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Gasperini sui giovani: “In Italia sbagliamo: nei vivai contano troppo i risultati e il fisico”

Gian Piero Gasperini parla di giovani e vivaio: “In Italia si sbaglia. Al Barcellona conta la tecnica, qui solo il fisico e i risultati”.

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Gian Piero Gasperini

Nel mondo del calcio, dove spesso le pressioni esterne e le aspettative immediate rischiano di bruciare i talenti prima ancora che sboccino, le parole di Gian Piero Gasperini suonano come un richiamo alla riflessione. Il tecnico dell’Atalanta, tra i protagonisti della stagione italiana per il gioco espresso e il progetto tecnico incentrato sui giovani, ha preso parte all’assemblea aperta del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo, intitolata “PMI in campo: fare squadra per crescere”. Un’occasione speciale per confrontarsi non solo sul calcio, ma anche sui modelli di crescita e sviluppo.

Le parole di Gasperini sui giovani

“In Italia commettiamo l’errore di chiedere subito i risultati anche ai ragazzi dei settori giovanili anziché lasciarli liberi di giocare e di sbagliare. A sei anni giocano già i tornei coi genitori che si azzuffano in tribuna. Si predilige la prestazione fisica su tutto”.

Una fotografia impietosa ma realistica di quanto accade nei vivai italiani, dove spesso l’obiettivo diventa vincere a ogni costo, piuttosto che formare. Una visione distante da quella che Gasperini applica nel quotidiano lavoro con la sua squadra. “All’Atalanta, certamente, si devono soprattutto valorizzare i giocatori, più che vincere. Si parte dalle qualità dei giovani da sviluppare e io che ho iniziato dai settori giovanili poi ho sempre lavorato con squadre che basavano la loro politica sui giovani. Ma in Italia sui vivai sbagliamo, i club professionistici sono diversi dai dilettanti perché scelgono i ragazzi di una spanna più alti”.

L’esempio Barcellona con i giovani: il pensiero di Gasperini

Un criterio fisico che, secondo il tecnico, impoverisce il bacino dei futuri talenti e riduce le possibilità di far emergere veri campioni. Confrontando l’approccio italiano con quello di altri paesi, Gasperini ha fatto riferimento a un esempio chiaro. “Così non escono campioni e le prime squadre sono zeppe di stranieri. Al Barcellona, invece, a parte Yamal che è un fenomeno, i giovani sono ragazzi normali anche fisicamente. In Spagna rispettano le caratteristiche di un popolo mediterraneo privilegiando la tecnica”.

Una filosofia chiara, fatta di pazienza, valorizzazione e rispetto delle peculiarità, che per Gasperini dovrebbe essere il cuore di ogni progetto giovanile serio. Un messaggio forte, che vale nel calcio come nelle imprese.

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