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La stella dell'Italia U19, Cher Ndour, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. L'ormai ex centrocampista del Benfica, che passerà probabilmente al Paris Saint-Germain a parametro zero, si è raccontato in vista dell'Europeo che disputerà con la squadra del ct Bollini. Di seguito le sue dichiarazioni.

Italia Under 19, le parole di Cher Ndour

Sull'Italia U19 e sull'assenza al Mondiale U20: “Sensazioni positive nonostante il caldo e le scorie di fine stagione. Stiamo lavorando al massimo. Vedrete un'Italia in ottima forma. La mia assenza al Mondiale 20? Mi è dispiaciuto parecchio, un Mondiale è un Mondiale. L'assenza non è dipesa da me, il Benfica non mi ha lasciato partire. Però ho seguito tutte le partite, davvero un gran cammino. Mediana futura con me e Casadei? Speriamo! Ha un talento incredibile e mi ci sono trovato benissimo quando abbiamo giocato insieme”. 

Sul suo percorso al Benfica: “Via di casa a sedici anni, paese nuovo, lingua nuova, se non hai la testa sulle spalle ti perdi. Sono dovuto diventare uomo prima dei coetanei. Mi sento maturato anche a livello calcistico. Appena sono arrivato mi hanno messo in Under 23, dove erano tutti più grandi. Poi seconda squadra, Youth League, prima squadra: un percorso intenso ma davvero bello. Differenze con l'Italia? All'estero non importa che sia alto, basso, magro: giochi se sai giocare. L'allenamento al Benfica è tutto esercizi con la palla, tattica poca. A me piace, alla fine il calcio è quello". 

Sull'Italia e la Serie A, riferendosi ai giovani: “Cosa mi manca? Il cibo, ovvio. Poi gli amici, le abitudini. Ogni volta che posso torno, in Italia si sta bene. La A è in crescita, ha portato tre squadre in finale nelle coppe europee. Gli ultimi quattro campionati li hanno vinti quattro squadre diverse. Segno che si migliora. Poco coraggio nel lanciare i giovani? Non ho vissuto la cosa di persona, ma penso che in qualsiasi paese i giovani se sono bravi giocano. Guardi la Juve: Fagioli e Miretti stanno in campo perché hanno talento. A un ragazzo serve tempo, per prendere confidenza e fare il salto di qualità. La seconda squadra? Credo sia un vantaggio. Ti evita di dover andare in prestito e rimani sempre sotto il controllo del club".

Sul paragone con Pogba: “Lo vivo come un orgoglio e una spinta a migliorarmi. Parliamo di uno dei migliori centrocampisti al mondo. Farò di tutto per cercare di arrivare ai suoi livelli e magari un giorno fare anche meglio. Nel mio ruolo mi ispiro solo a lui, è vero che giochiamo in maniera simile. Ma mi fa impazzire Modric: guardate le cose che fa, sembra che abbia 25 anni”. 

Sui consigli ai più giovani di lui: “Se consiglierei l'estero a un ragazzo di sedici anni? Gli direi di andare se è convinto, se gli offrono un progetto interessante. Se vuole farlo solo perché va di moda, allora no. Il regalo per i miei 19 anni? L'Europeo. Il regalo perfetto”.

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