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In una lunga intervista concessa al settimanale Sportweek, l'attaccante Francesco Pio Esposito ha toccato moltissimi temi riguardanti il suo presente allo Spezia e il suo passato, e magari futuro, con la maglia dell'Inter. Il giovane attaccante, nato nel 2005, sta vivendo la sua prima esperienza nel calcio dei grandi dopo una lunga trafila nel vivaio dell'Inter. Dopo un'estate frenetica, in cui ha raggiunto la finale del Mondiale di categoria con l'Italia U20 e poi si è laureato campione d'Europa con l'U19, ha lasciato l'Inter in prestito per accasarsi allo Spezia, in Serie B. In riva al Golfo dei Poeti si è ricongiunto con il fratello maggiore Salvatore, centrocampista delle aquile, e ha già segnato 2 gol in campionato, conquistando anche la chiamata con l'Italia U21. Di seguito le sue principali dichiarazioni. 

Francesco Pio Esposito sull'esperienza allo Spezia

“Sono cresciuto molto nel rapporto con le persone, nel confronto con il mister o i compagni. Qui allo Spezia ci sono giocatori come Bandinelli, Cassata, Dragowski che hanno campionati di A alle spalle: è ovvio che, da diciottenne, in uno spogliatoio con gente molto più grande, all’inizio non potevo avere la confidenza che avevo coi miei coetanei all’Inter, ma ora dico la mia. Una volta ascoltavo e basta. Qui c’è anche Salvatore, il maggiore di noi tre fratelli. Nelle prime partite, vedendomi agitato, mi diceva: “Se non resti tranquillo, non riuscirai a fare neanche le cose che ti riescono abitualmente”. Mi ha sempre dato buoni consigli. Abitiamo insieme. Una volta cucina lui e un’altra io: credo di essere cresciuto anche nella vita di tutti i giorni. Il calcio dei grandi? Ovviamente è molto diverso da quello delle giovanili. Gioco nella squadra con l’età media più bassa della B, e questo mi aiuta, ma in campo la differenza si sente, soprattutto a livello fisico. In Primavera, in area di rigore il difensore la maggior parte delle volte ti guarda soltanto. Mi bastava dargli una piccola spinta per liberarmi. Qua ti arriva addosso uno di novanta chili e faccio molta più fatica a trovare spazio. Ci sto lavorando, sia in palestra, sia in allenamento, perfezionando movimenti utili a smarcarmi”. 

Francesco Pio Esposito

Esposito e l'Inter: passato e… futuro?

"Il paragone con Lewandowski? Penso sia fantascientifico. L'attaccante che mi piace di più è Dzeko, per la sua capacità di legare il gioco. Fa un lavoro clamoroso, credo che nessuno come lui sia importante per la squadra. Il mio arrivo all'Inter? Successe dopo tre anni al Brescia, avevo 9 anni e tutti i giorni facevo avanti e indietro col pulmino. Ci mettevo un'ora e mezza ad arrivare al campo. Uscivo da scuola all’una e mezza, alle tre prendevo il pullman, alle cinque c’era allenamento, alle sette ripartivo, alle otto e mezza ero a casa e dovevo fare i compiti. Il giorno dopo uguale e il giorno dopo ancora. È stata dura. Mi ha tenuto su la passione, la voglia di arrivare al campo pensando che se mi fossi allenato a tutta il mister mi avrebbe convocato per la partita. Se penso all'Inter? Guardare troppo lontano non è produttivo: se non ti concentri sul breve, come puoi arrivare agli obiettivi a lungo termine?".

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