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Soule
Soule

Dopo l'ennesima sconfitta avvilente (la quarta in cinque partite di Champions League), la Juventus alza bandiera bianca e saluta una competizione in cui si fa fatica a trovare un momento in cui si potesse pensare alla rimonta. Tuttavia, ora nella testa di ogni tifoso e membro dello staff può arrivare un imperativo troppo spesso sottovalutato: quando si tocca il fondo si può raschiare ancora verso il basso o si può tentare una risalita, ovviamente puntando sui giovani. Ebbene sì, perché il campo oggi ha emesso il suo giudizio: dal momento dell'ingresso in campo, nell'ordine, di Miretti, Soulé e Iling Jr. (tre classe 2003), la Juventus ha trovato nuova linfa, andando a briglie sciolte e lasciandosi trainare dalla freschezza e il talento dei tre ragazzi. La strada è segnata, ora serve coraggio di percorrerla e unione di intenti, perché puntare sull'incoscienza e la qualità di ragazzi appena maggiorenni non deve essere vissuta come un'onta verso la propria filosofia di gioco, ma come un'occasione per rimettere in moto un meccanismo arrugginito.

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