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Storie di Primavera

Il ruolo dell'allenatore è comunemente riconosciuto come uno dei più fragili e precari: spesso e volentieri è proprio il mister uno dei primi a pagare per una serie di risultati negativi, uno dei principali bersagli quando le cose vanno male. Ma non solo, purtroppo: l'allenatore è anche vittima di decisioni che possono andare oltre la propria professionalità ed abilità. Lo ha imparato a sue spese Gaetano Fanelli, attuale tecnico dell'U17 regionale del Bitonto che ha perso il proprio posto di lavoro senza neppure avere la possibilità di esordire sulla panchina della propria squadra. Il tecnico 56enne ha voluto raccontare la propria esperienza ai nostri microfoni: ecco quindi le dichiarazioni rilasciate in esclusiva da Gaetano Fanelli.

Buongiorno sig. Fanelli, grazie per aver accettato di parlare con noi. Mi parli della sua carriera: quali sono le esperienze che ha avuto?

"Ho mosso i miei primi passi da allenatore nella stagione 92/93, come responsabile e tecnico dei Pulcini del C.S Green Park Bari. Da allora ho avuto moltissime opportunità, la maggior parte delle quali con i giovani, ma ho anche avuto la possibilità di allenare in prima squadra, con l'A.S.D. Cellamare 2005 nel biennio 2008-2010 e con l'A.S.D. Real Modugno, nell'annata 2011/12. Ho collaborato con la Juventus dal 2007 al 2012, partecipando ai vari Juventus Summer Camp in qualità di allenatore J.S.S. Quest'ultimo anno sono stato invece l'allenatore e il responsabile dell'area tecnica dei giovanissimi provinciali dell'A.S.D Nuova Andria."

E per quanto riguarda, invece, la sua spiacevole esperienza quest'anno?

"Quest'anno sarei dovuto essere l'allenatore di una squadra che partecipa al Campionato Berretti. Tuttavia, poco prima della prima amichevole dell'anno, mi è stato comunicato che non mi sarei dovuto presentare alla partita, in quanto sollevato dal mio incarico; scoprii poi di essere stato sostituito da un altro tecnico, con licenza "UEFA B". Questo perchè la Federazione ha prorogato l'obbligo della licenza "UEFA A" per allenare in questa categoria alla prossima stagione; una decisione volta probabilmente ad aiutare le società, ma che ritengo sia assolutamente inopportuna."

In che modo voi allenatori siete tutelati? Avete degli enti volti alla difesa dei vostri diritti?

"L'unico modo per essere rappresentati legalmente è l'iscrizione all'AIAC, l'Associazione Italiana Allenatori di Calcio."

Come ha reagito, quando ha ricevuto questa telefonata?

"Sono ancora molto arrabbiato per quanto accaduto, non te lo nascondo. Più che per la decisione, per come sono andate le cose. Non reputo giusto che in un ambito come quello sportivo, dove si dovrebbe dare il buon esempio, ci si comporti in questo modo. Mi sono sentito ferito nella mia dignità di persona, prima ancora che "maltrattato" come allenatore."

Quali sono ora i suoi piani per il futuro?

"Fortunatamente mi sono lasciato una porta aperta alle spalle, quella del Bitonto. Prima di essere chiamato da quest'altra società, avevo raggiunto un'intesa con loro; scelsi però di cogliere questa opportunità che mi si proponeva davanti. Dopo la prematura fine della mia avventura sono ritornato da loro, che mi hanno nuovamente accolto. Ora allenerò l'U17 regionale della squadra."

 

 

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