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Bava: “Dall’U17 bisogna insegnargli la cultura del risultato. In Italia non ci sono giocatori? É una cretinata”
Massimo Bava sul calcio italiano: “Non mancano i talenti”. Giovani, agonismo e futuro della Nazionale al centro del dibattito

Massimo Bava sul calcio italiano: “Non mancano i talenti”. Giovani, agonismo e futuro della Nazionale al centro del dibattito
L’Italia è chiamata a sfatare il tabù legato alla valorizzazione dei giovani. Prendere esempio dalle politiche adottate dalle principali realtà europee può rivelarsi utile per pianificare con maggiore efficacia il futuro. Da tempo parte degli addetti ai lavori hanno attribuito la crisi del calcio italiano alla carenza di talento. In realtà, il declino del nostro sistema affonda in radici profonde. Il nostro calcio, in termine di qualitá, infatti non ha niente da invidiare rispetto a quello europeo. La lacuna più grande è legata alla mancanza di coraggio da parte delle società nell’adottare scelte forti e rischiose, ma necessarie per valorizzare e preservare il talento dei giovani. Tutte tematiche affrontate, ai microfoni di Sportitalia, da Massimo Bava, responsabile del settore giovanile del Catanzaro.

Massimo Bava
Bava, la Nazionale e l’importanza del risultato
Massimo Bava non condivide il pensiero di chi è convinto che l‘Italia non abbia talenti: “Non ci sono giocatori per la Nazionale? Sono cretinate.Personalmente vedo circa 300 partite ogni anno, girando tutti i campi italiani. Non sono né bravo né furbo, faccio soltanto il mio lavoro”. Il responsabile del vivaio del Catanzaro ha parlato dell’importanza della cultura della vittoria: “A volte sento dire che il settore giovanile non è più quello del passato e che non dobbiamo pensare al risultato, ma a produrre giocatori. Adesso trovatemi una squadra di Primavera, ultima in classifica a 0 punti, che produce giocatori: non ce n’è. Dall’U17 in su i giovani devono capire di essere dei veri calciatori, insegnando la cultura della competizione dell’agonismo e del risultato”.
I troppi stranieri e un aneddoto
Un altro tema affrontato è stato quello dei troppi stranieri presenti nelle squadre, anche giovanili: “Una formazione Primavera non può avere 11 stranieri in campo: è una cretinata dire che in Italia non ci sono giocatori”. Secondo Bava il problema è legato alla mentalità italiana: “Non abbiamo più voglia né di investire sui giovani né di girare i campi. Un mio collega di Torino, qualche anno fa, esprimendosi su Baldanzi mi disse: ‘É troppo piccolo, dove vuoi che vada?’ In Italia diamo giudizi troppo affrettati”.
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