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Strutture e allenatori sottopagati: “I problemi del calcio italiano partono dal basso”. Nesta e l’appiglio per ragionamenti sul futuro

L’inchiesta di Luca Sgarbi ha rimesso al centro del dibattito la situazione dei nostri vivai, comprese le parole di Nesta.

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Alessandro Nesta
Alessandro Nesta

‘Pagare per giocare’ o la mancanza di fondi per la crescita dei giovani: le parole di Nesta risuonano a distanza di tempo

Luca Sgarbi ha scoperchiato il vaso di Pandora sulle dinamiche torbide che governano il rapporto tra alcuni procuratori e calciatori all’interno del calcio italiano, su tutti i livelli. E in questo contesto si inseriscono le parole di Alessandro Nesta, dette alla Bobo Tv nel 2023: rivelazioni che mai come ora si fanno attuali, offrendo un’altra chiave di lettura interessante sui nostri settori giovanili.

Alessandro Nesta

Alessandro Nesta (screen)

Sgarbi e Nesta: dal passato arriva un appiglio per i ragionamenti sul futuro

Un intervento ricco di spunti di riflessione, di concetti tremendamente attuali e riguardanti i nostri settori giovanili. In questo senso, Luca Sgarbi si è espresso così ai nostri microfoni: “Nel sistema attuale le società non sono incentivate a puntare sul settore giovanile. Alcune sono illuminate, per visione o possibilità di farlo, ma la maggior parte, soprattutto le piccole e le medie società, si trovano in una situazione in cui sono obbligate per legge a fare il settore giovanile, che per loro rappresenta un puro esborso”.

Continua: “Credo che trovare delle agevolazioni sui vivai, aiutandoli a effettuare degli investimenti o tramite sgravi fiscali a livello statale, aiuterebbe a disinnescare il problema che sto dimostrando. Perché oggi le società vedono i settori giovanili come un impegno economicamente gravoso e i dirigenti hanno in mano un potere enorme per fare soldi in maniera illecita sfruttando le famiglie e i ragazzi. Sanno di poterci guadagnare sopra”.

Un intervento molto significativo, al quale facevano da cassa di risonanza le parole di Alessandro Nesta nel 2023. La leggenda del nostro calcio sottolineava infatti una serie di criticità legata alla nostra cultura non molto sviluppata nei confronti del settore giovanile. In particolare, il tecnico del Monza si è espresso sulla mancanza di fondamenta a livello di infrastrutture e di formazione degli allenatori che quei ragazzi li vivono nel quotidiano e li dovrebbero portare ad affrontare un percorso di crescita.

Alessandro Nesta

Alessandro Nesta (screen)

Il problema delle strutture

L’ex difensore di Lazio e Milan ha posto l’accento sulle strutture consegnate ai vivai per allenarsi: “C’è un campo per 4 o 5 squadre, hai pochi spazi e non puoi allenarti come si deve”. In effetti, la tendenza negli ultimi anni sembra confermare le sue parole: non sembrano essere stati fatti dei passi in avanti su questo aspetto, dato che l’ultima squadra in ordine di tempo ad aver restituito un centro sportivo all’avanguardia al proprio vivaio è la Fiorentina.

Un lampo nel buio, visto che nessuno sembra aver raccolto quell’esempio: anche solo restringendo il campo visivo al Primavera 1, sono molti gli esempi di squadre che ospitano le partite della propria Under 19 in strutture non di proprietà. L’Udinese per esempio, gioca al ‘Comunale Guido Teghil’, o ancora il Lecce, che viene ospitato al ‘Deghi Center’, situato nel comune di San Pietro in Lama. La Cremonese invece disputa le partite della propria Under 19 e Under 17 al “Centro Sportivo Amadio Soldi”.

E stiamo solo scrostando la punta dell’iceberg, visto che nelle categorie inferiori il fenomeno è molto più diffuso, così come quello degli stipendi dei formatori dei nostri ragazzi.

La questione dei salari dei tecnici

Come evidenziato da Nesta, gli stipendi degli allenatori nei settori giovanili sono spesso molto bassi, causando quindi un cortocircuito che intacca la qualità del percorso di crescita intrapreso dai nostri giovani talenti. “Se tu dai 200 euro al mese a questa gente, come puoi pretendere che facciano uscire giocatori da 40 o 50 milioni? Essendo sottopagati, gli allenatori sfruttano il settore giovanile per far emergere loro stessi”.

Pio Esposito Italia U21

Francesco Pio Esposito

Anche in questo caso, l’allenatore sembra aver inquadrato una parte dell’insieme: il nostro Under 21 con più valore sul mercato è attualmente Francesco Pio Esposito (classe 2005, prezzo stimato di 17 milioni). Seguono Niccolò Pisilli e Luca Koleosho (2004, 12 milioni), ma anche Francesco Camarda (classe 2008, 10 milioni). Un confronto impari con la Francia, che può contare su giocatori che si prendono le copertine come Doué (2005, 60 milioni), Mathys Tel (2005, 40 milioni) o Ayyoub Bouaddi (2007, 30 milioni). Forbice ancora più ampia anche con la Spagna (Cubarsì, Yamal, Huijsen superano ampiamente i 50 milioni di euro) o con l’Inghilterra (Nwaneri, Mainoo, Bynoe-Gittens ecc.). Campanelli di allarme che andrebbero quantomeno raccolti e analizzati, inserendoli in un’ecosistema che ultimamente ha subìto tanti scossoni e che dovrà essere ripensato dalle fondamenta.

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