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“Money Road”, la strada della sostenibilità: quando gli investimenti sui giovani portano incassi alle società

Scopri quanto costa una squadra Primavera e come i club italiani investono nel settore giovanile per creare valore e sostenibilità economica.

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Money Road
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La Money Road del calcio italiano: quanto costa una Primavera e come i club investono nei giovani per creare valore e sostenibilità

In un calcio moderno dove la sostenibilità economica è sempre più centrale, i vivai rappresentano una risorsa strategica per costruire il futuro e generare valore. Tra strategie territoriali, scouting internazionale e seconde squadre, ogni club percorre la propria “Money Road” – prendendo in prestito il titolo del nuovo programma di Sky – per valorizzare il settore giovanile. In questo viaggio, analizziamo modelli virtuosi e costi di gestione, partendo da un dato chiave: quanto costa davvero una squadra Primavera?

Kenan Yildiz

Kenan Yildiz

Quanto costa una squadra Primavera?

Per capire se e in che modo investire sui giovani possa essere utile a una società calcistica, il primo passo da fare è capire quanto costa mantenere un  settore giovanile. In Italia, negli ultimi anni, sono tante le società che hanno scelto di puntare sulla formazione dei giovani, come testimoniano i dati. Si parla di circa 100 milioni di euro spesi dai club ogni anno per mantenere i rispettivi vivai, partendo dagli Esordienti fino ad arrivare alla Primavera.

In media, una società spende all’incirca 5,8 milioni di euro all’anno tra stipendi, mantenimento delle strutture, iscrizioni ai campionati e costi di gestione per il proprio settore giovanile, con la squadra Primavera che impatta, generalmente, quasi per metà su questa cifra (fra i 2 e i 2,5 milioni di euro). Chiaramente i costi variano in base alle scelte societarie: squadre come Inter e Juventus, giusto per citarne un paio, investono solitamente cifre più alte.

Una cifra importante, soprattutto per medi e piccoli club, con entrate ridotte rispetto alle grandi società del nostro calcio. Utilizzare i prodotti dei propri vivai per fare cassa, allora, diventa fondamentale. Sia per rientrare dell’investimento effettuato, sia per poter migliorare il livello del settore giovanile e della propria rete di ricerca. E questo lavoro può essere fatto con tante, tantissime strategie differenti, efficaci non solo per chi può permettersi di investire grandi somme di denaro, ma anche per chi, invece, deve agire in maniera più oculata. Per seguire una ‘Money Road’ diventa fondamentale e necessario.

Money Road

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Una Primavera “regionale”: così i club valorizzano il territorio

Una prima strada, per esempio, è quella della valorizzazione del rispettivo territorio. Una strada che alcuni club percorrono da anni, attingendo a un ampio bacino di giovani promesse attraverso affiliazioni con società più piccole e uno scouting di livello. Il caso più eclatante è quello del Cagliari, che da anni lavora benissimo per portare giovani giocatori sardi tra le fila della prima squadra, spesso con ottimi risultati.

Il caso più eclatante è sicuramente quello di Nicolò Barella, ceduto per la cifra record di 37 milioni di euro all’Inter. Mentre in prima squadra, attualmente, trovano spazio CiocciDeiola, prodotti del settore giovanile. Ma altri giovani in rampa di lancio, come PintusCogoni, Vinciguerra o Grandu, potrebbero presto trovare spazio in prima squadra o in prestito nelle serie minori, diventando, in futuro, una possibile opzione di guadagno per il club.

Se i rossoblù sono forse il caso più noto, non sono però l’unico: diverse squadre, infatti, lavorano parecchio sul territorio, spesso portando diversi giovani talenti in prima squadra e poi immettendoli nei campionati professionistici. Se si guarda, per esempio, la classifica delle regioni più presenti in Serie A nella stagione 23/24, a guidare il gruppo sono la Lombardia (51 calciatori), il Lazio (35 giocatori) e la Toscana (25 giocatori). Risulta evidente, allora, l’ottimo lavoro svolto da diverse squadre nello sfruttare al meglio le risorse del territorio, con RomaFiorentina ed Empoli sugli scudi.

Vinciguerra Cagliari Credit: UFFICIO STAMPA CAGLIARI CALCIO

Vinciguerra Cagliari (Credit: UFFICIO STAMPA CAGLIARI CALCIO)

Empoli e Fiorentina, una Toscana dalle uova d’oro

Partendo proprio dalla Toscana, salta subito all’occhio come nelle squadre Primavera di viola e azzurri siano pochissimi i giocatori nati al di fuori della regione. Su 41 tesserati italiani, sono appena 12 i giocatori provenienti da altre zone d’Italia (4 per la Fiorentina, 8 per l’Empoli). E di questi ben 11 sono acquisti, giocatori che non hanno svolto l’intero percorso giovanile nel settore giovanile delle due squadre. Un dato che sottolinea come la crescita dei giovani toscani sia uno dei fiori all’occhiello delle due squadre.

