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Nazionali Giovanili

Italia U17, la macchina (quasi) perfetta di Favo: cosa manca per candidarsi con forza come favoriti al Mondiale?

L’Italia U17 bissa il successo dell’esordio nel Mondiale di categoria: cosa manca ancora ai ragazzi di Favo per definirsi favoriti?

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Italia U17

Italia U17, un ruggito detonante per blindare i sedicesimi

A giudicare dalle prime due uscite del Mondiale, l’Italia U17 ha preso alla lettera l’appello della sua guida tecnica. Massimiliano Favo, nell’immediata vigilia dell’esordio nel torneo, parlava di “onorare la maglia azzurra, senza porsi limiti”. Ebbene, di quello spirito, questa squadra ne è la rappresentazione fedele: famelici, fin da subito con l’orizzonte spostato sempre più in là, ad osare dove lo sguardo non arriva. Blindati i sedicesimi di finale, adesso si attendono gli ultimi segnali da chi non è ancora salito in cattedra, prima di uscire allo scoperto e presentare la propria candidatura formale al tavolo delle grandi.

Il vantaggio di essere ancora tra le outsider

Dal vangelo secondo gli “Underdog”, capitolo 1: spesso, figurare tra gli outsider è un vantaggio. Aiuta a spostare le pressioni su altri, a ricercare motivazioni anche in un’opinione pubblica che non dà il giusto spessore ad un gruppo. L’Italia U17 è la messa in pratica di questa definizione: sulla carta, il power ranking ci vede dietro a grandi colossi mondiali. Eppure, il calcio sfugge alle statistiche ed è l’esatto opposto di un’equazione esatta: si misura anche nelle sensazioni e nel percepito che una squadra può dare. Passando ai raggi X le prime due uscite al Mondiale, gli “azzurrini” mandano vibrazioni molto positive: entusiasmo e una generosa dose di incoscienza, mescolati con killer instinct e temperamento “q.b.”. I ragazzi di Favo si trovano a proprio agio a recitare il ruolo degli intrusi

I grandi volti dell’Italia U17

Ad offrire gli sprazzi più accesi di colore è sicuramente il ragazzo con la 10: Samuele Inacio non è solo un leader di questa Nazionale; ne è l’accentratore e il fine ultimo. All’esordio ha orientato la partita con il graffio da 3 punti, mentre ieri pomeriggio ha spazzato via dal campo la Bolivia con un uragano di talento e giocate risolutive. 1 gol 2 assist a referto e una sensazione di manifesta superiorità, come se fosse un gigante tra le formiche.

Ma nel 4-0 rifilato ai sudamericani c’è anche tanto Simone Lontani: nella partenza spaventosa col Milan c’è quella consapevolezza della propria forza che gli sta permettendo di dominare anche in un palcoscenico così scintillante. Il suo gol è una masterclass di cinismo e senso del gol: senza guardare la porta, con il controllo crea separazione col difensore; poi, in una frazione di secondo ha già deciso di piazzarla ad un dito dal palo lungo. Un modo perfetto per presentarsi al Mondiale, così come ha fatto Destiny Elimoghale: oggi partiva dalla panchina, ma sulla conduzione di palla e l’offerta di Inacio, ha sverniciato l’ultimo difensore depositando alle spalle del portiere il gol che ha messo il lucchetto ai tre punti.

Andrea Luongo invece si sta gestendo, centellinando i momenti sotto i riflettori ma illuminando comunque grazie all’invito per Inacio in occasione del colpo dello 0-2 contro la Bolivia. Benit Borasio invece è sempre più leader, con le sue letture sopra la media e la grande presenza fisica

Cosa manca per scoprire definitivamente le carte?

5 gol fatti, 0 subìti, tutti gli attaccanti coinvolti, una tenuta difensiva ermetica e una porta minacciata soltanto da un calcio di rigore (neutralizzato dal portiere) in oltre 180 minuti. Eppure, basta un granello di sabbia per far inceppare l’ingranaggio. È per questo che lanciarsi ora nello scomodo terreno dei pronostici sarebbe controproducente. I rapporti di forza ci vedono ancora dietro alla corazzata Portogallo, reduce da uno scintillante 0-7 e con una differenza reti di +11. Anche l’Argentina e il Belgio (orfano della stellina Jorthi Mokio) possono fare paura, così come i campioni uscenti della Germania e il Brasile. Il vero valore della Nazionale dunque, si vedrà quando la caratura dell’avversario sarà inevitabilmente maggiore di Qatar, Bolivia e Sudafrica.

E oltre alla necessità di un banco di prova più stimolante, c’è bisogno che alcuni interpreti alzino ulteriormente il livello. Non abbiamo infatti ancora visto la miglior versione di Idrissa Mambuku Amihere Iddrisa. Inoltre, Alessio Baralla deve ancora prendere in consegna le chiavi del centrocampo: esordio ordinato e senza sbavature, mentre con la Bolivia Favo gli ha preferito Prisco in cabina di regia. E quando anche Federico Steffanoni entrerà a pieno regime, potremo dire di puntare veramente al successo.

Luca Ottaviano

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