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Da Huijsen a… Leoni: la classifica dei 10 difensori U20 più promettenti
La stagione 24/25 ci ha restituito un bilancio molto positivo riguardo la crescita di molti talenti under 20: ecco la top 10 dei difensori.

Classifica difensori U20: qualche sorpresa e alcune certezze incrollabili
La stagione 24/25 è ormai ai titoli di coda ed è momento di verdetti e analisi. Scandagliando la mappa del nostro calcio, possiamo notare come sia stato un anno importante nella crescita di alcuni giovani talenti. Tra certezze, qualche scommessa e alcune sorprese: scopriamo la classifica dei 10 difensori U20 pronti ad accentrare su di sé i riflettori nell’immediato futuro.
1 – Pau Cubarsì
Cominciamo dalla più grande certezza. Da un difensore con il temperamento e le letture di un veterano, ma che alla voce “data di nascita” sulla propria carta d’identità riporta “22 gennaio 2007“. Più giovane dell’esordio assoluto di alcuni suoi compagni di squadra, il prodotto della Cantera del Barcellona gioca con i tempi e la consapevolezza di un autentico fenomeno.
Rapidità in allungo, veloce anche sul corto, il diciottenne ha completato un processo di transizione da “scommessa a basso rischio” a “certezza assoluta” della squadra. 56 partite disputate sulle 60 totali, un dato che chiarisce un aspetto non proprio secondario: in difesa, nei blaugrana, ruotano tutti tranne lui. E stanno cominciando ad arrivare anche le giocate risolutive: bagaglio tecnico e visione non gli mancano, e infatti è spesso l’innesco della prima costruzione o addirittura il rifinitore (4 assist stagionali).

Pau Cubarsì
2 – Dean Huijsen
Un altro spagnolo (anche se naturalizzato) in questa speciale classifica. Adam Kadmon direbbe: “Coincidenze? Io non credo”; così come non può essere una semplice coincidenza l’acquisto del classe 2005 da parte del Real Madrid, per una somma di circa 60 milioni. Il motivo di un esborso del genere è presto detto: nell’annata appena conclusa al Bournemouth, l’ex Juventus ha dominato la Premier League in entrambi i lati del campo. 32 le apparizioni in campionato, con un filotto di 29 presenze da titolare consecutive: in sostanza, dal 2 novembre scorso Huijsen ha tolto dal proprio vocabolario il concetto di “riserva” e ha inserito quello di “colonna portante” del sistema difensivo delle “Cherries”.

Dean Huijsen
3 gol, nessuno banale o con poco peso nell’economia del risultato: marchia a fuoco l’1-0 contro il Tottenham, lo 0-3 contro lo United e l’1-2 contro l’Arsenal. In sostanza, il ragazzo ha dimostrato di saper scegliere i momenti. Ed oltreoceano esclamerebbero: “ice in his veins” (ghiaccio nelle vene), mentre tra i cancelli di Vinovo c’è sicuramente qualcuno che rimpiange la scelta di averlo accompagnato alla porta fin troppo presto.
3 – Jorrel Hato
Nel pieno della propria formazione, tecnica e atletica, il talento cristallino dell’Ajax ha subìto un dirottamento tattico che ha assorbito con una leggerezza impressionante. Che fosse un fenomeno lo aveva intuito anche Francesco Farioli, quando nella sua prima amichevole da tecnico dei lancieri lo aveva visto dilettarsi in una rilettura della “cola de vaca” di Romario per scappare via ad un avversario. Forse però, una crescita di questa portata non se l’aspettava neanche lo stesso giocatore: padronanza della fascia sinistra, leadership, cambio di passo notevole e letture da top class. Il tutto condensato in un’annata da 2 gol e 6 assist in 31 presenze di Eredivisie, il 96% di queste partendo dal primo minuto.

