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Scuole calcio, il pensiero di Biasin: “È sbagliato selezionare i ragazzini solo per il fisico”
Il giornalista Fabrizio Biasin ha parlato delle scuole calcio: spesso si scelgono i giovani per il fisico a discapito della tecnica.
Crescita dei giovani: il tema delle scuole calcio
Ogni volta che la Nazionale italiana ottiene dei risultati negativi, torna d’attualità il tema della crescita dei nostri giovani calciatori. E l’opinione pubblica torna a scaldarsi, indicando varie problematiche e suggerendo possibili soluzioni per rilanciare il movimento calcistico azzurro. Tra le tante questioni sollevate, ce n’è una che spicca sulle altre: i criteri di selezione dei ragazzi nei settori giovanili.
“In Italia vogliamo giocatori grandi e grossi”, aveva avvisato Alessandro Del Piero – uno che di talento ne aveva da vendere -, trovando eco nelle seguenti dichiarazioni di molti addetti ai lavori, tra i quali l’allenatore Gian Piero Gasperini, oggi alla Roma. Nelle ultime ore ha affrontato nuovamente il discorso anche il giornalista Fabrizio Biasin, intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva. Interpellato da un ascoltatore sull’argomento, Biasin ha espresso il suo pensiero sulle scuole calcio e sui criteri che portano gli istruttori a portare avanti alcuni ragazzi a discapito di altri. Di seguito le sue dichiarazioni.
Le parole di Biasin
“Le scuole calcio non sono un problema, anzi, per fortuna che esistono. È la richiesta che viene fatta ai ragazzi a essere sballata. Da qualche tempo, anche in età quasi pre-scolare, si chiede ai ragazzi di mettere la competitività davanti a tutto il resto. Laddove dovrebbero essere lasciati liberi di esprimersi, si fa già una selezione sbagliata basata sulla fisicità perché si pensa prima di tutto al risultato. Così facendo, quindi, tante volte si penalizzano dei ragazzini che hanno un certo tipo di tecnica, ma magari con un fisico più esile, rispetto a chi ha un certo tipo di fisicità. Ma poi, quando si arriva all’età dello sviluppo i giocatori fisici vengono raggiunti dagli altri, ma non hanno lo stesso tipo di qualità. Penso che l’errore stia alla base, nel dividerli già quando sono così piccoli tra ‘forti’, perché sono fisici, e ‘non adatti’ perché non hanno quel tipo di caratteristiche. E credo che questo sia certamente sbagliato”.
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