
Juventus, Anghelè: "Mi ispiro a Dybala. Sogno la prima squadra"
Le parole dell'attaccante bianconero Tommaso Anghelè
Lorenzo Anghelè è sicuramente uno dei punti fermi della Primavera della Juventus. Rimasto in U19 dopo l'esperienza dello scorso anno, il classe 2005 ha totalizzato 4 reti in 6 presenze. Le sue prestazioni non sono passate inosservate tanto da ricevere sia la chiamata della Next Gen che la convocazione con l'Italia U19. Il giovane attaccante ha rilasciato un'intervista a Tuttosport. Ecco le parti salienti delle sue dichiarazioni.
Sulla nazionale
“Sono molto contento di far parte di questo gruppo e di vestire quella maglia. Ci stiamo preparando alle prossime partite per le qualificazioni all'Europeo di categoria. In Nazionale sono tra gli ultimi arrivati e ho lasciato la precedenza sulla scelta delle maglie più richieste. Il 21 mi piace ed è un numero che hanno indossato grandi trequartisti”.
Sul giocatore a cui si ispira
“Dybala è un grandissimo giocatore e mi ispiro a lui. Ho avuto la possibilità di vederlo da vicino in allenamento e posso dire che con la palla fa davvero quello che vuole”.
Differenze tra Primavera e Next Gen
“Sicuramente il ritmo in campo e l'esperienza dei singoli. Un conto è giocare con ragazzi della tua età, un altro è farlo contro giocatori esperti con vent'anni di categoria alle spalle. Senza contare il pubblico e gli stadi caldi dove, almeno all'inizio, sembra di essere in un altro mondo”.
Sul rapporto con Montero
“È una persona eccezionale, per noi è molto importante essere guidati da un allenatore del suo calibro. Il mister ha giocato ad altissimi livelli e ci racconta spesso cosa abbiano significato per lui quei palcoscenici”.
Le ambizioni future
“Tra cinque anni vorrei essere in prima squadra alla Juventus. Magari anche un po' prima o almeno è quello che spero”.
Sul rapporto con Yildiz
"Sono molto contento per lui, è un bravo ragazzo e con il pallone tra i piedi è un fenomeno. Lo incontro spesso a Vinovo e lo saluto sempre con piacere. La passata stagione in Primavera non abbiamo parlato tanto, non conoscendo lui ancora bene la nostra lingua. Sul campo, però, ci siamo sempre capiti abbastanza bene”.