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Juventus-Inter: un derby d’Italia in versione tascabile che può valere una stagione
Il “mini” Derby d’Italia è già spartiacque: Juventus-Inter elimina momentaneamente una delle due dal tavolo delle grandi

Juventus-Inter, il “mini” derby d’Italia per far ripartire la stagione
Un derby d’Italia in versione pocket, con una finestra aperta sul futuro nel breve e lungo periodo: Juventus-Inter è una grande classica anche nel panorama del Primavera 1. Teatro di tante battaglie tra due delle realtà più solide e vincenti del campionato, stavolta vale gran parte della stagione nonostante arrivi molto presto nel calendario. Entrambe impantanate in zone di classifica che gli stanno strette, ma che per ora riflettono i valori espressi in campo.
La storia di un confronto dalla grande tradizione
Il bilancio
Dalla nascita del Primavera 1, Juventus e Inter si sono affrontate 22 volte. Il bilancio pende leggermente a favore dei nerazzurri, ma i bianconeri stanno cercando di ribaltare la narrazione. Imbattuti dal 21 aprile 2023, i ragazzi di Padoin scenderanno in campo per alimentare una striscia positiva nel confronto diretto che va avanti da 4 gare, in cui gli zebrati hanno raccolto 2 vittorie e 2 pareggi. Guardando al quadro generale invece, 8 i successi per il club lombardo, 8 i pareggi e 6 i trionfi per i piemontesi. La perfetta sintesi di un equilibrio quasi profetico, considerando che i futuri protagonisti nel Derby d’Italia in formato “maxi” troveranno una situazione simile in termini di ruolino di marcia.
Qualche statistica fuori dagli schemi
E’ anche la partita delle contraddizioni, dei falsi miti: “Chi ha detto che per essere capo cannonieri bisogna fare l’attaccante di professione?” Ed effettivamente, Paolo De Ceglie potrebbe schierarsi a supporto di questa tesi. Proprio il terzino ex Juve e Genoa tra le altre, occupa saldamente il trono di top scorer nel doppio confronto con 4 reti. Nota a margine: tre dei quattro gol sono frutto di una tripletta confezionata nella finale di Supercoppa Primavera 2006/07, dominata e vinta 5-1; a proposito di saper scegliere i momenti per essere decisivo. Il risultato più largo? Anche qui siamo dalle parti del “dare e ricevere”, visto che entrambe si sono restituite ganci e spallate molto consistenti. Ritorna quel 5-1 del 27 settembre 2006 come passivo peggiore per i nerazzurri, ma sarà lo stesso risultato che a parti invertite schianterà i bianconeri il 6 ottobre 2019.
A proposito di contraddizioni: nel derby d’Italia si segna tanto in alcune occasioni, ma il punteggio si può anche muovere con fatica. Non a caso, in generale siamo sulla media di 2,68 gol per partita; per quanto riguarda le singole squadre, la Juventus centra il bersaglio 1,31 volte a match, mentre l’Inter è a quota 1,36. Per gli amanti delle scommesse, sembra un comodo “x con gol”, ed effettivamente si tratta della combinazione più frequente, visto che si è verificata in 7 dei 22 precedenti.
Il momento delle due squadre e l’urgenza dei tre punti
Di recente, abbiamo toccato con mano quanto possano cambiare le prospettive nel giro di pochi minuti, specialmente in un Juventus-Inter. Vincere significherebbe prendere una potentissima iniezione di fiducia e al contempo mandare i rivali con le ruote a terra. La posta in palio è altissima, e ci obbliga a dare più di un’occhiata alla classifica: bianconeri a 4 punti dopo 5 gare, peggior partenza dalla stagione 2019/20 (in quel caso furono addirittura 3 i punti raccolti); nerazzurri a quota 6, è il bottino più magro dal pessimo inizio del 22/23, con due pareggi e tre sconfitte. In sostanza, serve senso dell’urgenza ai 22 in campo sabato 27 alle 15:00: tre punti rimetterebbero benzina in un motore vicino all’avaria, mentre un altro K.O. risuonerebbe come una debacle che comprometterebbe l’intera stagione.
La forbice da ricucire con il primato della classifica è rispettivamente di 7 e 9 punti, ma la gara di questo weekend ne vale potenzialmente il doppio, per lo spessore, il momento e le eventuali controindicazioni in caso di flop. Motivo in più per non perdersi uno dei derby d’Italia con l’esito meno pronosticabile di sempre.
Luca Ottaviano
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