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Il silenzio di chi sa farsi capire: Gorosito, il terzino dell’Argentina che parla con i fatti

Protagonista della vittoria nell’ultima partita del Girone contro l’Italia: in casa Argentina brilla il talento di Gorosito.

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Gorosito Argentina

Gorosito, il terzino che parla con i fatti

Parla poco, ma si fa capire benissimo. Sul campo, Dylan Gorosito lascia che siano i suoi piedi a raccontare chi è. Nell’ultima gara dell’Argentina U20 al Mondiale in Cile, il giovane terzino del Boca Juniors ha fatto capire a tutti di che pasta è fatto: nel tabellino dei marcatori, accanto ai nomi più attesi dell’Albiceleste, è spuntato anche il suo.

Un gol da antologia contro l’Italia, un colpo di genio che ha racchiuso coraggio, tecnica e sfrontatezza. Una di quelle giocate che restano negli occhi e nelle memorie, soprattutto perché arrivano da un ragazzo che, fino a pochi mesi fa, era conosciuto solo dagli appassionati del settore giovanile argentino.

Il gol che ha steso l’Italia

A meno di venti minuti dal termine, Gorosito riceve palla largo a destra, a circa trenta metri dalla porta. Un controllo pulito, poi un dribbling secco che manda a vuoto l’avversario. Parte una serpentina tra tre maglie azzurre, un tunnel su Andrea Natali e infine il destro preciso che batte Nunziante. In pochi secondi, una giocata completa: velocità, equilibrio, fantasia e lucidità.

“Ho continuato la giocata e mi si è spalancata la porta”, ha raccontato nel post-partita, con la naturalezza di chi sembra non rendersi conto dell’impresa appena compiuta. Eppure quella rete è la sintesi perfetta del suo stile: intraprendenza da ala, piedi da regista e mentalità da attaccante aggiunto.

 

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Un protagonista in crescita

Ci sono voluti appena undici minuti al numero 4 argentino per lasciare il segno dopo essere subentrato. Ma non è stato un episodio isolato. Nelle prime due gare del girone, entrambe vinte contro Cuba e Australia, Gorosito aveva già mostrato tutto il suo valore partendo da titolare.
Contro Cuba, una sua sovrapposizione sulla destra aveva generato l’assist perfetto per la testa di Alejo Sarco. “Quella giocata la conosciamo a memoria dalle selezioni giovanili”, ha raccontato lo stesso bomber alla FIFA.

Contro l’Australia, stesso copione: dopo appena tre minuti, un lancio calibrato per Sarco, che non ha fallito. Due partite, due assist, e una costante: la capacità di incidere nel momento giusto, senza forzare le giocate ma leggendo la partita con maturità da veterano.

La fiducia di Placente

Il tecnico Diego Placente conosce bene il valore di Gorosito. Dopo la sfida con l’Italia, non ha nascosto la soddisfazione: “Ho fatto il cambio perché Santi Fernández è un difensore più bloccato, mentre Dylan ci dà qualcosa in più in fase offensiva. È entrato e ha cambiato la partita, è un grande giocatore e ci sta dando molto in questa fase.”

Parole importanti, soprattutto da parte di un ex terzino sinistro come Placente, che di corsie laterali se ne intende. La sua gestione equilibrata e il suo sguardo tecnico stanno valorizzando al meglio profili come Gorosito, capaci di unire aggressività difensiva e qualità in costruzione.

L’arma in più dell’Albiceleste

Degli otto gol segnati finora dall’Argentina, sei portano la firma degli attaccanti — Sarco (3), Subabre (2), Andino (1) — ma in molte situazioni la differenza l’hanno fatta i terzini. Gorosito, con le sue incursioni palla al piede, ha aggiunto una dimensione offensiva fondamentale, rendendo la squadra più imprevedibile e profonda.

E quando dalla panchina possono entrare talenti come Gianluca Prestianni o Ian Subabre — quest’ultimo miglior realizzatore del torneo in rapporto ai minuti giocati — si capisce la forza e la varietà di questo gruppo.

Un sogno che continua

La vittoria contro l’Italia ha consegnato all’Argentina il primo posto nel Gruppo D e la possibilità di affrontare una delle migliori terze negli ottavi. “Dedico il gol alla mia famiglia — ha detto Gorosito — mia mamma, la mia sorellina e la mia fidanzata sono qui, e condividere questo momento con loro è qualcosa di speciale.”

L’immagine finale è quella di un ragazzo che corre verso la tribuna per abbracciare i suoi cari. Un gesto semplice, ma che racchiude tutto: il talento, la determinazione e la gratitudine di chi sogna di scrivere la propria storia con l’Albiceleste. Passo dopo passo, lasciando che siano sempre i fatti — e non le parole — a parlare per lui.

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