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Juve, è di nuovo BBC? Potrebbero tornare Barzagli e Bonucci: i possibili ruoli
La Juventus si appresta a cambiare molto nel suo assetto societario: c’è uno spiraglio aperto al possibile ritorno di Barzagli e Bonucci.

Barzagli-Bonucci, si ricompone la BBC alla Juventus? Il futuro bianconero con tante possibili novità
Tutti in altre vesti, con ben altri compiti e svolgendo funzioni che si richiamano: qualora dovesse accadere, farebbe strano vedere i tre senatori dell’ex BBC della Juventus in abiti formali e senza la divisa bianconera, indossata per anni come fosse una seconda pelle. Il percorso di ritrovamento della propria identità in casa “vecchia signora” potrebbe riportare a casa Leonardo Bonucci e Andrea Barzagli; ovviamente con ruoli attivi, di campo e impattanti nel delineare il profilo della Juve del futuro.

Bonucci Italia U20
Juventus, Bonucci e Barzagli sulle orme di Chiellini e Nedved
Sul campo distruggevano le ambizioni degli avversari, componendo un muro quasi invalicabile al quale si aggiungeva Buffon tra i pali. Una specie di sentenza per qualsiasi attacco, che sapeva di avere a che fare con uno dei pacchetti arretrati più solidi della storia. Ora invece, la Juventus potrebbe chiedergli di costruire, di porre le basi per il futuro lavorando a stretto contatto con il talento e valorizzandolo. Si avvicina un’estate preannunciata come particolarmente rovente a Vinovo: le temperature si alzeranno soprattutto nel tentativo di rivoluzionare gli assetti dirigenziali, con Giorgio Chiellini destinato secondo molti ad ottenere sempre più spessore e potere decisionale.
Così, i tre leader carismatici di una Juventus andata a centimetri dalla Champions League, fermandosi soltanto un gradino sotto il tetto d’Europa, potrebbero riformare un tridente molto interessante anche fuori dal rettangolo verde. In particolare, Barzagli e Bonucci entrerebbero a far parte del settore giovanile, con ruoli sicuramente da stabilire ma con la possibilità di respirare il campo da vicino e influire sulla formazione dei giovani ragazzi bianconeri. Il percorso più lineare in questo caso potrebbe essere quello del campione europeo: già provvisto del Patentino Licenza B Uefa, il 37enne è entrato di recente nello staff di Bernardo Corradi nell’Italia Under 20.
La Primavera è un salto ancora troppo precoce?
Si potrebbe stagliare dunque all’orizzonte un percorso in stile Francesco Magnanelli: l’ex bandiera del Sassuolo ha fatto parte in un primo momento dello staff di Massimiliano Allegri in prima squadra, per poi sposare il progetto della Primavera dal luglio 2024. E nonostante l’ipotesi che il classe 1984 lasci ora la panchina sia alquanto azzardata, per Bonucci in un futuro più o meno prossimo potrebbero aprirsi le porte per l’Under 19 bianconera. Una strada tracciata, ma ancora tutta da percorrere.
Da Nedved a Pirlo: i precedenti con le leggende bianconere
“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”: al di là del contenuto sicuramente opinabile, dentro questa massima del compianto Giampiero Boniperti c’è l’essenza della Juventus, diluita da alcune stagioni di magra in termini di trofei e sviluppo della squadra. Thiago Motta addirittura l’aveva rinnegata, dirottando l’attenzione sull’aspetto dell’ossessione per la vittoria, qualcosa che non voleva trasmettere sotto pelle al suo gruppo (ottenendo però un po’ di freddezza da parte di un tifo che da sempre si ritrova in quell’ideale).
Gli anni di massimo splendore
E l’unico modo per trasmettere nuovamente questa ricerca viscerale della vittoria è riportare all’interno dell’ecosistema alcuni elementi che con il bianconero addosso hanno scritto pagine indelebili di storia. Una mossa che prende indubbiamente spunto dal passato recente, nonostante dei risultati zoppicanti o controversi. Alla base del doppio ciclo vincente tra il 2012 e il 2020 c’erano infatti almeno due personalità che di DNA Juventus ne avevano a tonnellate. A cominciare da Pavel Nedved: ultimo pallone d’oro nella storia del club, un anno dopo il suo ritiro dal calcio giocato entra a far parte degli asset dirigenziali, partecipando attivamente ai primi 2 scudetti targati Antonio Conte e ricoprendo dal 2015 al 2022 il ruolo di Vicepresidente.
Antonio Conte, appunto: l’innesco di un periodo di dominio assoluto, il catalizzatore biologico del cambiamento. Da calciatore aveva indossato il bianconero per 13 stagioni, conquistando una Champions League, perdendone una ai rigori e indossando la fascia da capitano con senso di appartenenza e carisma debordante. Lati del proprio carattere che ha ovviamente trasmesso anche ai suoi giocatori durante il triennio segnato da 3 scudetti consecutivi e dal record di punti in una singola stagione di Serie A (102 in 38 partite).
Il periodo di flessione
Un altro tentativo in questo senso era stato fatto nell’estate 2020 con l’arrivo di Andrea Pirlo in panchina. Splendido compositore e direttore d’orchestra nel centrocampo della Juventus dal 2011 al 2015, la leggenda del calcio mondiale raccoglie le macerie di una squadra svuotata dalla parentesi Sarri. Risultato? La pressione divora il tecnico, che nonostante 2 trofei (Coppa Italia e Supercoppa Italiana) viene lasciato da solo al comando da una dirigenza che mostrava le prime crepe sul piano gestionale: l’addio dopo una singola stagione è il naturale decorso delle cose.
Con Giorgio Chiellini invece, il tentativo è di tornare indietro nel tempo, ai fasti di un’era che dietro i cancelli di Vinovo vorrebbero rivivere. Attualmente Head of International Relations, l’ex capitano e leader in campo dovrà fare da raccordo con il futuro, magari ricoprendo un ruolo ancor più influente e riportando nell’ambiente Juventus i suoi due compagni di reparto nell’epoca d’oro della BBC.
Luca Ottaviano
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