Nazionali Giovanili
Giovani talenti, nazionali vincenti ma sistema fermo. L’allarme di Branchini: “Così si perdono i campioni di domani”
L’agente FIFA dà un suo pensiero riguardo al sistema del calcio italiano: le giovanili azzurre vincono e poi “il circuito si interrompe”.

Branchini: “Sistema calcio da ripensare, troppi giovani si perdono”
Durante la cerimonia del Golden Boy a Solomeo, dove è stata svelata la lista dei 100 candidati al prestigioso premio dedicato ai migliori talenti Under 21 del calcio mondiale, l’agente FIFA Giovanni Branchini ha lanciato un monito forte e chiaro al mondo del pallone: “C’è qualcosa che non funziona nel sistema calcio”.
Le sue parole non sono passate inosservate e accendono i riflettori su una delle questioni più discusse e irrisolte del panorama sportivo italiano. Il rapporto tra il successo delle Nazionali giovanili e il mancato consolidamento di quei talenti nel calcio dei grandi.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA A LUONGO DELL’ITALIA U17

esultanza Italia U17
Nazionali giovanili azzurre in grande spolvero, ma poi?
Branchini ha puntato il dito contro un paradosso sempre più evidente: “Le nostre Nazionali giovanili vanno benissimo…”. Un’osservazione puntuale, supportata dai numeri e dai risultati. L’Italia U17 è campione d’Europa in carica e si appresta a giocare la semifinale contro il Portogallo, mostrando qualità, organizzazione e talento.
L’Under 20 ha sfiorato la gloria al Mondiale di categoria 2023 in Argentina, fermata solo in finale dall’Uruguay (1-0), mentre l’Under 21, guidata da Carmine Nunziata, si prepara con ambizione a disputare l’Europeo di categoria. Anche l’Under 19 e l’Under 18 hanno dimostrato solidità e continuità. Il problema, però, è a monte: la crescita si ferma, o rallenta, al momento del salto tra i professionisti. “Ma per qualche motivo questo circuito si interrompe”, ha ribadito Branchini. È qui che, secondo l’agente, il sistema mostra le sue falle.
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Una riflessione strutturale: il problema della transizione
Il punto sollevato da Branchini è chiaro: i giovani italiani mostrano talento, maturano nei contesti federali, ma poi non trovano spazio nei club di Serie A e B, né continuità di impiego. L’assenza di un progetto strutturale che li accompagni nella fase più delicata della loro carriera – il passaggio al calcio professionistico – rischia di vanificare il lavoro fatto nelle selezioni giovanili. Le società preferiscono investire su profili stranieri già formati o su giocatori esperti, lasciando ai margini chi potrebbe rappresentare il futuro del calcio italiano.
Il j’accuse contro la FIFA
Nella sua analisi, Branchini ha poi allargato lo sguardo sul calendario internazionale, criticando apertamente la FIFA per la gestione del nuovo Mondiale per club, definendolo “uno spettacolo scadente che non interessa a nessuno”. L’agente ha denunciato i costi esorbitanti sostenuti per organizzare una competizione che, secondo lui, sottrae energie, risorse economiche e fisiche a club e calciatori, con il rischio concreto di compromettere la prossima stagione. “Vedrete quanti infortuni ci saranno”, ha avvertito, prefigurando un impatto negativo sul piano sportivo e sulla qualità dei campionati.

esultanza Italia U17
Il futuro del calcio passa dai giovani (se davvero lo si vuole)
Il messaggio di Branchini risuona forte in un contesto, quello del Golden Boy, in cui si celebra il talento giovanile. Ma il talento, da solo, non basta. Servono investimenti, progettualità, fiducia. E serve soprattutto una revisione del sistema che favorisca la crescita reale dei giovani, trasformandoli in protagonisti del calcio di vertice. “Il nostro calcio deve imparare a trattenere i suoi migliori ragazzi”, ha sintetizzato l’agente. Le sue parole non sono solo un atto d’accusa, ma anche un invito: a riflettere, ad agire, a credere nei giovani non solo quando vincono, ma soprattutto quando è il momento di farli crescere davvero.
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