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Pafundi, un “mistero del calcio” tra azzurro e Sampdoria: quanto può dare ai blucerchiati?

Simone Pafundi vuole ripartire di nuovo, meta scelta e un futuro tutto da scrivere tra Sampdoria e Nazionale.

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Simone Pafundi
Simone Pafundi

Simone Pafundi vuole ripartire di nuovo e lo fa con la maglia della Sampdoria dopo l’azzurro

Prima o poi per tutti arriva il momento di compiere quel gesto, quel salto, in quel momento può cambiare tutto. Hai solo un colpo e un’opportunità da non mancare. Lo ha spiegato Eminem con le sue rime ma, per Simone Pafundi la storia sembra diversa: un’altra chance, desiderata da tempo, si è ripresentata alla sua porta.

Prima Roberto Mancini e dopo il figlio Andrea costituiscono un collegamento quasi scontato tra l’azzurro della Nazionale e il blucerchiato della Sampdoria. Legame che è pronto però a valorizzare un talento ancora immerso nel fumo. Gli obbiettivi vanno raggiunti “ad ogni costo”: ricostruzione in Serie B e spiccare nel panorama internazionale con la 10 sulle spalle. Solo alla fine del viaggio si potranno fare i resoconti, il calcio comincia adesso e chissà cosa avrà in serbo.

La benedizione della famiglia Mancini suona come una grande responsabilità

Come un pittore ha bisogno della sua tela, anche un giovane calciatore ha bisogno di uno spazio dove dipingere arte. Nell’intervista di marzo 2023 l’ex Ct Roberto Mancini aveva parlato proprio della mancanza di uno spazio per i giovani italiani. Giocatori che a oggi, hanno le porte aperte, ma altri sembrano ancora rimasti chiusi fuori. Pafundi in particolare, è stato definito così: “Per me questo è un mistero del calcio, non riesco a capire come possa non giocare in Serie A. E l’ho visto da vicino più volte. Ma ce ne sono anche altri, però se non li metti in campo come fanno a migliorare? Un giovane deve giocare, stare fuori, giocare di nuovo, ma poi arriva il momento della cosa più importante: deve poter sbagliare”.

La domanda che sorge spontanea è su quanto sia colpa del giovane talento, quanto delle ferree gerarchie  o se scelte tecniche frettolose lo abbiano penalizzato ingiustamente. Un giocatore dal baricentro basso, dotato di estro e qualità per mandare gli attaccanti in porta sembra essere il pezzo mancante di una nazionale a volte priva di fantasia e troppo schematica. Eppure il DNA di questi giocatori esprime giocate che risolvono match cristallizzati e noiosi.

La difficoltà è nel coltivare determinati tipi di giocatori, dandogli fiducia e lavorando in una zona grigia al confine tra la personalità e il bruciare le tappe. Buon sangue non mente e il Direttore Sportivo Andrea Mancini, seguendo le orme del padre, è riuscito a mettere sul trampolino di lancio il classe 2006. L’ex Udinese approda a Genova in prestito con diritto di riscatto. Maglia numero 20 sulle spalle, in una piazza pronta a essere il punto di svolta di una carriera destinata alle stelle, ma purtroppo ancorata a terra per via di alcune scelte (non soltanto sue).

I primi passi in Serie B, un centrocampo affollato e un ruolo ancora da definire

Pafundi ha dimostrato di soffrire il poco minutaggio, come successo ad Udine. Una ‘maledizione’ che sembra continuare anche nelle sue prime uscite con la Samp. Esordio al 61′ dal sapore amaro contro il Modena dove ha rimediato un cartellino giallo. Il tiro che sibila l’incrocio dei pali nella seconda giornata contro il Südtirol, invece, non convince abbastanza. Sono complici però, i soli 9 minuti giocati da subentrato in quella partita già scritta e gli incubi di una stagione passata disastrosa per la squadra genovese.

Un reparto completamente rinnovato grazie ai sei colpi messi a segno e un Barak che scalpita per salire le gerarchie interne, potrebbero far scattare una scintilla di sana competizione con in palio le chiavi della trequarti. Nelle prime due gare il tecnico Massimo Donati ha visto in Pafundi un’ala in un attacco a quattro. In vista della terza giornata contro il Cesena  si pensa ai ballottaggi o se cambiare le carte in tavola per valorizzare tutti al meglio. Henderson può passare in mediana così da garantire il posto alla fantasia di Pafundi in fase offensiva, magari affiancato a un Coda più rifinitore fresco fresco di record di gol segnati nella competizione.

Pafundi in campo: tattica e zona di lavoro

La stagione 2024/2025 per la Sampdoria si è conclusa, come ben sappiamo, con una salvezza arrivata per il rotto della cuffia. Tralasciando evidenti problemi difensivi, l’attacco è risultato spento, sulle gambe e privo di magia offensiva. Da qui parte la scelta di un acquisto come Pafundi. Determinante in quelle tipiche partite di categoria in cui vince la compattezza e la paura di non portare a casa neanche un punto.

Donati lo ha provato come ala destra in un 4-2-3-1, modulo che dovrebbe conferirgli la possibilità di dialogare con il trequarti e l’attaccante. Il campo parla e per ora, lo ha fatto poco e non al meglio, mostrando un Pafundi non messo in condizione di esprimere il suo talento e avulso dal gioco. La retta via può essere la trequarti dove il 20 ha sicuramente la possibilità di svariare e velocizzare la giocata con un colpo dei suoi. La pretesa di un gioco senza fronzoli e adatto al campionato, non deve accecare. L’organico offre tanta qualità in rifinitura, in zona assist e Pafundi deve essere il protagonista di quelle parti di campo.

Titolarità in nazionale: la beffa sul più bello

L’arrivo di Silvio Baldini in NazionaleU21 potrebbe dare quel quid in più a giocatori ancora in attesa della definitiva consacrazione. Un calcio giovane e fiducioso, questi sono i termini presenti nel vocabolario calcistico del tecnico toscano che ricordano i dettami di Roberto Mancini. Non a caso Pafundi subentra al 61′ contro il Montenegro ritagliandosi spazio e guadagnandosi la titolarità contro la Macedonia del Nord.

Nonostante la partenza sin da subito e la vittoria siglata da Marianucci nella seconda giornata di qualificazione a Euro 2027, la beffa arriva comunque. Pafundi gioca solo fino al 29′, poiché la doppia ammonizione di Moruzzi costringe Baldini al cambio forzato: sostituito proprio il numero 10 per l’ingresso di Idrissi in modo da rafforzare la difesa. Il circolo vizioso non si ferma e rimanda a un’altra volta il salto di qualità del ragazzo. Siamo ancora all’inizio della stagione, il presente non sorride e chissà se sarà il tempo a svelarci un mistero ancora chiacchierato. La strada è lunga e ricca di opportunità per farci vedere chi è veramente Simone Pafundi.

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