Primavera 1
Primavera 1, cosa ci hanno detto le prime tre giornate: sorprese, conferme e imprevedibilità
Il Primavera 1 arriva alla sosta per le Nazionali con una situazione di classifica insolita: il riassunto delle prime 3 giornate.

Primavera 1, l’imprevedibilità si impossessa del campionato
Siamo abituati a vivere il Primavera 1 come fosse una montagna russa di emozioni: colmo cioè di salite ripide, momenti che ti fanno salire il cuore in gola e discese in cui sembra andare tutto in scioltezza. Ed effettivamente, anche le prime tre giornate della stagione 25/26 confermano questa equazione. Regna l’impronosticabile, il caos diventa ordine e plasma una classifica ricca di sorprese, di cadute rovinose e storie affascinanti. Ecco il recap di questo inizio, in cui proveremo a condensare tutte le indicazioni fornite dalle prime tre uscite.
Una neopromossa nel gruppo di testa
Imbattuti, con il miglior attacco del campionato e una solidità difensiva insospettabile. “Non svegliateci”, cantava Ivano Fossati nel suo capolavoro: “La mia banda suona il rock”; ebbene, che nessuno provi a riportare sulla terra il Parma di Corrent. 7 punti in 3 partite e una prova di forza detonante con il Frosinone, 4-1 senza storia che certifica quanto sia ampia la forbice tra due neopromosse. Entusiasmo, gambe che girano ad alte frequenze e ingranaggi offensivi al momento illeggibili anche per le difese più preparate e di vertice. Citofonare in casa Roma per saperne di più, visto che alla prima di campionato la retroguardia giallorossa ha trovato non poche difficoltà nel limitare gli avanti emiliani.
Fiorentina e Genoa mettono la quinta
A proposito di partenze a marce alte: il Genoa e la Fiorentina piegano le due facce di Milano, rifilando rispettivamente uno 0-2 ai rossoneri e un 1-0 ai nerazzurri. Nel caso del “Grifone”, il volto copertina è Marco Romano: l’attaccante è il motivo primario per cui i rossoblù possono sedersi al tavolo di vertice. Esterno d’attacco classe 2006, ha confezionato 3 dei 5 gol complessivi della squadra, firmando anche una doppietta folgorante, che ha mandato al tappeto il Milan nel terzo turno di Campionato. Capitano, leader tecnico e carismatico, nonché ago della bilancia in un inizio di stagione praticamente perfetto.
La viola invece ha più distribuzione nella produzione offensiva, segna leggermente meno (4 reti totali) ma mette regolarmente il lucchetto alla propria porta. Siamo infatti già a 2 clean sheet in 3 uscite, rispettivamente raccolti da Leonardelli e Fei. Tradotto in parole povere: segnare ai toscani è complicatissimo. E se per alcuni questo è l’ingrediente primario per il successo, allora i ragazzi di Galloppa sono a metà dell’opera. Anche se ridurre il tutto alla tenuta difensiva sarebbe svilente e superficiale: la Fiorentina trova benzina per alimentare il proprio gioco dalle corsie, dove Mazzeo e Puzzoli stanno dominando con continui impulsi di talento e giocate risolutive. In più, stanno emergendo le figure dei leader assoluti: Deli è chirurgico nel dettare i tempi in mediana, mentre Braschi è quel pizzico di sale che dà un tocco deciso all’attacco.
La rinascita dell’Atalanta
Troppe stagioni sull’altalena, ma a Bergamo sembrano aver compreso il momento: serviva un restyling totale, cambiare pelle sia negli effettivi che nelle ambizioni. Detto, fatto: l’Atalanta è al primo posto in classifica, in coabitazione con Genoa, Fiorentina e Parma. 7 punti, simbolo di una ripartenza per molti inattesa, almeno non di questa portata e in modo così rapido. Eppure, la sensazione netta che ci hanno lasciato le prime tre gare è che sia cambiato tutto: la “Dea” è tornata ad essere famelica, ad aggredire le partite e gli avversari spesso passandogli sopra sul piano atletico e tecnico. L’ultima folata ha spazzato via il Torino, con un secco 4-1 che ci ha fatto scoprire definitivamente un nuovo leader: si tratta di Dion Cakolli, attaccante svizzero chiamato alla sua stagione della definitiva consacrazione.
Il treno delle big deraglia
Se dovessimo basarci sullo stato di salute delle Big per determinare quello del campionato, tutto sarebbe molto complicato. Milan, Juventus, Sassuolo, Roma, Inter: cinque squadre alla disperata ricerca di un’identità e di un po’ di continuità. E’ indubbiamente presto per dare un verdetto, ma i segnali dati da alcune di queste squadre sono inequivocabili: c’è ancora tanto lavoro da fare.
I rossoneri hanno perso il “fattore casa” due volte su due, mettendo a nudo una difficoltà cronica nel costruire gioco e nel finalizzarlo. Seconda peggior difesa del campionato (5 gol subìti), ma anche il tredicesimo attacco con soli 3 centri: due segnali onesti che indicano lo stato di assoluta mediocrità in cui si trovano al momento i ragazzi di Renna.
Bianconeri e giallorossi invece, sono reduci dal primo successo stagionale: una vittoria preziosa come acqua nel deserto, per revitalizzare una classifica molto arida fino alla terza giornata. Vittorie che però arrivano in due modi totalmente differenti: la Juventus blinda i tre punti al 90′, dopo l’ennesima partita di sofferenza e sterilità offensiva; la Roma invece sfrutta la superiorità numerica e regola il Sassuolo. Segno che la tempesta non è ancora passata e che i discorsi siano solo rimandati dopo la sosta per le Nazionali.
A Sassuolo invece, possono consolarsi con una buona notizia: Kulla e Negri si stanno confermando e stanno raccogliendo l’eredità di Leone, Russo e Bruno, attaccanti in passato decisivi per la vittoria dello Scudetto. Il campionato, però, è ancora lunghissimo e queste sono soltanto le prime impressioni dopo 270′ in campo. E a voi chi vi ha sorpreso di più fino a questo momento?
Luca Ottaviano
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