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Da Gyokeres a Lookman, troppo potere ai giocatori? E’ sempre più braccio di ferro con le società

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Lookman, Inter

Giocatori-società, nel mercato è sempre più braccio di ferro

Spesso, questo tipo di dinamiche si concludono con una soluzione che danneggia entrambe le parti. Altrettanto frequentemente, l’epilogo è un addio freddo, senza alcun tipo di possibilità di riconciliazione. Nel mercato di oggi, si sta inserendo con prepotenza una variabile determinante: il braccio di ferro che si innesca tra giocatori desiderosi di cambiare aria e società che cercano di ottenere la condizione di vendita migliore. Analizziamo la situazione riferendoci ai casi più eclatanti di questa estate dalle temperature roventi anche in sede di mercato.

Da Gyokeres a Lookman, quando un “no” vale più di mille parole

Stabilire chi ne trae più vantaggi è molto complicato, si può però partire da un assunto: quando si arriva allo scontro totale, sia la società che il calciatore in questione rischiano di perdere tanto. La dinamica più frequente è quella che ad esempio ha portato Ardon Jashari a vestire la maglia del Milan: c’è un club che manifesta il proprio interesse per un giocatore, lo palesa con un’offerta alla società proprietaria del cartellino e intanto apre le trattative anche con l’entourage del calciatore. Incassato il “sì” del giocatore, ha più spazio di manovra per quanto riguarda eventuali modifiche nella proposta economica al club di appartenenza.

Jashari-Bruges

Nel caso del Bruges, questo ha portato ad un lento ed estenuante duello di nervi: la squadra belga ha giocato di attesa, sperando nell’innesco di un’asta con l’inserimento in corsa di altri club. Intanto, Jashari chiudeva le porte a qualsiasi altra destinazione che non fosse il rossonero: lo svizzero non partecipa al ritiro, tantomeno all’incontro con i tifosi; infine, salta tre amichevoli consecutive, ritenendo (quasi unilateralmente) conclusa la sua parentesi al Bruges. E dopo due mesi di braccio di ferro logorante per le tre parti in causa, l’epilogo è stato ciò che sperava il classe 2002, ma a condizioni economiche più favorevoli anche per i fiamminghi.

Costo totale dell’operazione: 37 milioni (di cui 3 di bonus), una cifra non lontana dalla richiesta di partenza, rendendo di fatto evitabili tutti i giochi psicologici messi in atto.

Lookman-Atalanta

In questa storia, c’è un precedente importante da riportare al centro dell’attenzione. Come scritto dal nigeriano all’interno del post Instagram del 3 agosto scorso, con l’Atalanta c’era un principio di accordo post vittoria dell’Europa League: per la cifra giusta, l’ex Leicester sarebbe stato accontentato. Lo strappo definitivo quindi è arrivato formalmente circa una settimana fa, ma la voglia di cambiare aria di Lookman non coincide con le richieste della “Dea”, che per farlo partire chiede circa 50 milioni. L’Inter per ora si è avvicinata ad una proposta di 45, di cui 3 di bonus, offerta che lo stesso calciatore ha citato nel suo post ritenendola la “giusta somma”, cioè quella condizione di esistenza posta dai bergamaschi per il suo addio.

La situazione però non si sblocca, il rapporto tra le parti sembra insanabile e l’epilogo sembra già scritto: ci sarà un addio, probabilmente di fronte ad un’offerta leggermente più alta e con quella sensazione di amaro in bocca per come è stato gestito il tutto.

Gyokeres-Sporting

Anche in questa situazione, il primo passo concreto lo fa il calciatore: la sliding door arriva nelle prime settimane di luglio, quando lo svedese non si presenta al ritiro dello Sporting. Il presidente del club però, alza il muro, con un ruggito che suona di dichiarazione d’intenti verso chiunque volesse approfittare dello strappo nei rapporti. “Se non vogliono pagare il giusto valore di mercato per Viktor (Gyokeres), per i prossimi tre anni siamo più che disposti a trattenerlo. Se i geni che stanno ideando questa strategia pensano che questo mi metta sotto pressione per facilitare l’uscita, non solo si sbagliano di grosso, ma stanno anche rendendo l’uscita del giocatore ancora più complicata. Nessuno è al di sopra degli interessi del club, chiunque sia”.

Un attacco diretto, senza dietrologie o inutile retorica. Intanto, lo stesso calciatore taglia tutti i ponti con il Portogallo, arrivando ad estremismi come l’assurda separazione con la sua ex fidanzata. Insomma, Gyokeres non ha alcuna intenzione di rindossare il biancoverde dello Sporting. Il tutto si conclude il 26 luglio: l’Arsenal sborsa circa 66 milioni di euro e si garantisce un futuro dominatore della Premier League.

Isak-Newcastle

Un altro svedese, dinamica molto simile nei contenuti, non ancora nella forma. E’ notizia di pochi giorni la rottura totale tra Newcastle Alexander Isak. Il bomber ha chiesto ufficialmente la cessione, e come in tutti gli altri esempi fatti, ritiene conclusa la sua avventura in bianconero. Il Liverpool è alla finestra, ma anche in questo caso si prospetta una corsa estenuante verso un finale amaro. Un’uscita dalla porta sul retro, che non darebbe il giusto epilogo ad una sinergia che ha portato vantaggi ad entrambe le parti.

I giocatori hanno troppo potere?

Verrebbe istintivamente da rispondere in modo affermativo. La dinamica del dichiarare unilateralmente la fine dei rapporti è ormai molto diffusa, anche se in forme diverse a seconda del contesto. La soluzione? Sarà complicato trovarla, ma tutto necessariamente deve partire dall’inquadrare il problema. Il primo passo è infatti accettare che esista il tema, per poi analizzarlo e arrivare ad una decisione collettiva.

Luca Ottaviano

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