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ESCLUSIVA- Rahman, il calcio italiano e la questione giovani: “Un problema culturale. Seconde squadre? Non risolvono il problema”

Omar Ramhan, agente di Elia Caprile, ha parlato dei problemi del calcio italiano, ponendo attenzione sul poco spazio dato ai giovani italiani

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Omar Rahman, agente di Elia Caprile, ha parlato dei problemi del calcio italiano, ponendo attenzione sul poco spazio dato ai giovani italiani

Il calcio italiano è da tempo al centro di un ampio dibattito sulle riforme da intraprendere. Molti degli addetti ai lavori criticano l’arretratezza del nostro sistema rispetto a diverse realtà europee. Dalla carenza di strutture adeguate ai pochi investimenti fatti per rinforzare il settore giovanile. I risultati ottenuti negli ultimi anni dalla Nazionale maggiore sono lo specchio di un sistema che non valorizza sufficientemente i giovani , puntando invece su pari età stranieri  con un bagaglio d’esperienza però maggiore. La speranza è che il calcio italiano torni ai fasti di un tempo, tornando a produrre talenti che possano fare la differenza sia con il proprio club che con la propria Nazionale. Noi di Mondoprimavera abbiamo intervistato Omar Ramhan, procuratore insieme a Graziano Battistini tra gli altri di Elia Caprile del Cagliari. Con lui abbiamo parlato dei problemi e delle soluzioni che potrebbero essere adottate per rilanciare il calcio italiano. Queste le sue parole.

Italia U21

L’Italia U21, eliminata ai quarti di finale dalla Germania nell’ultimo Europeo (Credit foto: Leonardo Bartolini)

Rahman, problema culturale e la Nazionale

Il calcio italiano sta attraversando un momento non semplice per quanto riguarda la crescita dei talenti: un problema di mentalità delle nostre società?

“Non credo che il problema riguardi solo le società. Tutti i soggetti del sistema devono porsi la domanda se stiamo perseguendo la strada corretta nel far crescere i nostri giovani. Io credo che il nocciolo della questione sia soprattutto culturale , in tutte le sue sfaccettature. Da un lato inseguiamo in maniera spasmodica il talento dimenticando che prima di sviluppare l’atleta bisognerebbe aiutare questi ragazzi a diventare uomini , dall’altro lato non c’è una sinergia tra il sistema istruzione e il sistema calcio . La scuola è importante per evitare che il talento vada disperso. Sembra una banalità ma solamente tra i banchi di scuola si può imparare che se studi e ti applichi riceverai valutazioni positive , al contrario riceverai valutazioni negative , come nel calcio…. Il sistema americano potrebbe essere un esempio da seguire in merito”

Eppure, per ciò che concerne la Nazionale italiana, le selezioni giovanili hanno dimostrato di
avere un ottimo potenziale, mettendo in mostra tanti giovani interessanti…

“Si concordo , ma il salto tra il mondo giovanile e il mondo professionistico è molto arduo , certo bisognerebbe armarsi di coraggio nel dare la possibilità ai ragazzi di mettersi in luce , ma siamo disposti ad avere pazienza ed equilibrio poi nell’accettare i loro errori o a frenare questa innata voglia di definirli fenomeni o predestinati ?”

Scandalo Iene e la carenza delle strutture

Lo scandalo sollevato dalle Iene qualche settimana fa ha evidenziato come in alcune realtà,
l’aspetto economico possa essere anteposto alla meritocrazia e al talento: quali sono a suo parere le
soluzioni che si potrebbero adottare per evitare casi di questo tipo?

“Sinceramente non ho delle soluzioni perché credo che siano dei casi talmente isolati che eviterei di darci troppo peso , ben vengano queste inchieste , nel caso in cui ci fossero state delle violazioni sarà compito della commissione agenti intervenire . Io credo fortemente e unicamente nella meritocrazia . Essa è come il vincitore de llamaratona , sulla distanza vince sempre”. 

In Italia esiste un problema di strutture?

“Si , credo che sia troppo evidente . Solo pochissimi club possono dire di avere un centro sportivo di alto livello . Ovviamente siamo indietro anni luce , i più sono dei campi da calcio con degli spogliatoi , il concetto di centro sportivo è tutt’altro. Perché siamo il popolo del tutto e subito , di natura non abbiamo pazienza e non abbiamo la voglia di coltivare , speriamo di scendere in giardino e vedere i fiori fioriti
senza innaffiarli”. 

L’utilità delle seconde squadre

Le squadre U23 possono ridurre il gap esistente tra settore giovanile e calcio professionistico?

Si possono aiutare ma non risolvono il problema , come la questione minutaggi in C , che voleva aiutare i giovani ma alla fine si sta premiando la quantità a discapito della qualità . Non esiste una formula magica , esiste unicamente la programmazione.Prima inizieremo a programmare a lungo periodo e prima cominceremo a metterci al passo con gli altri paesi europei . Come dice Pat Riley “ L’eccellenza è il risultato graduale dello sforzo costante di far meglio “.

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