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De Bruyne e il numero 10: il Napoli tra il mito di Maradona, sacro e profano
Il Napoli dal 2006 non ha più dato la numero 10 a nessuno e il dettaglio notato dai tifosi dopo il primo allenamento ha scatenato la piazza

È un’immagine che ha fatto il giro del mondo in poche ore, un flash destinato a rimanere scolpito nella memoria dei tifosi partenopei: Kevin De Bruyne si è presentato al centro sportivo di Castel Volturno per il suo primo allenamento con la maglia del Napoli, indossando la divisa d’allenamento con il numero 10. Un dettaglio che non è sfuggito agli occhi attenti dei supporter azzurri, accendendo un dibattito che mescola emozione, nostalgia e ambizione. Quel numero, iconico e quasi intoccabile, richiama inevitabilmente il mito di Diego Armando Maradona, il “Pibe de Oro” che ha scritto la storia del club, ma al tempo stesso apre le porte a un futuro che il Napoli vuole costruire da protagonista assoluto.
Il peso del numero 10
Il numero 10 non è solo un simbolo, ma un’eredità. A Napoli, più che altrove, è sinonimo di Maradona, l’uomo che ha trasformato un club di provincia in una potenza del calcio europeo, conquistando due scudetti, una Coppa UEFA e lasciando un’impronta indelebile. Da quando Diego ha lasciato il club nel 1991, quel numero è stato indossato con parsimonia, quasi come un reliquiario da proteggere fino al ritiro ufficiale dopo il 2006. La scelta di De Bruyne di sfoggiarlo, anche solo in allenamento, ha fatto scattare un brivido tra i tifosi: c’è chi lo vede come un segno di continuità con la grandezza del passato e chi, invece, teme che il confronto con il mito possa diventare un fardello troppo pesante.
Eppure, il Napoli di oggi sembra voler guardare oltre. L’arrivo del belga è un segnale chiaro: il club di Aurelio De Laurentiis non vuole vivere di ricordi, ma costruire un presente che possa competere con i giganti d’Europa. La scelta del numero 10, anche se non ancora ufficiale per le partite, sembra un manifesto di questa ambizione. “Ho scelto Napoli perché voglio ancora vincere” – ha dichiarato il centrocampista nella sua prima intervista da azzurro, parole che risuonano come una promessa e un invito a guardare avanti.
De Bruyne wearing Maradona’s number 10 👀 pic.twitter.com/euDTVvAk9X
— Random KDB match comps (@KDBZone_) July 15, 2025
Il sacro e il profano: Maradona e De Bruyne a confronto
Paragonare Kevin De Bruyne a Diego Maradona è un esercizio che rasenta il blasfemo per molti tifosi napoletani. L’argentino era il genio sregolato, l’artista capace di trasformare il caos in poesia, un leader carismatico che incarnava lo spirito ribelle di una città. Il belga, al contrario, è l’emblema della modernità calcistica: un regista cerebrale, una mezz’ala che detta i tempi con una precisione chirurgica, capace di inventare giocate che cambiano le partite. Se Diego era il “sacro” del calcio, un Dio pagano venerato al San Paolo (oggi Stadio Diego Armando Maradona), De Bruyne rappresenta il “profano”: un professionista impeccabile, un leader silenzioso che parla con i fatti.
Eppure, i due condividono un tratto comune: la capacità di elevare il livello di chi li circonda. Maradona ha reso il Napoli campione d’Italia in un’epoca dominata dalle potenze del nord; KDB arriva in una squadra che, sotto la guida di Antonio Conte, ha già conquistato il quarto scudetto e punta a confermarsi in Serie A e a brillare in Champions League. Scott McTominay, compagno di squadra e protagonista della cavalcata tricolore 2024-25, non ha nascosto il suo entusiasmo: “Kevin è incredibile, porterà qualità e mentalità vincente. Non ci accontentiamo di quanto fatto finora”.
Oltre il passato, verso un futuro da top
L’arrivo di De Bruyne, accolto da un’ondata di entusiasmo tra i tifosi che lo hanno inseguito per selfie e autografi fin dentro l’hotel dove alloggia, segna un cambio di paradigma per il Napoli. Il club, che in passato ha spesso vissuto all’ombra del mito di Maradona, sembra pronto a emanciparsi. Il belga, con la sua classe cristallina e la sua esperienza internazionale, è il simbolo di un progetto che guarda al futuro senza rinnegare la storia. Lo stadio Maradona, che ha visto le gesta di Diego, è pronto a innamorarsi di nuovo, come scrive La Gazzetta dello Sport: “Kevin non vede l’ora di sentire l’effetto che fa”.

De Bruyne, Napoli
La scelta di indossare il numero 10 in allenamento, come immortalato dai social ufficiali del club, potrebbe essere un primo passo verso una decisione audace: assegnare ufficialmente quel numero a De Bruyne, rompendo un tabù e trasformandolo in un ponte tra passato e futuro. Non si tratta di cancellare Maradona, ma di dimostrare che Napoli può sognare in grande senza vivere di nostalgia. Difficile, ma non impossibile anche se il giocatore in un video ha subito reagito con un “No, no, no” e poi subito la precisazione del team del Napoli: “solo per l’allenamento”. Non vuole pressioni inutili, ma il numero 10 non è mai stato così vicino a un giocatore che non sia argentino dal nome Diego.
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