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Il ‘modello Parma’ prende forma, Cherubini: “Vogliamo dare opportunità ai giovani della Primavera”
Federico Cherubini, Ceo del Parma Calcio, ha parlato a La Gazzetta di Parma del progetto giovani del Parma: un modello sostenibile.

Cherubini, giovani e sostenibilità: così il Parma costruisce il futuro
Federico Cherubini, CEO del Parma Calcio, ha delineato con chiarezza le linee guida del progetto tecnico gialloblù in un’intervista concessa alla Gazzetta di Parma. Al centro della visione: i giovani, il vivaio, e una strategia di crescita sostenibile che guarda ai modelli virtuosi d’Europa – Ajax su tutti – ma con un’identità ben precisa e profondamente legata al territorio e alle potenzialità del club ducale.
L’età media più bassa della Serie A
Il Parma si presenta, ancora una volta, ai nastri di partenza del campionato con la rosa più giovane della massima serie. Un dato che non è frutto del caso, ma della volontà precisa della dirigenza. Cherubini lo ribadisce con decisione: “Non amiamo le rose troppo ampie, perché il rischio è di vedere ridotte le opportunità per i giovani più promettenti della Primavera”. L’obiettivo, quindi, è duplice: dare continuità al progetto tecnico e garantire al contempo una sostenibilità economica nel medio-lungo periodo.
Primavera protagonista: i casi di Trabucchi e Plicco
La linea verde del Parma non è solo teoria. In estate, infatti, due nomi emersi direttamente dalla Primavera hanno già assaporato la prima squadra: si tratta di Trabucchi, difensore centrale classe 2007, e Plicco, centrocampista anch’egli del 2007. Entrambi hanno preso parte al ritiro estivo, guadagnandosi l’attenzione dello staff tecnico e segnando il primo passo verso l’integrazione nel calcio dei “grandi”. La promozione di profili del settore giovanile, peraltro, non è solo un investimento sul talento, ma una scelta strategica che permette di rafforzare il senso di appartenenza e la conoscenza della cultura del club fin dai primi anni di formazione.
Un vivaio in fermento: i nomi da seguire
Non solo Trabucchi e Plicco. Il vivaio del Parma, rivitalizzato anche grazie all’arrivo di figure dirigenziali con una forte competenza nello scouting e nella valorizzazione dei giovani, come lo stesso Cherubini, può contare su diversi prospetti che già ora stanno facendo parlare di sé.
Tra i più profili futuribili:
- Astaldi, portiere presente già in ritiro in estate;
- Conde, difensore fisico, dinamico e intelligente;
- Mena Martinez, esterno difensivo con grande rapidità;
- Konate, mediano di fisicità;
- Vranici, centrocampista tecnico con visione di gioco;
- Cardinali e Ciardi, profili offensivi affidabili per caratteristiche;
- Mikolajewski, attaccante polacco con un grande futuro.
Inoltre, due colpi in prospettiva sono arrivati in questa sessione estiva: Avramescu e Dioro Diop, giovanissimi ma già sotto osservazione dello staff tecnico.
Alla ricerca dell’equilibrio tra competitività e sviluppo
Uno degli aspetti più delicati per un club che punta sui giovani è trovare il giusto equilibrio tra la competitività necessaria per restare in Serie A e l’esigenza di valorizzare i talenti in casa. Cherubini non nasconde che la rosa attuale sia “più abbondante di quanto avevamo pianificato”, un tema che sarà affrontato anche nel finale di mercato: “Potrebbero esserci opportunità in Svizzera, in Turchia, nella Repubblica Ceca. Vedremo nei prossimi giorni”. La volontà, insomma, è di snellire l’organico, non solo per ragioni economiche, ma per lasciare spazio reale ai giovani. Perché l’integrazione non sia simbolica, ma funzionale.
Niente modelli da copiare: il Parma fa scuola a modo suo
È facile, nel calcio moderno, cercare riferimenti nei grandi modelli europei: l’Ajax, il Benfica, l’Atalanta in Italia. Però niente copia e incolla. L’idea è ispirarsi, certo, ma con uno stile proprio, modellato sulla realtà del Parma e su una visione di club che parte dalla valorizzazione delle competenze interne.
In questo senso, anche la scelta di affidarsi a un allenatore come Carlos Cuesta – già noto per la sua attitudine al lavoro con i giovani – si inserisce perfettamente nella filosofia del club. Un tecnico in grado di dare spazio ma anche di guidare con mano ferma, senza bruciare le tappe.
La Serie A come banco di prova definitivo
La Serie A rappresenta la conferma della sostenibilità per continuare a crescere, un mattone alla volta, per il progetto Parma. Un palcoscenico che impone ritmi, pressioni e livelli qualitativi superiori, ma che può diventare anche un acceleratore importante per la crescita dei giovani.
La sfida è lanciata: non sarà semplice, ma il percorso è tracciato. Con uno sguardo rivolto al futuro e i piedi ben piantati nella realtà, il Parma Calcio si candida a essere un laboratorio virtuoso del calcio italiano. E chissà che, tra qualche anno, qualcuno non parli del “modello Parma” come oggi si fa con quello di Bergamo.
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