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La questione seconde squadre in Italia è strettamente legata alla strutturazione regolamentare dei campionati Primavera. Dal 2016 in poi il sistema dei campionati U19 per le società di Serie A e Serie B si è diviso in campionato Primavera 1 e campionato Primavera 2, articolato a sua volta nei gironi A e B. Da anni discutiamo sul livello tecnico medio dei due tornei, sulla difficoltà di inserimento dei calciatori nelle rispettive Prime squadre e sulla possibilità di uno stravolgimento del sistema visti gli scarsi risultati in termini di minutaggio dei teenager nel nostro massimo campionato a confronto con gli altri paesi. Troppo spesso, però, viene sottovalutata la questione dei fuori quota, ma le recenti dichiarazioni di Walter Sabatini e l'esempio del Milan Primavera di Ignazio Abate propongono una finestra di dialogo sull'introduzione di una nuova normativa che permetta di far giocare i più giovani nei massimi campionati Primavera.

Il direttore non ha dubbi

“I fuori quota in Primavera non servono a niente e non incidono nel campionato, nel campionato Primavera 1 dovrebbero giocare i più piccoli. E' ridicolo che giochino tutti questi fuori quota, farei una regola per fare giocare chi ha un anno in meno e non uno in più." Ha tuonato così, Walter Sabatini, in un evento organizzato da Scout IT qualche settimana fa: “Sono molto favorevole alle seconde squadre, a condizione che i calciatori effettivamente possano giocare con la Prima squadra. Il modello spagnolo mi piace, le seconde squadre hanno giocatori che restano a disposizione dei grandi, il vero risultato resta far giocare i calciatori nei campionati che contano”. E' evidente, dunque, come la possibilità di inserire tanti fuori quota in Primavera scoraggi ulteriormente diverse società alla creazione di una seconda squadra. Il campionato Primavera 1 dà la possibilità di inserire nella distinta di gara 4 giocatori in procinto di compiere 20 anni di età durante la stagione sportiva più un calciatore senza limiti di età. In Primavera 2, invece, il tetto si abbassa a tre con le analoghe distinzioni. Insomma, il campionato Primavera 1, ormai, è diventato un torneo riservato agli U20 e non più solo agli U19: Fiorentina, Sassuolo, Cagliari ed Hellas Verona restano le squadre che schierano più fuori quota in campo, mentre Juventus, Milan ed Inter si muovono nella direzione opposta. 

LE DICHIARAZIONI DI WALTER SABATINI

Continuità tra campo e panchina

E' proprio il Milan ad offrici un esempio quasi rivoluzionario: nell'ultima gara di campionato contro il Napoli, mister Ignazio Abate ha schierato 3 giocatori in età da U17, ossia classe 2006. Trattasi di Adam Bakoune, Diego Sia e Filippo Scotti, calciatori che vengono da un percorso nel settore giovanile rossonero e che hanno già lavorato con Abate la passata stagione nella categoria U16. Le promozioni interne a livello di panchina incentivano la continuità dei gruppi di lavoro per i calciatori del vivaio e favoriscono la crescita del valore del club in termini di programmazione a servizio della Prima squadra. Il modello Milan stupisce, ma apre anche un grande punto interrogativo: è giusto inserire una nuova norma che favorisca l'aumento del minutaggio dei più piccoli a discapito dei più grandi?

U18 vittime sacrificali

Come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Tra l'abolizione della regola dei fuori quota e l'introduzione di una norma che obblighi le società a far giocare i più giovani appare più ragionevole schierarsi in mezzo. Due cose sono certe: è inaccettabile vedere 5 calciatori di 20 anni competere in un campionato giovanile, ma non si deve costringere nessuno a fare il salto di categoria se non è in grado. E' giusto che i giovani giochino per migliorare, il 20enne in Prima squadra e il 17enne tra i pari età. Tra i due estremi però, i più penalizzati restano gli U18, nel caso della stagione attuale i 2005: abbassare il numero di fuori quota in Primavera 1 resta un must e questo favorirebbe automaticamente l'approdo in Primavera dei calciatori al primo anno. Istituire una nuova norma sarebbe avvilente, ma l'obiettivo è recuperare il Primavera 1 in termini di campionato U19. Nel caso della stagione corrente, un 2004 non può andare in panchina per lasciare spazio ad un 2003 e un 2005 non può slittare in U18 a prescindere. Certo, non sarà la soluzione a tutti i mali del calcio italiano. Certo, un calciatore di qualità brucia le tappe a prescindere. Certo, avere una Primavera vecchia” non significa proporre un modello negativo di settore giovanile. Certo, far giocare i fuori quota in Primavera non preclude la creazione delle seconde squadre. Tutto vero, sia chiaro. Qualche passettino in avanti, però, sarebbe il caso di farlo.

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