Non a caso, una delle cessioni record della storia della Fiorentina è stata quella di Federico Bernardeschi, che fruttò la bellezza di 40 milioni di euro. Per l’Empoli, invece, hanno avuto valore le cessioni di giocatori come Di Lorenzo, Baldanzi e Viti, che in totale hanno fatto incassare al club circa 35 milioni di euro. Con FazziniMarianucci che, stando alle ultime voci di mercato, potrebbero presto aggiungersi a questa lista.

È chiaro, poi, che anche i giocatori acquistati da giovanissimi e fatti crescere nel proprio settore giovanile potranno rivelarsi un ottimo investimento per il futuro. Questo il caso, per esempio, di Pietro Comuzzo, che i viola potrebbero cedere a peso d’oro la prossima estate, o di Jacopo Bacci, giovane centrocampista ex Padova che l’Empoli potrebbe vendere per fare cassa fra poche settimane oppure tenerselo per la ripartire dalla Serie B. Siccome la filosofia azzurra va più in questa direzione.

Pietro Comuzzo

Pietro Comuzzo

Roma città eterna: quanti talenti passati dal vivaio giallorosso

Un’altra squadra che storicamente riesce a valorizzare il capitale umano del territorio è la Roma, che negli anni ha costruito tantissimi giocatori di origini romane e laziali. Tutt’ora, in prima squadra, trovano spazio due romanissimi come PellegriniPisilli, senza dimenticare i vari BoveZalewski o Florenzi, tutti giovani nati a Roma o nell’area metropolitana della capitale e ceduti nelle scorse sessioni di calciomercato.

La scelta di puntare sui giovani romani viene portata avanti da parecchi anni, con diversi giocatori che, nel tempo, hanno permesso ai giallorossi di incassare cifre importanti. Da Alessio Romagnoli, ceduto al Milan per 25 milioni di euro nel 2015, a Luca Pellegrini, acquistato dalla Juventus per poco meno di 23 milioni nel 2019. Senza dimenticare Bertolacci (venduto per 21 milioni al Milan nel 2015) o Alberto Aquilani (ceduto per 20 milioni al Liverpool, stagione 09/10). Un trend che negli ultimi anni sembra essersi un po’ inceppato, ma che a fronte del lavoro svolto da mister Falsini con la Primavera giallorossa potrebbe dare presto i suoi frutti.

Sono 13, attualmente, i giocatori laziali nell’U20 della Roma, con diversi nomi interessanti per il futuro: da Misitano a Coletta, passando per Reale e Almaviva. Insomma, nei prossimi anni i giallorossi avranno una nuova batteria di giovani da valorizzare. E, se gestita bene, la nuova leva romana potrà portare parecchi soldi nelle casse del club.

Il caso Lecce: quando i giovani arrivano dall’estero

Da un lato, dunque, tante società che decidono di puntare sul talento locale. Ma c’è anche chi, invece, preferisce guardare al di fuori dei confini dell’Italia, acquistando giovani prospetti da far crescere per qualche anno nel proprio settore giovanile. È questo il caso del Lecce, che due anni fa conquistò uno storico Scudetto Primavera con tantissimi giocatori stranieri.

Frutto del grandissimo lavoro di scouting targato Pantaleo Corvino. I salentini riuscirono a scovare delle vere e proprie gemme. Primo su tutti Patrick Dorgu, ceduto a gennaio al Manchester United per più di 30 milioni di euro. Altri giocatori sono rimasti a Lecce, come Medon Berisha (17 presenze in Serie A quest’anno) e Rares Burnete, ancora a caccia di continuità in prima squadra.

Un approccio diverso, che necessita, alle spalle, di una fitta rete di contatti e che richiede sicuramente più impegno sul fronte mercato. In questo modo, tuttavia, si riesce ad allargare il bacino di giocatori da cui attingere, trovando spesso delle potenziali occasioni a cifre contenute. Un metodo di lavoro che forse non è sostenibile da tutti i club, ma che a lungo andare può sicuramente portare a guadagni importanti.

Patrick Dorgu

Fantacalcio Dorgu Calciomercato

Parma, un mercato di giovani stranieri

Un approccio simile è quello del Parma, che negli ultimi anni ha guardato con interesse all’estero per pescare giovani talenti. Per esempio, a Zion Suzuki, portiere giapponese classe 2002 acquistato per 8 milioni di euro dai belgi del Sint-Truiden, e che alla prima stagione in Italia si è messo in mostra con ottime prestazioni.

