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Primavera 2B

Avellino, gli invincibili di Molino: idee, grinta e qualità

L’Avellino di Molino è l’unica imbattuta tra Primavera 1 e 2: 9 partite, 0 sconfitte, 18 gol e 5º posto a -4 dall’Empoli. Un percorso costruito su idee, rimonti e identità.

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Luigi Molino Avellino

Avellino, ancora zero sconfitte: un percorso fatto di voglia e idee

Ci eravamo prefissati dall’inizio di voler crescere, sempre di più, per poter competere nelle categorie nazionali”, si parte da qui. Dalle parole del responsabile del settore giovanile dell’Avellino, Giuliano Capobianco. Perché, per spiegare nel miglior modo possibile dei risultati sbalorditivi, bisogna sempre fare un passo indietro e osservare chi, lavorando sotto traccia, permette di costruire un edificio solido. Questo è proprio il caso del settore giovanile biancoverde: cresciuto nelle difficoltà; arrivato, con progettazione e voglia, in Primavera 2 e consolidatosi nella categoria. Che, ad oggi, sembrerebbe solo un transito per gli irpini: ancora imbattuti nelle 9 giornate disputate (3 vittorie, 6 pareggi), frutto di un lavoro diligente di tutte le componenti. Società, staff tecnico (con Molino, allenatore dei lupacchiotti, vero punto fisso) ed un organico ricco di qualità e profondità.

Avellino, la lungimiranza porta lontano: una crescita tra idee teoriche e sviluppo pratico

Il lavoro societario e la scelta dell’allenatore

Come aveva raccontato in esclusiva al nostro portale Giuliano Capobianco, il lavoro dei lupi parte da un periodo difficile, quello del Covid, arriva ad oggi e pensa ad un futuro roseo. Nel tempo, l’obiettivo societario è sempre stato presente e visualizzato: crescere, competere e formare. Ed ora, l’Avellino può godersi il suo grande momento di forma anche grazie alla programmazione di questi anni, in cui i biancoverdi hanno cementificato il progetto inserendo gli uomini giusti in tutte le posizioni. A partire dalla decisione dell’allenatore, arrivato sulla panchina dell’Avellino nel finale della scorsa stagione per portare alla salvezza la squadra imbrigliata nelle zone basse della classifica. Fino alla scelta e alla formazione dei giovani talenti: inseritisi alla perfezione nel progetto tecnico di Molino.

Se i frutti della progettazione, ora, iniziano a vedersi, questo è anche per merito di un allenatore capace di rivoluzionare le aspettative del club biancoverde. Come detto, l’esperienza di Luigi Molino, ex calciatore bandiera della squadra irpina, parte lo scorso anno nelle difficoltà. Con lavoro e carattere, caratteristiche che lo hanno sempre contraddistinto, il “Drago” è riuscito a portare i biancoverdi alla salvezza. Costruendo, in questa stagione, un progetto tattico che ha permesso ai suoi ragazzi di essere ancora imbattuti dopo 9 giornate disputate. Rendendo l’Avellino l’unica squadra, tra Primavera 1 e i due gironi di Primavera 2, ancora con zero sconfitte. Un dato che riflette al meglio ciò che il tecnico biancoverde è riuscito a formare.

Le caratteristiche dell’Avellino di Gigi Molino

Blocco medio, linea difensiva alta, con difensori fisici e di gamba, ma equilibrata dal mediano, pressing di riconquista ed esterni in copertura in fase di non possesso. In costruzione, si parte dal basso: terzini di spinta; regista e interditore intelligente; centrocampisti mobili e invasori, ali rapide capaci di creare superiorità numerica e un attaccante letale in area di rigore e abile nel legare il gioco. 4-3-3, con tante variabili e alcuni punti fermi. Ma non solo: Molino è un allenatore duttile, capace di rendersi malleabile alle situazioni e agli avversari, riuscendo anche con grande esperienza a leggere al meglio le partite a gara in corso e a mutare nel corso di queste. Proprio questo ci porta ai dati che, nella prima parte di campionato, più riflettono le grandi capacità dell’allenatore dei lupi: abile a dare il suo imprinting mentale e tattico.

L’Avellino è una squadra anche dalle grandi risorse umorali, una di quelle che non cede mai il passo anche quando tutto sembra andare per il verso sbagliato: i biancoverdi, infatti, hanno conquistato 11 punti, su 15 totali, da situazioni di svantaggio. Segnale chiaro di quanto la squadra non sia mai doma. Una statistica che riporta, dunque, alle abilità del tecnico nella lettura dei momenti e delle sostituzioni: sono, cercando la praticità, 4 i gol pescati dalla panchina, ma la vera rivoluzione è fatta anche di energie nuove capaci di sovvertire l’inerzia dei match. Tutto questo ha permesso al club giovanile biancoverde di restare lì, nelle zone alte della classifica, al quinto posto, a soli 4 punti dall’Empoli capolista, con il terzo miglior attacco del girone (18 gol fatti).

Gli ingranaggi del sistema

Società, staff tecnico, ma anche, e ovviamente, calciatori. Coloro capaci di mettere in pratica il flusso di idee della parte dirigenziale e tecnica. Gli ingranaggi del sistema di Molino sembrano funzionare alla perfezione, ben oliati e consapevoli della propria importanza. Il calcio moderno, si sa, ha reso importante ogni membro della squadra: in un campionato lungo, le 5 sostituzioni diventano fondamentali e annullano le gerarchie, mettendo tutti sullo stesso piano. La forza dei lupacchiotti è anche in questo: tutti possono considerarsi titolari, lo ha ripetuto più volte anche lo stesso tecnico. E allora la fiducia aumenta e i risultati arrivano.

Gli uomini di Molino

L’Avellino parte da una difesa importante: Barone, o Margiotta, in porta; Manzo e Volpe in difesa, giocatori fisici anche con il vizio del gol. A questi va aggiunto anche Aloisi, un pilastro dello spogliatoio di Molino che ha sempre risposto presente con prestazioni di gran livello. Sulle fasce Mellino, convocato anche in prima squadra contro l’Empoli (nella tredicesima giornata di Serie B), e Catalano: corridori, con propensione offensiva e senso della posizione in fase difensiva.

In regia c’è Amiranda, reale punto fermo, per caratteristiche, del sistema avellinese: tanta qualità, nella visione, nelle scelte in fase di possesso e nella capacità di ripulire i palloni in fase di disimpegno; fondamentale anche in copertura: contrasti, interdizioni e tanta corsa. Ma il centrocampo dei lupi passa anche tra i piedi di Di Costanzo, il numero 10: mezzala di inserimento, regista avanzato, ma anche largo. La duttilità e le qualità del classe 2007 permettono ai lupi di essere sempre pericolosi negli ultimi 30 metri di campo. Poi Santoro, Giunto, Sarcinella, Vignoli: un reparto amalgamato perfettamente, che combina tecnica e fisicità.

Infine l’attacco, con D’Onofrio punta di diamante: 6 gol realizzati nelle 9 giornate disputate. Un reparto con grande profondità: Donato e Boudaas danno fiato al 9 degli irpini. E, poi, gli esterni d’attacco, coloro capaci di rendere i lupacchiotti imprevedibili: D’Auria, De Michele, Delishi, Antoci. Giocatori importanti, con un bagaglio tecnico di livello, che sentono la porta e mandano a rete i compagni: 6 i gol realizzati in totale da loro e numerosi assist, un dato che consolida l’importanza dei laterali offensivi nel sistema di Molino.

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