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Corvino e i giovani: “Troppi stranieri? Le norme permettono alle big di prendersi i nostri italiani senza pagare”

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Corvino Lecce

Botta e risposta acceso tra Ciccio Graziani e Pantaleo Corvino

Lo scenario di Radio Sportiva come contenitore, due agguerriti interlocutori come catalizzatori di una discussione che riporta al centro il tema dei giovani in ItaliaCiccio Graziani Pantaleo Corvino hanno dato vita ad un dibattito molto acceso sulla ricerca e lo sviluppo del talento del nostro paese, nei confronti invece di alcuni modelli che guardano sempre di più oltre i confini nazionali.

Pantaleo Corvino Lecce

Pantaleo Corvino (screen)

L’antipasto lo serve… Camarda

“Oggi è pronto ad affrontare un campionato complicato come la Serie A. L’intensità sul campo e mentale sarà importante specialmente in un club come il nostro, perché noi lottiamo fino all’ultimo per raggiungere l’obiettivo della salvezza”.

In questo caso, la leggenda del Torino è sulla stessa lunghezza d’onda, apprezzando l’operazione intavolata dai salentini e donando una forte investitura al classe 2008. “Corvino è stato il più sveglio di tutti, perché è arrivato per primo su Camarda, che ha bisogno di una squadra come il Lecce. Sono convinto che anche quest’anno il Lecce abbia preso un giovane molto interessante, che andrà supportato nei momenti di difficoltà e che farà molto bene”.

Sull’impiego del baby fenomeno del Milan, Corvino anticipa: “Quando si gioca con un modulo in cui è previsto un attaccante centrale, devi avere in rosa tre prime punte. La qualità non ha età, per cui anche Burnete e Camarda si giocheranno le proprie chance”. In poche parole, il reparto offensivo del Lecce sembra essere blindato, con il 17enne pronto a giocarsi le proprie fiche al tavolo dei grandi.

Francesco Camarda

Francesco Camarda

Il dibattito Corvino-Graziani si sposta sul tema giovani

Il primo scambio di opinioni e una denuncia importante

Esterofilia o lucida riflessione su un calcio che è in una fase di transizione? Il dibattito dirotta l’attenzione su questo tema, intrecciandolo inesorabilmente con la gestione dei giovani. L’innesco lo dà Corvino: “Faccio una domanda a chi mette a fuoco le considerazioni sui troppi stranieri. Dove sono i giocatori giovani italiani che può comprare il Lecce? Ci sono delle norme federali che permettono ai grandi club di prendere portano i giovani talentuosi del territorio dei piccoli club, senza dare nulla in cambio. E’ una critica che faccio mia, perché comincio ad avvertire che chi ha la capacità di arrivare prima degli altri su risorse preziose, viene poi accusato di non utilizzare gli italiani. Come fa il Lecce a comprare un giovane bravo se già a tredici anni questi vengono presi dalle big senza pagare nulla? Questi discorsi andrebbero ampliati, prima di accusarci di trascurare il materiale italiano”.

Questa la risposta di Graziani: “Il mio era un discorso più ampio. Io credo che il calcio italiano debba riscoprire il talento italiano, senza rifugiarsi nella via più facile, ovvero investire sui giovani stranieri. Secondo me, se il Lecce vince il Campionato Primavera con 11 stranieri titolari, c’è qualcosa da migliorare”.

C’è bisogno di guardarsi intorno?

La replica piccata del presidente del Lecce: “Se ci fossero giovani bravi nel nostro territorio da poter inserire nel nostro settore giovanile, noi lo faremmo. Il calcio ormai è un processo globalizzato, non possiamo ricadere in forme di razzismo per cui ancora dobbiamo preferire il giovane leccese rispetto a quello straniero. Si sta criticando un processo di globalizzazione sportiva, a vantaggio di forme di razzismo. Come se noi non vedessimo il leccese bravo, il veronese bravo o l’altoatesino bravo e avessimo bisogno quindi di pescare dall’estero. E’ un’analisi sbagliata, nascosta dietro all’italianità. Se c’è un talento, ogni club di quel territorio è in grado di individuarlo“.

Graziani risponde e aggiunge un dato: “Se come il Lecce, tanti altri club ragionassero in questo modo, per me alla lunga diventa un problema. Nel calcio italiano, il 68% dei giocatori di Serie A sono stranieri, per me questo è un problema“.

L’ultima stoccata di Corvino: “Non è un problema se lo inseriamo in un’ottica della ricerca di risorse per trasformare le potenzialità in qualità. Il Lecce, se non trova nel suo territorio delle potenzialità per mantenersi competitivo in Serie A, deve girare l’angolo per trovare risorse tecniche. Dorgu, a livello locale non lo avrei mai trovato e non avrei mai portato nelle casse del Lecce 32 milioni. Invito chi critica a non farci passare per quelli che non credono nell’italianità. Il fatto di saper cercare talento anche fuori dai nostri confini è una capacità, non deve essere trasformato in un limite”.

Il dato sugli stranieri è preoccupante?

Sulla coda di una discussione che ci lascia molte chiavi di lettura interessanti, sfruttiamo l’ottimo assist di Ciccio Graziani per andare in profondità in merito al dato sull’incidenza degli stranieri nel nostro campionato. Stando ai dati della stagione 24/25, è effettivamente molto vicina al 68% la statistica sugli “internazionali” impiegati in Serie A. Ancora più interessante notare come siano soltanto club che ribaltano il paradigma, avendo percentuali di stranieri inferiori al 50%: il Cagliari siede sul trono con il 37,9% di stranieri, seguito dal Monza (42,9) e dalla Fiorentina (49,1%).

Restringendo l’immaginario “occhio di bue” sul Lecce, notiamo come l’impiego dei giocatori non italiani sia del 74,1%, il settimo peggior dato dell’intero campionato e in peggioramento di 5,3 punti percentuali rispetto al 23/24. Riallargando l’inquadratura al campo largo della Serie A, possiamo infine notare come anche qui siamo in aumento rispetto alla stagione precedente, in questo caso del 3,6%. Segno di come la riflessione vada riportata al centro del dibattito sulla presunta inconsistenza dei nostri settori giovanili e del nostro movimento calcistico.

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