Fra i nomi su cui i gialloblu hanno puntato negli ultimi anni spiccano Balogh e Haj, che in questa stagione hanno ottenuto minutaggi importanti. Oltre a Circati, frenato da una lesione al crociato che lo ha tenuto ai box per buona parte della stagione. L’uomo copertina di questo Parma, però, è Bonny, acquistato nel 2021 a titolo gratuito e che la prossima estate potrebbe diventare uno degli attaccanti più ricercati del nostro campionato. A questo poi si aggiungono anche le ‘eccezioni’ come Leoni. Il classe 2006 è stato acquistato per 5 milioni e potrebbe essere venduto per più di 20 milioni (su di lui Juve, Inter e Milan).

L’obiettivo finale dei crociati, d’altra parte, sembra essere proprio questo: puntare su giovani a basso prezzo per poi cederli a peso d’oro. Una strategia che funziona, se si riesce, però, a sostituire degnamente i partenti con giovani di livello e qualità simili. La promozione in Primavera 1 dell’U20 fa ben sperare, con diversi giocatori che hanno il potenziale per far bene nei prossimi anni come NwajeiSartori e Cardinali.

Seconde squadre, la Juventus pioniera: e gli incassi…

Un fenomeno che invece si sta facendo sempre più frequente, nel nostro calcio, sono poi le Under 23. Le seconde squadre di società di Serie A possono diventare uno strumento utilissimo per far sviluppare i giovani calciatori, con una duplice funzione. Prepararli da un lato al salto fra i grandi, e dar loro la possibilità di mettersi in mostra dall’altro.

La Juventus, in questo senso, è stata pioniera assoluta. Avviando nel 2018 il progetto Next Gen, i bianconeri hanno iniziato a cogliere i frutti del loro lavoro negli ultimi anni, arrivando a finanziare un calciomercato con le plusvalenze dei giovani giocatori costruiti nel corso del tempo. Basti pensare alle cessioni di Matias Soulé o di Dean Huijsen, che in due hanno permesso alla Juve di incassare 45 milioni di euro nella scorsa sessione di calciomercato. E in parte ora sono rimpianti visto il loro apporto, soprattutto per il difensore pronto a vestire la maglia del Real Madrid.

Dean Huijsen

Dean Huijsen

Considerando, invece, tutti i giovani ceduti nell’estate 2024, la Juventus ha incassato circa 82 milioni di euro, ovvero il 47% dei soldi spesi per i colpi in entrata. Metà del calciomercato bianconero dello scorso anno, in pratica, è stato finanziato dalle cessioni dei propri giovani. Senza contare, poi, i giovani che continuano a far parte del progetto Juve, come Savona, MbangulaKenan Yildiz. Segno di come, con un po’ di pazienza e di attenzione, le seconde squadre possano portare a grandissimi risultati.

E tre squadre seguono le orme dei bianconeri

La strada tracciata dalla Juventus è stata intrapresa anche da Atalanta e Milan, con lo stesso obiettivo di valorizzare i prodotti del proprio settore giovanile. I nerazzurri, da due anni a questa parte, hanno ottenuto ottimi risultati in questo senso, con diversi giocatori che hanno attirato l’attenzione di Gasperini in chiave prima squadra. Si pensi, per esempio, a Palestra e Vanja Vlahovic, che hanno già esordito in massima serie. O a Navarro e Vavassori, nomi che potrebbero fare il salto in avanti nei prossimi mesi.

Decisamente peggio, invece, per quanto riguarda la Milano rossonera. Dopo un anno travagliato, infatti, il Milan Futuro è retrocesso in Serie D, anche se spera in un ripescaggio in Serie C vista la turbolenta situazione di diversi club. Il progetto seconda squadra, con Camarda al centro, non ha dato i frutti sperati, anche se questa retrocessione non nega il percorso di crescita fatto da diversi giocatori, come Bartesaghi, Zeroli e Alesi. Ed è sempre vero che i risultati, in progetti del genere, si vedono soprattutto sul lungo termine. Servirà, però, una preparazione migliore in vista del prossimo anno, per far sì che gli errori di questa stagione non vengano ripetuti.

Juventus Next Gen

Juve Next Gen

A partire dal prossimo anno, invece, sarà l’Inter ad avere una seconda squadra in terza divisione. I nerazzurri vogliono far rendere al meglio gli investimenti fatti in questi anni a livello giovanile, facendo crescere gradualmente i propri giocatori. Per questo voglio allinearsi con le altre due big del nostro campionato che hanno già avviato questo progetto. Vedremo quali saranno i giovani nerazzurri che si metteranno in mostra in U23. Ma una cosa è certa: l’Inter, in questo modo, potrà solo che guadagnarci.

Ogni società ha il suo modello di riferimento e la sua per cercare di portare ricavi positivi a fronte di spese esigue. Una traccia da seguire per cercare di tenere i conti a posto e puntando, allo stesso tempo, sul mantenere intatto il livello di competitività della rosa. E qual è il vostro pensiero di ‘Money Road’?

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