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Scurto: “In Primavera ormai si ragiona come in prima squadra. Tanti stranieri? Ci sono due motivi”
L’allenatore Giuseppe Scurto, ex tecnico della Primavera del Lecce, ha rilasciato un’intervista nella quale ha parlato delle giovanili.

L’allenatore Giuseppe Scurto parla del campionato Primavera
Conclusa l’esperienza con il Lecce, oggi Giuseppe Scurto è in attesa di una nuova avventura. Profondo conoscitore del campionato Primavera, nel quale negli anni ha guidato Palermo, Trapani, SPAL, Torino e – appunto – Lecce, con una parentesi nell’U18 della Roma, Scurto ha rilasciato un’intervista a Gazzetta Regionale affrontando molti temi riguardanti i settori giovanili. Di seguito le parti salienti delle sue dichiarazioni.
Le parole di Scurto
Sul suo percorso: “In dodici anni di vivaio mi sono tolto grandissime soddisfazioni, soprattutto dal punto di vista dei calciatori che ho avuto modo di allenare. Tanti oggi calcano palcoscenici importanti. Se devo sceglierne uno, dico Ellertsson: avevano dubbi su di lui, ma io credevo nelle sue caratteristiche. Ma ne ho avuti anche tanti altri. Pisilli? Aveva già una mentalità da top player. Si allenava da grande, sa fare un po’ tutto a centrocampo e il cammino che sta facendo lo dimostra”.
Sul campionato Primavera: “È cambiato molto. Sul piano tecnico ormai si ragiona come se fossero prime squadre, quindi cambia anche l’impegno degli staff. Bisogna rimanere costantemente aggiornati, le cose cambiano di continuo, c’è molto più studio anche sulla partita secca. Ci sono squadre che in fase difensiva vanno anche a uomo, mentre anni fa tutti difendevano a zona. Poi è cambiata la fase di possesso e c’è grande mobilità”.
Sui giovani: “L’evoluzione che c’è stata intorno al giovane calciatore è probabilmente ancor più evidente rispetto al giocatore in campo e basta. I ragazzi vengono trattati come fossero tutti già calciatori affermati e c’è tutto un contorno che ne condiziona la crescita. Un bravo allenatore, oggi, oltre a tutto il resto deve cercare anche di lavorare mentalmente per far sì che i singoli ragionino collettivamente”.
Sui tanti stranieri: “Credo principalmente che ci siano due fattori. Il primo economico: in Italia, sentendo gli addetti ai lavori, i costi dei calciatori sono più alti. Il secondo fattore riguarda, a mio avviso, l’introduzione delle retrocessioni nel campionato Primavera 1. Questo ha portato tutte le società ad alzare il livello delle proprie squadre Primavera andando a pescare molto all’estero”.
Sul futuro: “Intanto voglio fermarmi un po’, anche per la mia famiglia. Poi mi auguro possa venir fuori una bella opportunità per allenare. Dopo tanti anni di Primavera mi piacerebbe misurarmi con una prima squadra”.
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