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[FOCUS] – Giovani tra i giovani, Pescara: Marco Delle Monache

Focus dedicato all’esterno classe 2005

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L’Enfant prodige del pescarese

In un Sud Italia in cui diversi talenti lasciano la terra madre per accasarsi ai grandi vivai del Nord, spicca la splendida eccezione di Marco Delle Monache del Pescara. Nato a Cappelle sul Tavo, muove i primi passi nella società amica dei biancazzurri, il Caldora Calcio, ma il passaggio al Delfino è ovvio e si concretizza dopo poco. Con il Pescara Delle Monache brucerà le tappe e si affermerà come un titolare della Primavera di Pierluigi Iervese a 16 anni, esordendo in prima squadra in Coppa Italia di Serie C contro il Grosseto lo scorso 15 settembre. Sempre in Primavera 1, indossa la fascia da capitano nei match di fine dicembre contro Milan e Lecce, appena prima dell’esordio in Serie C il 22 gennaio 2022 contro l’Aquila Montevarchi. Seguiranno altre due presenze in prima squadra e la firma del suo primo contratto da professionista, con scadenza fissata al 30 giugno 2024. Una fredda successione di eventi che non racconta nulla del Delle Monache calciatore e della sua imposizione vera e propria nell’ambiente perfetto per lui.

Una “U23” in prima squadra

Nato il 3 febbraio 2005, Marco Delle Monache sta seguendo il percorso perfetto per emergere da subito: la fortuna del talentino biancazzurro di confrontarsi in un campionato giovanile di alto livello, guadagnando, parallelamente, esperienza in prima squadra, lo pone nel clima perfetto per aumentare il livello di competitività di pari passo con il suo valore. Un processo di crescita stile Juventus U23, la prospettiva di avere un gruppo unico tra grandi e Primavera per favorire la crescita dei più piccoli. Un salto che Delle Monache non sta percependo grazie ai grandi risultati della società del presidente Sebastiani negli ultimi anni in termini di settore giovanile. La vittoria dello scorso Primavera 2b ha lanciato il Pescara tra i grandi vivai per l’U19 del nostro paese, con risultati incoraggianti nell’ultimo anno. Ringrazia e sottoscrive Davide Veroli, difensore classe 2003 agli ordini di Auteri da inizio stagione. Per una tifoseria in contestazione con la dirigenza per la retrocessione in Serie C dopo un disastroso campionato cadetto, sorridono i giovani prospetti, sempre più proiettati al grande calcio nella quotidianità.

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Trita-assist

Quattro partite, quattro assist. Questo è il bilancio dell’esordio in Primavera 1 per Delle Monache, non male per un sedicenne alle prime armi nella categoria. Risulta del tutto chiaro il tipo di esterno d’attacco che mira a diventare il ragazzo del 2005. Con un occhio fisso alle giocate di Neymar Jr, Delle Monache ama accentrarsi per ricevere la palla e giocarla in fase di rifinitura. Un trequartista defilato più che un esterno d’attacco, con la predisposizione al ricamo e all’assistenza per i compagni. Che sia cross o passaggio filtrante, il giovane del Delfino alterna bene sia il destro che il mancino, come dimostrato nelle sue giocate in U19. Abbiamo ancora in mente il traversone di sinistro in occasione del gol di Vadislav Blanuta nel match contro il Napoli di Primavera 1. Controllo, dribbling fantasioso sublimato da un fendente perfetto per la testa del compagno, che così come lui condivide l’andirivieni tra prima squadra e settore giovanile. Non manca di rapidità e di furbizia negli uno contro uno, la vera e propria dote in cui il ragazzo spicca, sempre più fondamentale in un calcio moderno in cui i ribaltamenti di fronte determinano le partite. Occhio però al feeling da costruire con il gol: segna la sua prima rete in stagione solo il 20 marzo contro la Sampdoria, in una squadra che fatica eccome a produrre gioco e occasioni limpide. Pecca però nel tiro in porta, ma soprattutto in killer instict, ma l’abitudine a giocare tra i grandi lo porterà ad essere più spietato quando serve. E se nell’ambiente viene paragonato all’ex-Pescara Pasquale Foggia, quel destro canterino utilizzato in quella parte del campo porta alla mente un altro numero “10” defilato passato negli ultimi anni in terra abruzzese, Lorenzo Insigne. Troppo forse, ma chi vivrà, vedrà.

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