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Romano, determinazione e valori fuori dal campo: il talento del Genoa che sogna la Serie A
Alla scoperta di Marco Romano, l’ala sinistra del Genoa Primavera: partenza sprint e nel mirino c’è il grande salto in prima squadra.

Romano, partenza da leader: il Genoa si gode il suo gioiello
“Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire”. E Marco Romano, in questo avvio di stagione, non sta semplicemente colpendo il bersaglio: lo sta centrando con freddezza e personalità. Tre giornate e già un segno indelebile lasciato nel campionato Primavera 1. Il classe 2006 del Genoa ha avuto un impatto devastante: tre gol in due presenze, tutti pesanti, tutti decisivi. Alla prima giornata, il suo sigillo nella ripresa contro la Lazio ha completato la rimonta e regalato ai rossoblù i primi tre punti della stagione. Dopo una parentesi d’assenza nella seconda giornata contro la Fiorentina (1-1), Romano si è ripresentato da protagonista assoluto a Novara contro il Milan, firmando una doppietta e trascinando i suoi al successo esterno per 0-2.
Il Genoa sorride non solo per i risultati (7 su 9 disponibili e vetta condivisa con Parma, Atalanta e Fiorentina), ma per la conferma di un progetto tecnico che investe seriamente sui giovani: lo dimostra anche la statistica che racconta il Grifone come la quinta rosa più giovane del campionato. In mezzo a questa filosofia, Romano è il volto nuovo di un settore giovanile in piena crescita: segna, decide e convince. E questo è solo l’inizio.
Talento, testa e cuore: Romano è molto più di un prospetto
Marco Romano non è solo uno di quei giocatori che si fanno notare per un dribbling elegante o un gol sotto l’incrocio. È il classico ragazzo che vive per il campo, che conosce il valore del lavoro quotidiano e lo mette davanti a tutto. Nel calcio giovanile, dove spesso conta più il talento che la testa, lui è l’eccezione: abbina una tecnica naturale ad un’intelligenza calcistica fuori dal comune. Ala sinistra di ruolo, sì, ma ridurlo a una semplice posizione sarebbe limitante: sa muoversi tra le linee, può agire da trequartista o da seconda punta, adattandosi con lucidità e sacrificio, senza mai uscire mentalmente dalla partita.
È il tipo di giocatore che vuoi avere sempre in campo. Uno capace di saltare l’uomo con facilità, ma anche di rientrare e coprire con generosità, leggendo il gioco come un veterano. Quando riceve palla tra le linee, qualcosa succede quasi sempre… una giocata in verticale, velocità palla al piede, una conclusione improvvisa. La sua visione, la capacità di attaccare gli spazi e il giusto tempismo negli inserimenti lo rendono letale anche lontano dalla fascia, soprattutto quando viene lasciato libero di interpretare la trequarti a modo suo. In un calcio che spesso si divide tra talento puro e lavoro sporco, Marco è il raro equilibrio che tiene insieme entrambi.
Un percorso in salita… a tutta velocità
Arrivato al Genoa nel 2020 dalla Real Forio, piccola realtà della provincia di Napoli, Romano ha scelto di sposare il progetto rossoblù quando mezza Serie A bussava alla sua porta. E la società, con lungimiranza e pazienza, è riuscito a portarlo a casa, credendo fin da subito in quel ragazzo con la testa giusta e il piede educato. Da allora, Romano non ha mai smesso di stupire. Ha bruciato le tappe, giocando spesso sotto età e dimostrando di essere sempre un passo avanti, mentalmente e tecnicamente. Un’ascesa che lo ha portato, nella stagione 2023/2024, a vivere un doppio salto: esordio in Primavera e prima convocazione in Serie A, il 3 febbraio 2024 nella trasferta di Empoli. Panchina sì, ma con emozioni da brividi; condividere lo spogliatoio con profili come Malinovskyi e Gudmundsson (oggi alla Fiorentina) è il tipo di esperienza che lascia il segno.
Nel frattempo, Romano è diventato un nome noto anche a Coverciano: presenza fissa nelle Nazionali giovanili, spesso con la fascia da capitano al braccio. E oggi, con la maglia della Primavera del Genoa, è uno dei leader tecnici e morali della squadra, punto fermo di un gruppo ambizioso e ben costruito. Gilardino prima e Vieira ora, lo tengono d’occhio: Marco ha già assaggiato diversi allenamenti con i grandi anche in questa nuova stagione, e l’impressione è che il suo momento possa arrivare presto. Magari non solo per una convocazione, ma per qualcosa di più concreto. Perché chi lavora sodo ogni giorno, spesso, il sogno lo prende davvero.
Un ostacolo lungo il cammino
La scorsa stagione non è stata tutta in discesa per Marco Romano. Una fastidiosa pubalgia lo ha costretto ai box per gran parte della stagione, rallentandone la crescita proprio nel momento in cui stava iniziando a prendere il giusto ritmo. Un periodo complicato, fatto di attesa, fisioterapia e tanto lavoro. Ma chi lo conosce sa che Marco non è tipo da arrendersi facilmente: trasformando la sfortuna in motivazione, oggi è tornato più forte, più maturo e ancora più affamato di prima.
Tra campo e libri: la doppia sfida di Romano
Se c’è un aspetto che racconta davvero chi è Marco Romano, è la determinazione fuori dal campo. Dopo una stagione segnata dall’infortunio, avrebbe potuto staccare la spina, concedersi una pausa, rallentare. Invece no. Ha scelto di non fare praticamente vacanze, dedicando ogni giorno a prepararsi al meglio per la nuova annata, tra allenamenti individuali e sedute mirate per tornare al top. E come se non bastasse, nel mezzo ha affrontato anche la maturità, riuscendo a diplomarsi con un’ottima valutazione, frutto di impegno e serietà. Il poco tempo libero lo ha speso tra libri e appunti, perché per Marco lo studio è un valore, un traguardo da conquistare con la stessa fame con cui rincorre un pallone.
Oltre il campo: un ragazzo, una famiglia, una passione
Dietro ogni giovane talento c’è sempre una storia fatta di sacrifici, passioni e affetti. Romano, oltre al calcio, ha sempre amato anche altri sport come il tennis e lo scii. Nei momenti di pausa, si dedica alla palestra, alla musica, ai video di calcio e qualche viaggio di breve durata. Ma il suo vero punto di forza è la famiglia, sempre al suo fianco, in ogni tappa di questo percorso.
Nonostante la distanza, i genitori fanno spesso su e giù per venire a vederlo giocare, sostenendolo con una presenza costante. Accanto a lui anche Ferdinando, fratello maggiore che vive a Milano e che è ormai una presenza fissa sugli spalti. Giovanni (l’altro fratello maggiore), che vive all’estero, non può essere lì fisicamente, ma non si perde una partita in TV, tifando a distanza con lo stesso entusiasmo. Insieme formano una squadra invisibile ma fondamentale, quella che spinge Marco a credere nei sogni ed a non fermarsi mai.
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