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Calori lancia l’allarme: “Solo chi ha coraggio, come con Leoni, può far crescere i talenti”

Alessandro Calori elogia Giovanni Leoni: il giovane del Parma è già un predestinato. “Serve coraggio per far emergere questi talenti”.

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Giovanni Leoni
Leoni

Le parole di Alessandro Calori, ex difensore e oggi attento osservatore del panorama calcistico, risuonano come un monito chiaro verso un sistema ancora troppo ancorato al passato. Intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, ha messo in discussione l’approccio del calcio italiano nei confronti dei giovani talenti: “Abbiamo paura di far giocare i giovani”, ha detto senza mezzi termini. Un ritratto impietoso ma realistico di una cultura calcistica che spesso preferisce l’usato sicuro all’investimento sul futuro.

Eppure, i casi come quello di Giovanni Leoni raccontano una verità diversa: quando il talento viene messo alla prova, può sbocciare rapidamente. Il giovane difensore del Parma, classe 2006, è solo all’inizio della sua avventura in Serie A, ma già viene valutato 40 milioni di euro. Una cifra che fa discutere, ma che secondo Calori è il segnale di un talento fuori dal comune.

Giovanni Leoni, un predestinato della difesa

Calori non nasconde la sua stima per Leoni, definendolo “un difensore attento, bravo nell’uno contro uno, con grandi prospettive”. Non è solo un giovane promettente, ma un giocatore che ha già dimostrato di poter stare in campo con autorità. Un predestinato, come tanti ne passano troppo raramente dalle nostre parti, spesso lasciati maturare altrove o frenati da una gestione prudente.

La valutazione da top player – che per molti potrebbe sembrare esagerata – viene invece vista da Calori come un investimento lungimirante: “Se devi spendere, lo fai per un 2006 che può essere il futuro, se viene valutato da una grande squadra”. È qui che emerge una visione chiara: il talento va coltivato sul campo, responsabilizzato, non tenuto sotto una campana di vetro.

L’Italia deve smettere di avere paura del futuro

Il messaggio più forte lanciato da Calori è tutto qui: smettere di avere paura. Il calcio italiano, per rinascere davvero, deve cambiare mentalità. Deve iniziare a fidarsi dei suoi giovani, a farli giocare, a metterli al centro di progetti tecnici e societari. Leoni è solo uno dei tanti che possono segnare un cambio di passo, ma servono più esempi concreti e meno retorica.

In un mondo del calcio sempre più globalizzato, dove i club stranieri non esitano a lanciare sedicenni e diciassettenni, l’Italia deve ritrovare coraggio. Perché il talento non manca. Serve solo una nuova fiducia, una nuova visione. Come quella che Calori, con parole semplici e dirette, ha saputo restituire con chiarezza: “Bisogna avere il coraggio di responsabilizzarli e farli venire fuori”. Giovanni Leoni, forse, è solo l’inizio.

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