Seguici su

Primavera 1Milan

Lorenzo Ossola trascina il Milan: l’idolo Redondo e l’indole da leader silenzioso

L’identikit di Lorenzo Ossola, il fantasista classe 2007 che a suon di giocate si sta prendendo il Milan Primavera.

Pubblicato

il

Lorenzo Ossola

Il Milan Primavera vola grazie a Lorenzo Ossola

Da bozzolo a crisalide nel giro di un’estate: Lorenzo Ossola sta completando il suo processo di crescita esponenziale. L’anno scorso era arrivato il primo apprendistato col Milan Primavera, ma nella stagione che Oltreoceano definirebbero da “freshman”, il classe 2007 è già diventato l’innesco principale della proposta di gioco dei rossoneri. Un’evoluzione senza soluzione di continuità, che alimenta le ambizioni di una squadra in cui la sua presenza è imprescindibile.

Il fluidificante offensivo del Milan

Come l’olio per la catena di una bicicletta, come la congiunzione in un testo altrimenti sconclusionato. Lorenzo Ossola agisce da fluidificante, ma può anche recitare un ruolo primario: il concetto chiave nel suo modo di intendere il calcio, è riconoscere il momento della partita. Sa farsi da parte, magari mandando in porta i compagni, ma quando serve diventa accentratore: i suoi 2 gol 2 assist nelle prime 6 giornate di Primavera 1 sono la sintesi perfetta delle sue caratteristiche.

Strizza l’occhio all’estetica, alla forma che diventa anche sostanza: il servizio di tacco per il colpo dello 0-2 di Castiello a Cagliari, è l’esempio di come ogni sua giocata, anche la più stilisticamente ricercata, è sempre in funzione dell’obiettivo finale, centrare la porta. La partecipazione offensiva è innegabile: impatta direttamente sul 57% delle reti realizzate dal Milan in campionato; dei 7 centri rossoneri portano la sua firma come proprietario o come innesco.

Un mix tra Redondo e De Ketelaere

Ed è proprio questa capacità di essere tremendamente decisivo, non rinunciando al contenuto tecnico, che destabilizza i sistemi difensivi avversari. Non sai mai quando accorciare su di lui e quando scappare all’indietro sull’eventuale ricerca della profondità. In più, galleggiando spesso tra le linee per cercare palloni giocabili e libertà di manovra, provoca degli aggiustamenti della difesa che liberano corridoi da attaccare per i compagni. Questa consapevolezza totale di sé e dello spazio, lo rende decisivo anche senza palla. Doti che appartengono a pochi in Primavera 1, e che permettono al Milan di armonizzare un 4-3-3 altrimenti fin troppo a trazione anteriore.

E quell’andatura, quasi dinoccolata e compassata, che richiama alcuni grandi del passato e sembra quasi un modo per depistare gli avversari. Non gioca a ritmi forsennati, ma sa comunque mandare fuori giri arrivando alle giocate da eseguire prima degli altri. Non a caso, la sua fonte di ispirazione principale è Fernando Redondo, centrocampista che tra Real Madrid e Milan ha dispensato intuizioni geniali e vinto 3 Champions League da protagonista. Da piccolo infatti, Ossola veniva spesso accomunato al “Principe”, tanto da spingerlo a documentarsi sul suo stile e indirettamente a farsi influenzare dalle sue giocate da alchimista sulla mediana. Spostando il nastro e tornando al presente, il nativo di Varese guarda con ammirazione anche a Charles De Ketelaere: insomma, il classe 2007 sa bene cosa vuole diventare.

Lorenzo Ossola, silenzioso ma letale

Da 7 anni in rossonero, vive in convitto da quando ne ha 14 e l’indole è quella di chi non ha bisogno di colorare lo sfondo, perché ciò che c’è in primo piano basta e avanza. Fa parlare i suoi piedi, silenziando tutto il resto: è il classico leader silenzioso, che non avrà momenti di escandescenza vulcanici, ma che grazie al talento sa elevarsi. Ha fatto uno switch importante, anche nel modo in cui utilizza i social: post sobri, celebrativi ma senza descrizione (o quasi). Un altro modo per ribadire un aspetto di sé: le luci della ribalta me le prendo con le giocate.

A proposito di social, che in questo caso ci aiutano a ripercorrere i primi passi del classe 2007: la sua primissima foto pubblicata sul suo profilo lo ritrae con la maglia del Milan, in un ormai lontano 15 dicembre 2018. Aveva 11 anni, ma indossava già quella che sarebbe diventata la sua seconda pelle; quel rossonero che ora sta aiutando a suon di colpi di talento.

Luca Ottaviano

Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *