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Ioan Vermesan, il bomber a scuola da Hagi che sogna l’esordio con il Verona in Serie A
Ioan Vermesan, giovane talento del Verona, è alla sua stagione della consacrazione: le caratteristiche e la sua storia.

Ioan Vermesan, uno squalo pronto a mordere la Serie A
Non fatevi ingannare dall’indole da bravo ragazzo: dentro l’area di rigore, Ioan Vermesan attiva il suo killer instinct ed è sempre pronto a mordere. A sperimentarne il cinismo per ora è stato il Campionato Primavera, dove continua a mietere vittime a suon di gol e presenza. L’obiettivo però, rimane la Serie A con il Verona.
L’inizio nel basket e l’idolo Ronaldo
Nato in una famiglia con lo sport tra i caratteri ereditari, il piccolo Ioan Vermesan viene cresciuto da una madre pallavolista e da un padre ex calciatore, nonché direttore sportivo di una società di Basket. Il primo imprinting avviene infatti con la palla a spicchi: il classe 2006 seguiva spesso suo padre negli allenamenti. Eppure, durante una di quelle sedute, arriva quel momento comune per tutti gli appassionati di calcio. Ci si innamora così, quasi per caso, vedendo un pallone rotolare. Ed è successo anche a Ioan, che all’età di 6 anni comincia quindi a muovere i suoi primi passi nell’Acs Poli Timisoara.
La figura di riferimento? Sembra scontato dirlo, ma è Cristiano Ronaldo. Nell’intervista ai nostri microfoni, il diciottenne parlava così del suo idolo: “Mi piace la sua mentalità, il suo metodo di allenamento. Voglio assomigliargli il più possibile”. Insomma, il ragazzo dimostra ambizione e fame di crescere, elementi indispensabili quando si hanno dei sogni così grandi. Ed in campo, qualcosa di quell’indole da killer dell’area di rigore si comincia ad intravvedere: spietato nei sedici metri, con il Verona ha all’attivo 21 gol ed è reduce dalla prima doppia cifra stagionale (13 timbri nel 24/25). Quest’anno però, sembra aver ingranato marce ancora più alte: partenza a razzo, da 4 reti nelle prime 5 uscite con la Primavera (media di 1 gol ogni 112 minuti giocati)
A scuola da Hagi e un rapporto speciale…
Giocatore di culto per i giovani che nei primi anni ’90 si approcciavano per la prima volta alla Serie A, il fantasista rumeno ha vestito in Italia la maglia del Brescia, in un’avventura piazzata a sandwich tra le due esperienze al Barcellona e al Real Madrid. È proprio nell’Accademia Hagi che Vermesan impara a convivere con le prime frenate nella carriera di un calciatore: a tre mesi dal suo arrivo, un infortunio lo costringe a stare fuori a lungo. Ed è qui che emerge con forza la figura di colui che nel “viaggio dell’eroe” verrebbe identificato come l’aiutante: è Luca Szimionas, con cui condividerà tutto il percorso nelle giovanili, fino all’arrivo a Verona. Dopo un’infanzia a contatto, i due si ritrovano nella Juventus Timisoara, club che a seguito di una fusione diventerà Ripensia Timisoara e permetterà loro di giocare nei campionati nazionali.
Da lì, il salto nella prima squadra e l’esordio nella seconda serie rumena, con il successivo approdo all’Hellas sempre insieme all’amico di tante battaglie. Un rapporto quasi simbiotico, che per stessa ammissione dell’attaccante lo ha aiutato a metabolizzare l’impatto con una realtà come quella degli scaligeri. Una certezza all’interno di un contesto ricolmo di dubbi: la barriera linguistica, quella sociale dovuta alla distanza da casa. Quella spalla che ha contribuito a formarlo anche fuori dal campo, con cui adesso condivide le ambizioni da prima squadra e il percorso in Primavera.
Vermesan, cosa manca per la consacrazione?
Ora rimane soltanto l’ultimo tassello, quello più complicato da inserire. L’esordio assoluto in prima squadra c’è stato, lo scorso 24 settembre nella sconfitta contro il Venezia al secondo turno di Coppa Italia. Manca invece il debutto in Serie A, quello scoglio che per molti rimane insuperabile, mentre per il rumeno è alla portata. I segnali dati con la Primavera, unìti ad una certa sterilità nel reparto offensivo, potrebbero spingere Zanetti a concedere una chance al diciottenne. Opportunità che, qualora arrivasse domani (sabato 18 ottobre) nella trasferta di Pisa, avrebbe un tempismo perfetto cadendo nel giorno del suo diciannovesimo compleanno.
Luca Ottaviano
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