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Evan Ferguson riaccende la fiamma sull’asse Roma-Atalanta: Gasp contro il suo passato per il bomber irlandese

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Evan Ferguson, Brighton

Evan Ferguson diventa oggetto del desiderio di Roma e Atalanta

A poche settimane di distanza da un addio ancora da metabolizzare, le strade del mercato fanno reincontrare Gasperini e l’Atalanta. Si è acceso un derby di mercato tra la Roma e la Dea per Evan Ferguson, attaccante classe 2004 del Brighton. Perché piace ad entrambe? Siamo qui per rispondere nel modo più semplice (fa gol, spesso e con regolarità), ma anche per analizzare in profondità le caratteristiche dell’irlandese nei due sistemi di gioco.

Evan Ferguson

Evan Ferguson

Ferguson: perché all’Atalanta?

A caccia di gol e presenza offensiva

Erede di Gasp anche nello scheletro tattico, Juric sta cercando di plasmare a sua immagine e somiglianza una Dea orfana del suo fine ultimo, del principe della scorsa Serie A. L’addio di Retegui infatti ha creato un vuoto da colmare sia a livello numerico che dal punto di vista della forma e della sostanza. Mancano gol, peso offensivo e soprattutto una presenza che possa incorporare nel gioco del croato una variazione sul tema: un bomber prolifico, capace di dare profondità ad una proposta offensiva che non si è mai nutrita di una dose consistente di reti provenienti da un solo giocatore. Basti pensare ai precedenti: Sanabria, nei tre anni a Torino con Juric ha collezionato 102 presenze e messo a referto 23 centri (media di uno ogni 296 minuti in campo).

Lo segue Pellegri, che sempre in granata e a Genova ha giocato 69 partite sotto la gestione del croato, centrando il bersaglio 9 volte (una rete ogni 212 giri d’orologio). Budimir è la grande eccezione, con l’exploit della singola stagione a Crotone condita da 17 gol in 41 apparizioni (un timbro ogni 195 minuti giocati). Chiudiamo con Zapata (12 reti in 36 presenze, in pratica uno squillo ogni tre partite disputate) e Simeone, che in rossoblù si è presentato al mondo con una fiammante stagione da 14 gol in 31 apparizioni, in cui impiegava 164 minuti per centrare la porta. In questo contesto, le caratteristiche da uomo d’area di Ferguson potrebbero portare tanti concetti diversi nel modo in cui l’Atalanta attaccherà la difesa schierata o la profondità.

Evan Ferguson

Evan Ferguson (screen)

Un talento a cui Juric dovrebbe adattarsi

Forte di testa, discreto atletismo, con De Zerbi il 2004 ha inserito nel suo bagaglio anche qualche argomento tecnico. Sa comunicare con i compagni e soprattutto non ha bisogno di calarsi in un sistema che prevede una sola punta di ruolo, perché ci è nato dentro a Brighton. Un profilo per certi versi simile ad Artem Dovbyk, che Juric ha allenato nella fugace e fallimentare parentesi bimestrale a Roma: buon attacco della profondità, ma poca attitudine difensiva nel raccogliersi dietro la linea del pallone durante la fase di non possesso. Convivenza che all’inizio potrebbe non essere facile da digerire, ma che trovando la giusta chiave di lettura potrebbe regalare un’altra intuizione geniale di mercato per la Dea.

Perché alla Roma

Come sempre, sgomberiamo il campo dalla risposta più superficiale e semplice: all’ombra dell’Olimpico troverebbe Gasperini, uno degli allenatori più forti d’Europa. Eppure, anche in questo caso l’intesa tra due personalità per certi tratti abbastanza distanti, andrebbe trovata col tempo. Il “Gasp” dovrebbe riattivare quel processo di crescita nella rifinitura e nell’associazione con i compagni, che inevitabilmente si è interrotta quando De Zerbi ha lasciato Brighton. In più, parliamo di un profilo che per caratteristiche fisiche ricorda più Retegui e Zapata, rispetto ai vari Muriel, Gomez o Lookman. Un metro e ottantotto centimetri di esuberanza fisica da educare gradualmente ad un gioco meno posizionale e più di relazione continua con i compagni.

Evan Ferguson

Evan Ferguson (screen)

Nella capitale però, troverebbe anche la concorrenza di Dovbyk: identikit per tratti distintivi simile al suo, l’ucraino si giocherebbe le sue carte contro l’irlandese in un eventuale scontro gerarchico. Il tutto, considerando anche che lo stesso Gasperini non si è espresso in maniera netta sull’ex Girona.

Luca Ottaviano

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