Jorrel Hato
4 – Cristhian Mosquera
Un difensore del Valencia (squadra che ha subìto 54 gol in 38 incontri di Liga) in questa classifica. Sembrerebbe fuori contesto, ma lo spagnolo (torniamo al concetto di cui sopra) è l’esempio limpido di come i numeri e le statistiche alle volte deformino e plasmino la realtà dei fatti. Mosquera, in una massa caotica e senza riferimenti come il club del nord della penisola, è stato uno dei pochi a salvarsi, a fare da legante per dare struttura ad una squadra spesso vicina al tracollo. 37 partite giocate in campionato, tanta solidità e carisma da vendere, per un difensore strutturato e con grande senso dell’anticipo, ma ancora da lavorare nella forma tecnica.
5 – Myles Lewis-Skelly
Una scarica di entusiasmo, dinamismo e muscoli per supportare l’aggressione sul portatore ricercata da Arteta. Il terzino classe 2006 è entrato a gamba tesa sulla stagione dell’Arsenal e sulle gerarchie del pacchetto arretrato; tanto che dal momento del suo debutto, non è mai uscito dalle rotazioni dei titolari. Un ingresso in campo che ha dell’incredibile, perché anticipato da un giallo preso per essere andato a muso duro con Haaland (che gli rende 16 centimetri e 16 kg di muscoli). Un piccolo assaggio di un temperamento debordante, a tratti trascinante e che darà una scossa molto consistente all’annata dei “gunners”. Nessuno lo aveva visto arrivare, ma l’inglese si è preso la corsia di sinistra e l’ha battuta per 42 gare, condite da 1 gol, 3 assist e prestazioni da togliere il fiato (come le due offerte contro il Real Madrid ai quarti di Champions League).

Lewis-Skelly
6 – Giovanni Leoni
Finalmente degli sprazzi di tricolore e, spoiler: non sarà l’ultimo proveniente dal nostro campionato. Il 2006 si è imposto a Parma, piazza che gli ha lasciato i suoi tempi e gli ha dato anche modo di sbagliare. Oggi però, possiamo dire che la scommessa è stata vinta dai ducali: il diciottenne è stato protagonista di un’ottima seconda parte di stagione, dimostrando grande solidità, presenza fisica e pericolosità anche come fattore sulle palle alte. Un talento che ancora non ha compreso al 100% chi vuole diventare, ma che ha sicuramente dimostrato idee chiare e potenziale.

Giovanni Leoni
7 – Leny Yoro
Il contesto non lo ha aiutato, e anche la tenuta fisica lo ha lasciato con le ruote a terra. Eppure, il primo impatto di Leny Yoro con l’orbita Manchester United non è tutto da buttare. Reinserito gradualmente nell’undici dopo l’infortunio alla caviglia, che lo ha tenuto fuori fino ai primi giorni di dicembre, il francese ha mostrato sprazzi di quel talento che a Lille aveva stregato anche il Real Madrid. Ottimo il rendimento in coppia con Maguire, che è per natura un marcatore puro e lo sgancio dai compiti di pura copertura. E specialmente in Europa League, il suo apporto è tangibile: 1 gol fondamentale nell’aprire la scatola del match a Lione; infine, 1 assist nel 4-1 interno contro l’Athletic Bilbao. Impulsi che confermano la presenza di materiale su cui costruire.
8 – Hector Fort
Il secondo prodotto della “Masia”. Brillantissimo sul piano atletico e tecnico, Hector Fort figura così in basso soltanto per un minutaggio non molto consistente, che non ci dà un ampio spettro di vedute. Chiuso a sinistra da Baldé e Gerard Martìn, il catalano si deve accontentare delle briciole lasciate da un Koundé in grande spolvero. Eppure, quando gioca il laterale dimostra di saper aggredire la corsia e alimentare la proposta offensiva: 20 presenze e 638 minuti totali, in un Barcellona ricolmo di stelle. Stelle tra le quali ambisce di entrare, con il giusto spazio e delle opportunità in più.
9- Pietro Comuzzo
Partenza a razzo e finale leggermente a rilento. Nel mezzo, tanta esperienza accumulata e qualche acuto di talento. L’unico gol stagionale vale comunque tre punti di vitale importanza nella rincorsa all’Europa, durante l’ultima trasferta ad Udine e con un tacco di grande tocco e stile. Sono 33 le apparizioni in Serie A, in una stagione segnata anche dall’interessamento dell’Inter durante il mercato di gennaio.

Pietro Comuzzo
10 – Vitor Reis
Arriva sul fondo della classifica quella che è a tutti gli effetti una scommessa. Per il suo cartellino, il Manchester City ha sborsato 37 milioni di euro. Brasiliano, scuola Palmeiras come molti baby fenomeni carioca sbocciati nelle ultime annate (Endrick ed Estevao su tutti), il centrale dovrà aspettare la prossima stagione per affermarsi alla corte di Guardiola. Nel suo bagaglio di conoscenze in Inghilterra, finora figura soltanto 2 partite disputate in Fa Cup.
Luca Ottaviano
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