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Inter, Carbone dopo la Supercoppa: “Una liberazione”. Lavelli e Zarate: “Gioia immensa”
L’Inter Primavera di Benito Carbone batte il Cagliari ai rigori e conquista la Supercoppa. Decisivi Lavelli e Zarate.

Un trionfo cercato, voluto e conquistato con forza. La Supercoppa Primavera alzata dall’Inter contro il Cagliari non è solo un trofeo, ma il simbolo di un gruppo capace di resistere alle difficoltà e reagire con carattere.
La sfida è stata intensa e combattuta fino all’ultimo minuto: i rossoblù hanno chiuso ogni spazio e reso difficile la manovra nerazzurra. Ma la squadra di Benito Carbone ha saputo restare lucida e determinata, trovando la forza per imporsi ai calci di rigore e scrivere così una nuova pagina di storia del settore giovanile nerazzurro.
Carbone e la prima gioia da allenatore
Per Benito Carbone questa vittoria ha un sapore speciale. L’ex fantasista, oggi tecnico dell’Under 20 nerazzurra, conquista infatti il suo primo trofeo da allenatore dell’Inter Primavera. Emozioni forti, condensate nelle sue parole al termine della finale:
“Per me è stata una liberazione, nel mio percorso con questi ragazzi ho perso tante finali ai rigori e c’era un po’ di paura. Il rigore di Zarate mi ha liberato: i ragazzi se la meritano da tanto tempo per il lavoro che svolgono da più di un anno, hanno acquisito una cultura di lavoro molto importante in questo percorso di crescita che stiamo facendo insieme.”
Non solo la soddisfazione per il successo, ma anche la consapevolezza di un cammino costruito giorno dopo giorno, con dedizione e sacrificio. Carbone non dimentica chi lo ha preceduto, come Andrea Zanchetta, che aveva guidato i nerazzurri al successo in campionato e reso possibile questa finale:
“Ringrazio anche Andrea Zanchetta perché grazie al suo lavoro ci ha permesso di giocare questa partita quest’anno, ringrazio lui e anche tutti i ragazzi che sono scesi dall’Under 23 per darci una mano oggi. Questo Club merita sempre di giocare partite come queste e di vincere trofei.”
La partita: sofferenza e reazione
Non è stato un incontro spettacolare, ma intenso e carico di tensione. Il Cagliari ha scelto una partita di grande compattezza, abbassando il baricentro e impedendo all’Inter di trovare fluidità offensiva. “Non era facile – ha riconosciuto Carbone – il Cagliari era chiuso e non ci faceva giocare, ma penso che non abbiano mai tirato in porta al di là dei gol. Non siamo stati particolarmente brillanti, ma conta la reazione e il risultato finale.”
Ed è proprio questa la chiave del successo nerazzurro: la capacità di restare in piedi nei momenti più complicati. Un gol nel finale, tanta determinazione e poi i rigori, lotteria che spesso era stata amara per Carbone e i suoi ragazzi. Questa volta, però, la storia ha avuto un finale diverso.
Lavelli, il protagonista inatteso
Il primo grande eroe della serata è Matteo Lavelli. Il suo gol nei minuti conclusivi ha permesso all’Inter di agguantare il pareggio e trascinare la sfida ai calci di rigore. Una rete pesantissima, che lo ha portato a essere eletto Man of the Match. Per lui, il trofeo ha anche un valore personale:
“Per me è una gioia immensa, sono contento anche a livello fisico perché sono rientrato dopo un’operazione: è un ottimo inizio. Il campionato è iniziato con il piede giusto e credo proprio che si continuerà così. Conosco bene i miei compagni di squadra: sono di livello altissimo sia come persone che come giocatori, quindi si può arrivare fino in fondo in questa stagione.”
Lavelli non si limita a festeggiare il gol e il premio individuale, ma guarda già avanti, proiettando la squadra verso obiettivi ancora più ambiziosi.
Zarate, la freddezza dal dischetto
L’altro volto decisivo della Supercoppa è Dilan Zarate, autore del rigore che ha consegnato il trofeo all’Inter. Una responsabilità enorme, affrontata con lucidità e determinazione:
“Abbiamo raggiunto l’obiettivo che era vincere e adesso possiamo festeggiare. Carbone è un grande allenatore che ci fa allenare duramente e ci mette nelle condizioni migliori per esprimere il nostro calcio.”
Poche parole ma chiare, che testimoniano il rapporto forte tra i giocatori e il loro allenatore, elemento fondamentale per costruire una mentalità vincente.
Un punto di partenza
Il successo nella Supercoppa Primavera non rappresenta un punto di arrivo, ma un trampolino. Lo ha sottolineato anche Carbone: “Speriamo sia il primo di tanti.” La sensazione è che questo gruppo, per qualità tecniche e forza caratteriale, possa davvero togliersi molte soddisfazioni nel corso della stagione.
Il trionfo contro il Cagliari diventa allora simbolo di resilienza e maturità: l’Inter Primavera non ha brillato, ma ha saputo soffrire, reagire e infine vincere. Una lezione che va oltre la singola partita e che racconta la crescita di una squadra pronta a inseguire altri obiettivi importanti.
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