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Storie di Primavera

“La storia siamo noi, questo rumore che rompe il silenzio”, cantava Francesco De Gregori. Mai frase fu più azzeccata per Giovanni Fabbian, che dopo anni di battaglie, di pagine scritte, è riuscito a rompere quel silenzio e a far tremare la voce di migliaia di appassionati. Se il “Granillo” negli ultimi mesi sta continuando a venire giù a suon di gol, spettacolo e tifo sfrenato e ricolmo di passione, il merito è anche di questo centrocampista classe 2003 che sta procedendo ad ampie falcate verso il calcio che conta. 

UNA SOLA PAROLA: DEDIZIONE

Camposampiero, un comune nel padovano di 12.000 anime, lo culla nei primi anni, ma calcisticamente il ragazzo si forma nel Padova. A 15 anni arriva il primo trampolino di lancio: l'Inter lo preleva dal club biancorosso per affidarlo al proprio settore giovanile, uno dei migliori nel panorama nazionale. Da qui inizia la sua scalata, fatta di gioie, delusione e di picchi di felicità inarrivabili. Tutto unito da un filo ininterrotto: la dedizione, una parola che può assumere milioni di sfumature, ma che in questo caso non fa altro che dimostrare il carattere che ancora oggi il diciannovenne trasmette nel rettangolo verde.

UN SOGNO AD OCCHI APERTI

In punta di piedi, mica facile, considerando il curriculum: all'età di 19 anni Giovanni Fabbian si laurea vincitore del Campionato Primavera 1 con l'Inter, chiudendo la stagione con 8 gol e 7 assist. A fine anno, i ragionamenti e le speculazioni affollano la testa dei tifosi e in primis, del ragazzo stesso. Il bivio è abbastanza prevedibile: continuare la crescita personale nel settore giovanile o tentare la prima grande avventura in un mondo ignoto quanto affascinante, quello del calcio professionistico. Alla fine, la scelta ricade sulla seconda opzione, c'è un progetto mica male che lo aspetta: la Reggina ha l'ambizione di voler andare a caccia di Serie A, ma ha anche abbastanza visione d'insieme da essere consapevole che per raggiungere lo scopo la freschezza e il talento dei giovani è indispensabile; così i calabresi sono attratti, come una mosca con il miele, dal 14 dell'Inter, dandogli fiducia e garantendo minuti importanti. 

UN CLASSICO ESEMPIO DI GIOCATORE ATIPICO

Il classico e l'atipico, come la notte e il giorno. Sembrerà un ossimoro, ma Giovanni Fabbian sul terreno di gioco rappresenta questo concetto: è classicamente atipico, è un sorso d'aria fresca ma allo stesso tempo scalda il cuore come un tè caldo la domenica, quando è pomeriggio inoltrato. Un piccolo assaggio dei primi tre mesi con la maglia della Reggina: 4 gol in 13 partite, tutte rigorosamente dal primo minuto, raggiunta e frantumata quota 1000 minuti in stagione, l'80% (dicasi ottanta percento) dei contrasti vinti. Insomma, una forza della natura che unisce caratteristiche da classico incontrista (così si diceva una volta) a qualità da mezz'ala moderna. Il fiuto per il gol c'è sempre stato, l'ultima annata in Primavera 1 ne è la riprova, ma a stupire è la sua qualità nella doppia fase, nel saper vestire i panni del ragazzo tutto grinta e senso dell'intervento, nonché quelli del catalizzatore, che sa rifinire per i compagni e sa trovare soluzioni estemporanee. Giovanni Fabbian è anche affidabile dal punto di vista disciplinare: solo 3 i cartellini gialli raccolti finora, che trovano conferme nei riscontri passati: nell'anno solare 21/22, in 10 presenze con la nazionale Italiana Under 19 una sola nota disciplinare raccolta. Licenza di sparare e compiti di copertura, tutto in uno.

POSSIBILI SCENARI

Cosa riserva il futuro? Siamo davanti all'ignoto, perché se il classe 2003 dovesse continuare ad incidere con questa continuità siamo davanti ad uno dei prospetti più interessanti del nostro panorama calcistico. La doppia cifra nelle reti segnate fa gola, impossibile negarlo, ma la lente d'ingrandimento va puntata sulla crescita a 360 gradi: nelle scelte, nella puntualità degli inserimenti, nell'abilità di aprire e chiudere la cerniera del centrocampo, qui potrebbe costruirsi il Giovanni Fabbian dell'avvenire. Senza dimenticare ovviamente la spensieratezza e la fame di un ragazzo che ha ancora tutto da prendere e da dimostrare.

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