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La Fiorentina scopre Fortini: a Dzeko un assist… generazionale, ma il minutaggio deve salire
Niccolò Fortini, un assist per la svolta
La Fiorentina, nel suo inizio di stagione abbastanza arrancato, è una squadra che cerca punti fermi. Ebbene, nella serata di coppa contro il Rapid Vienna, la viola si è nutrita di parte delle sue contraddizioni: a metà tra il coraggio nel lanciare i giovani e il rimanere ancorati al passato, Pioli ha riscoperto il talento di Niccolò Fortini. L’assist a Dzeko come sigillo di garanzia: il classe 2006 è arrivato in prima squadra per restare.
La connessione tra il più giovane e il veterano
Al 48′ di Rapid Vienna-Fiorentina, una strada è stata tracciata. Un filo ininterrotto che collega passato, presente e futuro, valorizzando la scelta forte di puntare su un classe 2006, ma anche quella più divisiva di consegnare le chiavi dell’attacco ad un 39enne. La “Fortini to Dzeko”, una connessione sicuramente inedita ma altrettanto interessante: assist per il più giovane in campo (al pari di Wurmbrand), gol per il più “anziano”. Il doppio e la metà, come gli anni che li separano e che segnano un confine generazionale stavolta sgretolato dal talento.
Non a caso, il 13 febbraio 2006 (giorno in cui nasceva Niccolò Fortini), Edin Dzeko era già in attività e giocava al Teplice, club del campionato cieco. Un piccolo scherzo che il destino si diverte a mettere in pratica, che da una parte ci ricorda quanto alcuni giocatori siano eterni, mentre l’altro lato della medaglia ci dovrebbe restituire l’importanza di puntare sul ricambio generazionale.
Fortini: la scuola Fiorentina e la gavetta alla Juve Stabia
Cresciuto calcisticamente nelle giovanili della Fiorentina, Fortini ha percorso tutti gli step di crescita all’interno del vivaio. Parentesi consistente all’Under 17, poi una breve apparizione in U18 e la definitiva consacrazione con la Primavera. È proprio in Under 19 che incontra un allenatore destinato a diventare il catalizzatore del suo talento: Daniele Galloppa si innamora perdutamente del suo strapotere fisico, e reinventandolo laterale di destra regala alla “viola” un treno che arriva sempre puntuale al binario. Alla prima stagione in Primavera, arriva subito un impatto notevole da 30 presenze, 1 gol e 3 assist, ma soprattutto la vittoria della Coppa Italia. Una cavalcata che lo vede figurare tra i protagonisti assoluti, grazie anche al timbro che ha indirizzato la semifinale contro la Roma.
All’età di 18 anni dunque, c’è la chance per compiere quell’ultimo passo: la Serie B può trasformarsi in un limbo che devitalizza il talento, ma nel suo caso è un banco di prova fondamentale. Dall’apprendistato con la Juve Stabia, Fortini ne esce ancora più consapevole: sempre lucido nelle scelte, puntuale nelle discese sulla fascia, l’originario di Camaiore si prende la corsia e non la abbandona praticamente mai. Nelle sue 26 apparizioni smazza 4 assist e condisce il tutto con 2 gol: nell’economa della stagione, dei 48 punti conquistati dai campani 10 hanno il marchio del classe 2006 impresso a fuoco. Impattante, decisivo, stupisce soprattutto per la leggerezza con cui gioca; senza mostrare mai quelle tipiche ingenuità che sarebbero naturali, vista l’età.
Una stagione per imporsi
Torniamo brevemente nel presente. Oggi, le gerarchie di Pioli non sembrano riservargli uno spiraglio consistente in prima squadra, anche a causa dell’importanza di Dodò nel sistema tattico. Eppure, c’è la sensazione che la prova offerta a Vienna possa fungere da sliding door. Un momento spartiacque, alla caccia di un minutaggio sempre più alto specialmente in Conference League, teatro utile per farsi le ossa. Anche in campionato però, le chance non mancano: contro il Bologna un ingresso convincente, 37 minuti di buona spinta e sguardo sempre orientato in avanti per alzare la pressione. Contro l’Inter invece, potrebbe arrivare un’altra chance importante, magari nuovamente a partita in corso.
Dopo tutto, parliamo pur sempre di Stefano Pioli, un allenatore che non si è mai fatto problemi nel premiare il talento giovane. Ha aspettato e accompagnato la crescita detonante di Tonali, ha smussato (nei limiti del possibile) i difetti caratteriali di Leao rendendolo devastante. Infine, ha dato credibilità a Kalulu come centrale in una difesa a quattro, trasformandolo da rincalzo a punto fermo. Insomma, il nuovo talentino della Fiorentina dovrebbe essere in buone mani.
Luca Ottaviano
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