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La conferenza di Gattuso e l’idea sui giovani dell’Italia

La nuova avventura di Gennaro Gattuso alla guida dell’Italia è ufficialmente cominciata. Nella sua prima conferenza stampa da Commissario Tecnico, in vista del primo raduno con gli Azzurri, l’ex tecnico di Milan, Napoli e Valencia ha tracciato le linee guida del suo progetto. Al centro della sua visione: concretezza, spirito di sacrificio e una fiducia esplicita nei giovani, come dimostrano le sue prime convocazioni.

Tre esordienti assoluti sono stati inseriti nella lista: Giovanni Fabbian (classe 2003, centrocampista del Bologna), Francesco Pio Esposito (2005, attaccante dell’Inter) e Giovanni Leoni (2006, difensore appena acquistato dal Liverpool). Una scelta forte, in controtendenza rispetto al panorama generale del calcio italiano, dove i giovani faticano sempre più a emergere.

L’allarme: “Pochi italiani in campo in Serie A”

Uno dei primi temi affrontati da Gattuso è stato proprio il momento complicato che sta vivendo il calcio italiano, in particolare per quanto riguarda la valorizzazione dei talenti nostrani. “In Serie A continua a diminuire il numero di italiani in campo”, ha sottolineato il CT. “E di conseguenza il numero di calciatori convocabili. Soprattutto i giovani trovano sempre meno spazio”.

Un campanello d’allarme che il nuovo selezionatore azzurro non ignora, ma che non lo scoraggia. “Spero in futuro di vedere più italiani giocare nel nostro campionato, però non siamo messi così male. In questo momento dobbiamo pensare di tirare fuori il meglio dai nostri giocatori”.

Fabbian, un “Frattesi 2.0”

Tra i giovani convocati, Giovanni Fabbian è sicuramente quello che ha già dato segnali importanti in Serie A, grazie alle stagioni positive con il Bologna. Centrocampista completo, abile negli inserimenti e dotato di grande fisicità, è stato paragonato dallo stesso Gattuso a uno degli attuali titolari della Nazionale.

“Fabbian è simile a Frattesi”, ha spiegato. “Riempie bene l’area, ha fisicità e ottimi tempi di inserimento”. Un profilo moderno, capace di abbinare qualità atletiche e tecniche, e che sembra perfetto per lo stile di gioco che Gattuso intende proporre con l’Italia.

Esposito, potenza e tecnica al servizio dell’attacco

Un altro nome che ha attirato l’attenzione è quello di Francesco Pio Esposito attualmente all’Inter. Classe 2005, Esposito ha impressionato in B con lo Spezia e nell’U21 di Nunziata per la sua capacità di unire potenza fisica e qualità tecniche, un mix che lo rende particolarmente interessante per il futuro offensivo degli Azzurri.

Esposito ha fisico e tecnica”, ha dichiarato Gattuso. “Non gli ho regalato nulla. È un ragazzo pronto, con caratteristiche ben precise”. Il fatto che sia stato selezionato nonostante non abbia ancora esordito in prima squadra sottolinea la volontà del ct di investire su chi mostra potenziale e atteggiamento giusto, al di là dell’età o dell’esperienza.

Leoni, personalità da veterano a soli 19 anni

Il terzo giovane a ricevere la chiamata è forse il più sorprendente: Giovanni Leoni, difensore centrale classe 2006, passato dalla Sampdoria al Liverpool durante questa sessione estiva di mercato. Un trasferimento importante, che conferma quanto il suo talento sia già stato notato anche all’estero.

Gattuso non ha esitato a elogiare il ragazzo: “Per essere un 2006 ha grande personalità, non ha paura di nulla e sa giocare a campo aperto”. Parole che descrivono un giocatore maturo, sicuro dei propri mezzi e pronto a confrontarsi con palcoscenici più grandi. E se il Liverpool ha scelto di puntare su di lui, significa che il futuro è davvero promettente.

Nessun favoritismo: “Non regalo nulla a nessuno”

Gattuso ha voluto chiarire che la convocazione dei tre giovani non è frutto di una scelta romantica o di marketing. Al contrario, si tratta di una decisione tecnica, basata su qualità reali e concrete. “Sono giocatori pronti, non gli ho regalato nulla. Penso che abbiano caratteristiche ben precise e che ci possano stare in questo gruppo”, ha ribadito. Il messaggio è chiaro: la Nazionale non sarà un laboratorio sperimentale, ma uno spazio meritocratico dove chi dimostra di valere, anche giovanissimo, potrà trovare il proprio posto.

Un’Italia che guarda avanti

Con queste prime convocazioni, Gattuso ha dato un segnale forte: si può rinnovare, investire sul futuro e allo stesso tempo restare competitivi. L’Italia non parte da zero, ma ha bisogno di credere nei propri talenti, anche in un contesto difficile come quello attuale. Il percorso è appena iniziato, ma le premesse fanno ben sperare. Ora la parola passa al campo: sarà lì che i giovani dovranno trasformare la fiducia ricevuta in prestazioni convincenti. E Gattuso, da buon ex gladiatore del centrocampo, sa che la maglia azzurra va conquistata con il sudore, non con le promesse.

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