AtalantaIl calcio dei grandi
Ahanor-Bernasconi: gemelli di fascia e motori dell’Atalanta di Juric
Ahanor-Bernasconi, l’Atalanta vola sulle ali dell’entusiasmo dei due “baby”
Rappresentano i due estremi della stessa cultura, di una ricerca del talento che diventa il catalizzatore per qualcosa di importante: Honest Ahanor e Lorenzo Bernasconi si stanno prendendo l’Atalanta a suon di prestazioni. E dopo un inizio a rilento, con poche chance e minuti con il contagocce, i due under 21 della “Dea” si sono presi di prepotenza la corsia di sinistra.
Contro il Milan l’ennesima grande prova
Per far sgretolare il muro dei pregiudizi, non c’è soluzione migliore che farsi trovare pronti sul campo. Ebbene, dopo qualche settimana con poca considerazione agli occhi di Juric, Bernasconi e Ahanor sembrano aver convinto il tecnico croato. Il classe 2003, sfruttando anche l’infortunio di Zalewski, ha ormai piazzato la sua bandierina sulla corsia di sinistra: lo ha fatto grazie a prestazioni ordinate, ad una buona fase di spinta accompagnata dalla grande applicazione in fase di copertura. Questa alternanza costante di ottimi segnali nella doppia fase è forse l’elemento cardine della fiducia dimostrata dall’allenatore: nelle ultime 4 uscite, ha accumulato 251 minuti partendo 3 volte da titolare.
Per il 2008 invece, è servito un lavoro diverso: in primis, di assestamento in una realtà con tante opzioni, in cui il suo nome non figurava tra le prime scelte. Eppure, la reazione è stata prepotente: l’intuizione di Juric di arretrarlo nei tre centrali lo ha trasformato in un ottimo braccetto, ma il diciassettenne ci ha messo del suo alzando il livello. Temperamento, letture, dinamismo e una struttura fisica che gli permette di assorbire i contatti e gestire molto bene gli uno contro uno in campo aperto, situazioni che nel sistema Atalanta si verificano molto spesso.
Così, l’ex Genoa si è ritagliato un suo status, una dimensione in cui brillare: autorevole contro Torino e Juventus, sempre più convinto di sé contro Como e Lazio; fino ad arrivare all’ostacolo Milan, superato in scioltezza grazie a 72 minuti di grande attenzione, in cui si è messo nel taschino Gimenez e Leao con una naturalezza spaventosa. E non contento, con una sua incursione a fari spenti nell’area avversaria si era costruito la palla gol per deciderla anche nella metà campo offensiva.
Bernasconi e Ahanor ai raggi x
Nella stagione abbastanza disordinata dell’Atalanta, Bernasconi sta mettendo lucidità. Il suo è un gioco più metodico, pulito e organico: senza strafare o cercare delle virgole stilistiche fuori dal proprio repertorio, il 21enne ha mantenuto finora l’86% di precisione nei passaggi su 135 tentativi totali. Bene anche in copertura, con il 55% dei duelli vinti (11 su 20), 10 palloni rubati, 5 intercettati e soprattutto soltanto 2 falli commessi. Da migliorare invece i cross, siamo al 33% di precisione su 21 offerte per i compagni; una percentuale che, qualora si alzasse, gli permetterebbe di dare profondità e opzioni in più alla proposta offensiva.
Ahanor invece, dà impulsi continui di crescita: notevole l’88,2% di precisione nei passaggi, perché gli permette di essere un’alternativa credibile nella prima costruzione. Roccioso sia nei duelli palla a terra (25 vinti, 13 persi) che quando si alza di quota (60% dei contrasti aerei vinti). Insomma, sa come imporre il mismatch fisico sull’avversario, oscurando la vallata agli attaccanti specialmente nell’uno contro uno. A questo si aggiungono 12 palloni rubati, 7 intercettazioni e 10 tackle vincenti. Una trasformazione da promettente esterno di fascia a portentoso braccetto, energico e presente quando c’è da aggredire l’avversario.
Due simboli della stessa mentalità
Ormai possiamo dirlo senza troppo timore di sbagliare: l’Atalanta difficilmente negozierà la propria cultura (quella che ha portato il club da una dimensione da medio-piccola ad uno status da big italiana ed Europea) per un appagamento soltanto nel breve periodo. La Dea, anche in questa stagione, proietta il proprio sguardo più avanti. Bernasconi e Ahanor sono in questo senso due estremi dello stesso ragionamento, collegati dalla visione d’insieme di un club che fa della ricerca del talento giovane un suo paradigma di base. Una filosofia che avrebbe dovuto raccogliere più consensi nell’ecosistema del calcio italiano, e soprattutto ottenere più spazio e rilievo da chi racconta questo sport nel nostro paese.
Luca Ottaviano
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook
