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Palma, il futuro dell’Udinese tra scuola, sogni e una doppia Nazionale possibile

Intervista a Matteo Palma (Udinese, 2008): 5 presenze in Serie A a 17 anni. Allenamenti, scuola, ruolo, obiettivi e doppia scelta Italia/Germania.

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Matteo Palma Udinese

Classe 2008, già cinque presenze in Serie A e una maturità sorprendente per i suoi 17 anni. Matteo Palma è uno dei talenti più interessanti dell’Udinese e del calcio italiano. Intervistato da Udinese Tonight, il giovane difensore bianconero ha raccontato la sua crescita, il suo approccio alla prima squadra e il percorso che lo ha portato, in poco più di un anno, a ritrovarsi stabilmente tra i professionisti.

Su cosa significa giocare in Serie A a 17 anni

“Ero sicuramente agitato prima della partita, ma poi in campo non ho sentito nessuna pressione, perché è quello che amo e che faccio da sempre”, ha raccontato Palma, che ha totalizzato oltre quaranta minuti nella gara dell’Olimpico, la sua quinta presenza stagionale. “Le cose sono cambiate l’anno scorso, quando sono entrato stabilmente in prima squadra e sono passato dal giocare con gente della mia età a giocare con chi fa il professionista da anni. Prima ero un ragazzo qualsiasi che inseguiva un sogno, ora sono qui. Non sono ancora arrivato però, cerco di dare il massimo ogni giorno”.

Su come è cambiato il suo modo di allenarsi

“Lo scorso anno il preparatore mi costringeva a fare tantissima palestra perché ero uno dei più magri”, ha ricordato sorridendo. “Mi sono allenato tanto, nemmeno in vacanza ho mollato e quando siamo tornati tutto lo staff era impressionato dal mio fisico”.

Sull’infortunio e la forza del gruppo

Dopo l’infortunio che lo ha tenuto ai box, Palma ha avuto una nuova occasione da titolare contro il Sassuolo. “Da solo avrei fatto fatica, ma per fortuna compagni, familiari e procuratori mi hanno dato una grande mano. Soprattutto i compagni in allenamento mi hanno sostenuto, dicendomi di guardare subito avanti e dimenticare quella partita. È quello che ho fatto e mi ha aiutato tanto”.

Sul ruolo in campo e i compagni di reparto

“Ho giocato sia a tre, in Primavera anche da centrale, che a quattro sia da centrale destro che sinistro. Dove mi schiererei se fossi il mister? Dipende dalle caratteristiche degli altri difensori, non ho preferenze particolari”, ha spiegato. “Kabasele si è sempre fatto trovare pronto, anche lo scorso anno. Non ho trovato differenze tra giocare con lui e con Kristensen, è un veterano e un professionista invidiabile”.

Su scuola e studio

“Faccio videolezione da casa, è l’unico modo possibile. È faticoso, ma mi metto d’accordo ogni settimana con i professori per fare almeno un’ora per materia e riuscire a finire l’anno”, ha detto Palma. “Finire la scuola è importante. Magari per altri non lo è stato, ma per me è fondamentale. Il calcio è un lavoro, ma quando finisci di giocare non sai come possono andare le cose. Tanti dicono che non è necessaria, ma nella vita quotidiana ti aiuta a capire tante cose”.

Sui suoi obiettivi personali

“Il mio obiettivo è fare più minuti possibili, perché sono giovane ed è importante mantenere il ritmo. Poi vorrei riuscire anche a segnare il primo gol in Serie A”, ha raccontato. “Ma il mio vero obiettivo è rendere orgogliosi i miei genitori. Adesso sono già soddisfatti, ma vorrei che non avessero mai preoccupazioni a causa mia”.

Sulla Nazionale: Italia o Germania?

Tema molto interessante, quello della doppia cittadinanza sportiva. Palma, infatti, può scegliere tra Italia e Germania. “Non so ancora per che Nazionale giocherò. Per ora sono con la Germania, ma se arrivasse la chiamata dell’Italia sarei contento di accettarla. Non ho preferenze”.
Una risposta che lascia aperte entrambe le porte, ma che conferma la consapevolezza di un ragazzo già maturo, che sa che il futuro – in bianconero e in Nazionale – è appena cominciato.

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