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“Cerchiamo solo giocatori grandi e grossi. E il talento?”: Del Piero smonta il modello giovanile italiano
Alessandro Del Piero, intervenuto su Sky Sport, critica la mentalità dei settori giovanili italiani: “Abbiamo perso il focus sul talento”.

Crisi dei settori giovanili in Italia? Il dibattito in studio
Il tema della formazione dei giovani calciatori è tornato al centro del dibattito calcistico durante la puntata di ieri su Sky Sport, dove si è sviluppato un confronto particolarmente interessante sulle criticità e le prospettive dei settori giovanili italiani. A guidare la discussione il conduttore Fabio Caressa, affiancato da opinionisti del calibro di Luca Marchegiani, Beppe Bergomi, Paolo Di Canio, Alessandro Florenzi – qui il suo intervento sull’esempio di Alberto De Rossi – e Alessandro Del Piero.
Ognuno ha portato la propria visione, partendo anche dall’esperienza diretta nei vivai o nelle scuole calcio, per analizzare le differenze con i modelli esteri – in particolare Francia e Inghilterra, dove il sistema formativo è più strutturato, accessibile e sostenuto dai centri federali. Tra gli interventi più significativi, quello di Del Piero, che ha approfondito il tema con lucidità e passione, toccando uno dei nodi più discussi del calcio italiano. Di seguito le dichiarazioni dell’ex numero 10 della Juventus e della Nazionale italiana.
Le parole di Del Piero sui settori giovanili italiani
“Da noi è la mentalità che è cambiata e negli ultimi anni di Juve l’avevo già visto. Da noi li cercano grandi e grossi, non giriamoci intorno. Noi in Italia vogliamo giocatori grandi, grossi e veloci, perché il calcio adesso richiede questo e in Francia e in Inghilterra hanno giocatori con queste caratteristiche. Ma non è così. Noi in Italia siamo sempre stati più bravi a vedere qualcosa di diverso, ad avere l’occhio sul talento, sulla tecnica e su qualità diverse che oggi ci ha ‘rubato’ la Spagna. Oggi guardo il calcio giovanile in Italia e lo guardo in Spagna e sono due mondi totalmente diversi. Nelle giovanili vogliamo vincere i campionati, così gli allenatori fanno carriera, e questo è un problema”.
L’analisi sui settori giovanili
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