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Diamanti - Credit: Melbourne City
Diamanti - Credit: Melbourne City

Mancano appena 12 giorni all'inizio della Viareggio Cup e ai nastri di partenza ci sarà anche il Melbourne City. Una bellissima novità per la kermesse viareggina visto che si tratta della prima partecipazione del club australiano. A guidare il gruppo, però, ci sarà una vecchia conoscenza del calcio italiano e del Torneo, stiamo parlando di Alessandro Diamanti. “Un turbinio di emozioni” ha scritto qualche giorno fa in un lungo post su Instagram… “Il Torneo di Viareggio ha un posto speciale nel mio cuore” ed ecco dunque la possibilità di tornarci ma in una veste tutta nuova, inedita, quella da allenatore. Noi di MondoPrimavera.com, da sempre in prima linea per seguire la kermesse viareggina, abbiamo avuto l'occasione di scambiare due parole proprio con Diamanti. Ecco le sue parole. 

Buonasera mister, come sta vivendo questi primi mesi da allenatore?

“Mi sto trovando molto bene e me la sto godendo. I concetti sono sicuramente diversi, sono al City e sto imparando la metodologia a 360°. Io sono focalizzato sul campo e penso sia la cosa più importante, ma serve tutto”.

Le differenza tra il calcio giovanile in Italia e quello australiano?

“La differenza c'è ma non si può paragonare con il calcio italiano, noi abbiamo una cultura e una storia diversa. Qui non è lo sport principale ed è normale possa mancare qualche principio, ma sono cose che si possono insegnare. Sono tutti ragazzi che hanno voglia di giocare e imparare. L'aspetto più grande su cui dover lavorare è la motivazione, ma sotto quel punto vista è un argomento in cui mi trovo a mio agio. Io mi sento di essere un fratello maggiore per i ragazzi e condivido tutte le mie esperienze e gli insegnamenti avuti da calciatore poi tocca a loro. La responsabilità è tutta loro”.

L'emozione di poter tornare alla Viareggio Cup e cosa si aspetta?

Mi aspetto di competere e verremo a fare un'esperienza indimenticabile perché i miei ragazzi non sono mai stati in Europa. Sarà un viaggio diverso, l'ho voluto perché è importante per loro per avere più certezze di quelle che hanno ora. Io so che giocatori possono essere, ma devono toccare con i loro occhi e vedere a che livello sono e come si allenano i ragazzi dall'altra parte del mondo. Verremo a dare battaglia a tutti perché questo è lo scopo del gioco”.

Alessandro Diamanti
Alessandro Diamanti durante un allenamento con il Melbourne City U23 - Credit foto: Melbourne City

Che Melbourne City vedremo al Torneo?

“A me non piace parlare di giocatori singoli, poi se qualcuno avrà voglia di vederli potrà seguirli durante la competizione. Per me è importante il gruppo. Stiamo lavorando bene, siamo in fase di preparazione perché il campionato non è ancora iniziato ma non ci sono scuse. Il mio motto è ‘se vuoi puoi’. Veniamo dalla filosofia City quindi sono ragazzi abituati a giocare a calcio, ma solo quello non basta a determinati livelli perché ci vuole anche concentrazione, mentalità e motivazione. Tutte cose su cui i miei ragazzi sono migliorati molto da quando abbiamo cominciato. Le altre squadre non ci conoscono, noi non conosciamo loro e sarà bello così. Speriamo di divertici che è una cosa seria”.

L'importanza di avere il City Group alle spalle?

Ai miei ragazzi dico sempre che sono fortunati nel potersi allenare in queste strutture perché le possono avere Juve, Inter o Milan in Italia. Tutte le volte che vengono al campo devono sentirsi privilegiati di poter coltivare un sogno in un posto clamoroso. A loro racconto sempre quando ho iniziato io: giocavo nel sussidiario a Prato, sulla terra rossa. Poi la filosofia City è incredibile, sono un gruppo organizzatissimo e mi piace molto. Loro sono concentrati sul lasciare libertà di espressione in ambito lavorativo seguendo alcune parole chiave come disciplina e crescita. Per questo faccio l'allenatore, voglio far crescere i ragazzi sotto ogni punto di vista, quello umano e poi sul campo. Voglio prepararli al meglio per affrontare il calcio e la vita perché poi come ti comporti dentro al terreno di gioco lo fai anche fuori”.

Sinner può essere uno degli esempi, in ogni sport, da prendere come riferimento in questo senso?

E' un campione, un talento naturale. Gli fanno onore le sue parole. La cosa che risalta è proprio questa: subito dopo aver vinto un Grande Slam ha detto di doversi migliorare e rimettere al lavoro. Questo fa capire quanta maturità, sacrificio e lavoro c'è dietro per arrivare a diventare un campione. Si possono fare tanti esempi ma sono sempre i ragazzi a dover credere in quello che fanno. Parte tutto da lì”.

Alessandro Diamanti Melbourne City
Alessandro Diamanti, Head Coach dell'Accademy del Melbourne City - Credit foto: Melbourne City

Tra gli allenatori avuti da calciatore da quali ha preso spunti maggiori?

Io ho preso spunto da tutti gli allenatori che ho avuto. Sono sempre stato un curioso. Poi ognuno è giusto possa crearsi la sua strada. Metto tutte le cose buone e tolgo quelle cattive per non sbagliare io e cerco di migliorarmi. Io ho smesso di giocare a calcio a quarant'anni, e devo dire che era l'ora, ma ho deciso così perché non riuscivo a migliorarmi ed è per questo che ho iniziato a fare una nuova professione per imparare cose nuove. Questa è la bellezza della vita. Ho bisogno di mettermi in gioco e di avere stimoli”.

E sul futuro…

“Il mio motto è sempre stato ‘Step by step’ e ‘enjoy the moment’. Mi godo il momento giorno per giorno, lavoro duro e mi diverto”.

In chiusura due parole sul tema U23?

“Io sono l'Head Coach di tutta l'Accademy qui a Melbourne e alleno proprio l'U23. Tutti i giocatori forti li voglio con me, al Torneo ci sarà anche un 2008. Per me c'è il giocatore pronto e quello meno pronto, smettiamola di parlare di età. Sul competere con i grandi serve tantissimo, noi qui lo facciamo e vedo giocatori di 15-16 anni che duellano con quelli di 30. Non dico ci sia bisogno in Italia ma lo consiglierei, noi abbiamo la Primavera e ha il suo fascino. Io che sono in questa realtà la vivo in maniera diversa perché alla loro età avrei fatto fatica a competere con gli uomini. E' anche una questione di abitudine. Il calcio va veloce e ci sono milioni di ragazzi che iniziano questa strada per arrivare a toccare il proprio sogno ma se non hai visione la strada è dura”.

La riproduzione è consentita previa citazione della fonte MondoPrimavera.com, inoltre si ringrazia Alessandro Diamanti per la concessione dell'intervista e delle foto.

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