un gol con l’Under 21 contro l’Armenia — e Venturino rappresentano il presente e il futuro del club. “La nostra Primavera è una delle più giovani del campionato”, ha spiegato ancora Blazquez. “Molti di loro si allenano spesso con Vieira, altri sono impegnati con le nazionali. Per noi la Primavera è già la nostra seconda squadra.”
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