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ESCLUSIVA MP – Lomonaco: “A Crotone ho lasciato una mentalità vincente. Per alzare il livello in Italia bisogna dare più spazio ai giovani”
Francesco Lomonaco, ex allenatore della Primavera del Crotone, ha parlato ai nostri microfoni tra il suo passato e una visione sui giovani.

L’intervista a Lomonaco, ex allenatore della Primavera del Crotone
Dalla doppia veste di allenatore-giocatore in Serie D con la Pro Vasto nel lontano 2001/02, passando per le promozioni conquistate con l’Isola Capo Rizzuto e il Cirò Marina, fino alla finale playoff di Promozione persa con il Torretta (prima di una gloriosa rimonta nell’anno precedente dalla parte bassa alla metà della classifica). Francesco Lomonaco ha sempre lasciato il segno ovunque sia passato. Ma è nel vivaio del Crotone che il tecnico ha costruito un’identità chiara e riconosciuta sia nel calcio dilettantistico che nei settori giovanili. Undici stagioni nel settore rossoblù, vari giovani lanciati nel professionismo, record di punti con la Primavera, e quarti di finale con l’Under 17 contro la Roma nel 2019/20, meta importante raggiunta recentemente dal club calabrese. Noi di MondoPrimavera lo abbiamo intervistato per farci raccontare i suoi segreti e gli obiettivi per il futuro.
Mister, undici stagioni in un vivaio come quello del Crotone non rappresentano solo un traguardo personale, ma un percorso fatto di relazioni, crescita e risultati. Qual è l’eredità più importante che sente di aver lasciato?
In questi anni ho cercato di trasmettere una mentalità vincente, che non significa solo cercare di vincere, ma giocare sempre con l’obiettivo di farlo. Penso che l’eredità più importante sia quella di aver lasciato un’idea di calcio propositivo, una passione per il lavoro quotidiano e un atteggiamento positivo verso ogni sfida. Ho avuto la fortuna di allenare tanti ragazzi che ora giocano in categorie superiori, e questo mi rende estremamente orgoglioso. Loro sono sempre stati al centro del mio lavoro, e per me la crescita individuale è stata fondamentale.
Ha visto passare tanti ragazzi, ma alcuni sono arrivati in prima squadra e ci sono rimasti: Giannotti, Borello, Cuomo, Cantisani, Chiarella. Oltre al talento, cosa serve davvero per fare il salto di qualità?
Oltre al talento, credo che la chiave sia avere una grande fame di migliorarsi. Questo significa allenarsi al massimo ogni giorno, affrontare ogni gara come se fosse una finale e non accontentarsi mai. La fame di successo e la volontà di non fermarsi mai sono fondamentali per fare il salto di qualità. Questi ragazzi sono cresciuti grazie alla loro dedizione e alla continua ricerca di miglioramento, e credo che sia stato proprio questo aspetto a fare la differenza.
Con l’Under 17 ha raggiunto un magnifico traguardo, due volte quinto in Italia e una volta tra le prime otto, uscendo contro la Roma nei quarti di finale. Cosa ricorda di quella stagione?
Quella stagione è stata un’esperienza indimenticabile. Il percorso che ci ha portato ai quarti di finale contro la Roma è stato straordinario, soprattutto considerando che abbiamo affrontato squadre come Roma, Napoli, Fiorentina, Pescara e altre realtà di livello top, con metà del nostro gruppo che era sotto età. Il fatto che siamo riusciti a competere alla pari con squadre di quel calibro, sia a livello mentale che tecnico, è stato un enorme motivo di orgoglio per me e per i ragazzi. È stata una grande conquista, al di là del risultato finale.
Nella stagione 2022/2023 ha ottenuto il record di punti con la Primavera, ben 41. Cosa funzionava così bene in quel gruppo?
Quella squadra aveva un mix perfetto di qualità e applicazione. Ogni allenamento era affrontato con grande serietà e dedizione. C’era un’atmosfera di allegria e una partecipazione incredibile da parte di tutti i ragazzi. Ma ciò che mi ha colpito di più è stata la mentalità del gruppo, la voglia di migliorarsi ogni giorno. Il fatto che abbiamo raggiunto il record di punti con una squadra che aveva anche molti ragazzi sotto età dimostra quanto fosse solido e coeso il gruppo.
Pensa che negli anni ci sia stata un’evoluzione notevole nei settori giovanili?
Assolutamente. Negli anni c’è stata una crescita notevole, ma credo che ci sia ancora molto da fare. Per alzare il livello, bisogna dare più spazio ai giovani, soprattutto dopo che escono dalle giovanili. Purtroppo, molte volte ci si ferma troppo presto, senza concedere loro le opportunità di crescere. Quello che serve è più coraggio da parte degli addetti ai lavori, fiducia nelle qualità dei ragazzi. Se un giovane ha talento, dimostra rapidamente di poter competere anche a livelli superiori.
Ha allenato anche in contesti molto diversi, dalle categorie regionali alla Serie D. Quanto pesano queste esperienze nel formare un coach?
Sono esperienze che ti arricchiscono sotto ogni aspetto. Ho iniziato allenando i grandi, vincendo campionati e facendo salvezze importanti, prima di passare ai giovani. Ogni categoria ha le sue peculiarità, e ho imparato tanto sia dal punto di vista tattico che metodologico. Ma forse ciò che mi ha arricchito di più sono stati gli aspetti mentali e psicologici, che sono completamente diversi tra allenare i grandi e i giovani. Ogni esperienza ti dà qualcosa di prezioso che poi puoi applicare in contesti diversi.
Qual è la sua idea di calcio?
Il mio calcio è propositivo, offensivo e proattivo. Cerco sempre di giocare per vincere, ma anche per divertire. Naturalmente, in base ai giocatori a disposizione e alle esigenze di ogni singola partita, l’approccio può variare, ma la base rimane sempre la stessa: cercare di imporsi sul gioco, di proporre calcio e di affrontare ogni sfida con mentalità vincente.
Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?
Sicuramente, il mio obiettivo è continuare a crescere come allenatore. Ho avuto la fortuna di allenare nei settori giovanili e mi sono trovato molto a mio agio, ma mi piacerebbe anche tornare ad allenare una squadra di adulti. Voglio mettermi alla prova, fare il massimo e continuare a migliorarmi, applicando tutto quello che ho imparato in questi anni. Se riuscirò a farlo con la stessa passione e dedizione di sempre, sono sicuro che potrei ottenere altre soddisfazioni.
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